I mercati hanno scontato solo in parte il sentiment di inflazione duratura e diminuzione della crescita. Il clima di incertezza può portare a nuove sorprese da parte della BCE.
L’azionario è in leggero recupero con una breve tregua anche per gli investitori sul mercato obbligazionario; in questo comparto il primo trimestre del 2022 ha registrato le perdite più consistenti degli ultimi 50 anni.
In attesa di un sistema che possa compensare l’aumento dello spread, promesso dalla BCE, aumentano gli acquisti sui BTP; il tasso sul decennale è sceso al 3,4% con uno spread a 210 punti base. Senza l’ombrello della BCE, ribadito dopo i livelli raggiunti il 14 giugno con cedole arrivate al 4,17%, la situazione sarebbe già volta al peggio.
Il Dow Jones guadagna 700 punti sulla rinnovata fiducia degli effetti positivi dell’ aumento dei tassi di interesse. Le azioni di Wall Street hanno chiuso venerdì in rialzo del 2,68% dopo che i dati economici hanno mitigato il sentiment negativo e scongiurato aumenti aggressivi dei tassi di interesse della Federal Reserve. Anche l’indice l’S&P 500 inverte sul breve termine la tendenza dopo una serie consecutiva di tre settimane in perdita.
Promette una giornata in rialzo anche il mercato azionario italiano. Dal punto di vista tecnico il Ftse Mib consolida sul supporto a 21.500 superando la soglia psicologica dei 22.000 punti. Dopo una breve pausa di consolidamento è possibile pertanto un ulteriore spunto rialzista con prezzi verso la resistenza posta in area 22.370-22.450 punti. Un ulteriore correzione verso 21.780 punti può confermare la predominanza dei volumi in acquisto o viceversa la tenuta un target sul supporto a 22.000 punti.
Venerdì L’S&P ha chiuso in rialzo del 3% con finanziari, industriali e materiali tra i migliori risultati di settore. Anche il Nasdaq con i titoli più volatili rappresentati dalle grandi aziende tecnologiche è salito del 3,3%. Nel complesso la borsa di New York che ha segnato un rialzo del 5,9% questa settimana, fa da precursore allo stemperamento, sul breve periodo, della tendenza ribassista.
Gli investitori in Europa pur continuando a temere una nuova crisi dei debiti mantengono la consapevolezza che la Banca Centrale sia quasi moralmente, prima che tecnicamente, costretta a intervenire per evitare la frammentazione dell’eurozona.
L’intenzione di lavorare a un nuovo strumento contro questo rischio può salvare indirettamente l’Italia e la solvibilità del suo debito pubblico. Francoforte ha precisato che il nuovo meccanismo ha come obiettivo quello di impedire che la volatilità dei titoli di Stato si scarichi eccessivamente sui debiti delle singole nazioni dell’area euro.
Se su questo tema il dibattito rimane acceso è invece sicuro l’avvio di un ciclo di rialzo dei tassi. Entro la fine di questa estate il rallentamento dell’economia globale dovrebbe esercitare una pressione al rialzo sugli spread creditizi.
Ad affrontare la questione è stato in particolare anche l’economista nonché docente presso l’Università Bocconi Tommaso Monacelli, che ha espresso su Twitter la sua opinione; “Impossibile negare che la Bce si stia dirigendo verso il finanziamento monetario, un sentiero molto pericoloso.” Cercare di controllare lo spread con un ulteriore indebitamento potrebbe essere un passo falso in un contesto di crisi con molte variabili esogene.
Le aspettative di inflazione negli Stati Uniti e nell’Eurozona sono oggi a lungo termine sopra l’obbiettivo del 2% stabilito da entrambe le banche centrali. L’ultima volta che gli investitori hanno assistito a un inasprimento monetario congiunto di Fed e BCE è stato tra il 2016 e il 2017; allora i rendimenti decennali tedeschi e USA aumentarono di oltre 100 punti base. Tutto fa pensare perciò alla prosecuzione del trend sui rendimenti dei titoli sovrani con la possibilità per gli investitori di riuscire prima del previsto a compensare l’inflazione.
Dal punto di vista ciclico l’attuale tendenza è caratterizzata da più scorse risorse accompagnate dall’incertezza della possibilità di una loro variazione improvvisa. Un valore minimo che segnerà il ritorno della prevalenza dei volumi in acquisto potrà iniziare con il superamento del picco dell’inflazione.
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