Borse: le scosse sismiche della guerra tecnologica USA-Cina affondano i mercati

Rosso per i mercati finanziari europei e non solo: la guerra tech USA-Cina sta avendo ripercussioni su tutti i mercati finanziari 

Le Borse europee aprono in rosso, trainate anche dalle Borse dell’Asia-Pacifico che hanno iniziato la giornata in forte ribasso, seguendo la scia della pesante correzione dei titoli tecnologici a Wall Street. L’elenco degli indici di apertura di oggi 28 febbraio 2025 delle principali Borse europee recita così:

due bandiere che svolazzano nel cielo: Cina e America
Borse: le scosse sismiche della guerra tecnologica USA-Cina affondano i mercati -trading.it
  •  FTSE MIB (Milano): -0,56%
  • DAX (Francoforte):-0,63%
  • CAC 40 (Parigi):- 0,02%
  •  FTSE 100 (Londra):-0,25%
  • IBEX 35 (Madrid):-0,27%

Nvidia ha perso l’8,5% e continua a perdere, nonostante risultati trimestrali superiori alle attese, trascinando con sé al ribasso l’intero comparto tech. Oltre alla debolezza del settore tecnologico, i mercati asiatici sono penalizzati dalle nuove tensioni commerciali con Stati Uniti e Corea del Sud. Il presidente Choi Sang-mok ha cercato di discutere con il segretario al Tesoro USA Scott Bessent per sottolineare il contributo coreano all’economia statunitense: un modo per far ritirare le decisioni sui dazi da parte degli USA.

Tuttavia, i mercati restano nervosi, così come quelli europei. Anche la Cina non è immune al clima di incertezza. Gli investitori stanno cercando di interpretare i segnali dalla leadership cinese: forti attese per la prossima settimana, quando si riunirà nelle “Due Sessioni” per definire le priorità economiche del Paese.

Gli investitori monitorano con attenzione le tensioni commerciali tra USA e Asia. Ma cosa comporterà questa guerra Usa-Cina nel tempo? Vediamo di comprendere le dinamiche geopolitiche, e come esse influiranno dal punto di vista del commercio.

La guerra tecnologica tra USA e Cina: il quadro a febbraio 2025

A fine febbraio 2025, la rivalità tra Stati Uniti e Cina ha assunto contorni sempre più complessi, con una combinazione di dazi, restrizioni commerciali e strategie mirate a rallentare la crescita dell’avversario. Se da un lato gli USA continuano a limitare l’accesso della Cina alla tecnologia avanzata, dall’altro Pechino risponde con contromisure di difesa, ma tutto ciò a lungo andare non solo potrebbe inasprire i rapporti tra le due superpotenze, ma di riflesso aprire una spaccatura nell’ordine geopolitico mondiale, già iniziata con il sostegno all’Ucraina durante la guerra di Putin da parte dell’Occidente.

segnali stradali america - cina in due direzioni opposte
La guerra tecnologica tra USA e Cina: il quadro a febbraio 2025 -trading.it

Uno dei fronti più caldi di questa guerra commerciale riguarda l’aumento dei dazi. Donald Trump ha annunciato che dal 4 marzo le tariffe sulle importazioni cinesi raddoppieranno, arrivando al 20%. Una decisione che si inserisce nella traiettoria della politica protezionistica avviata già durante la sua prima amministrazione con la Sezione 301.

Da parte sua, la Cina ha minacciato ritorsioni e potrebbe decidere di colpire le catene di approvvigionamento globali, mettendo sotto pressione l’industria occidentale, come chiaro segnale di difesa gioco-forza. Se Pechino dovesse bloccare l’export di componenti critici per il settore tecnologico, aziende come Apple potrebbero trovarsi in difficoltà: con un inevitabile aumento dei prezzi per i consumatori, e un bisogno impellente da parte dei big di cambiare le catene di approvvigionamento, puntando ad accordi serrati con altri paesi.

Il dominio sui minerali rari: un’arma strategica cinese

Un altro nodo fondamentale di questa battaglia è il controllo sui minerali rari. La Cina detiene oltre il 70% della produzione globale di questi materiali essenziali per semiconduttori, batterie e armi avanzate e ha già iniziato a limitare le esportazioni di questi elementi strategici.

Di riflesso, gli Stati Uniti, consapevoli della loro dipendenza, stanno cercando di diversificare le forniture stringendo accordi con Paesi come Australia e Canada; ma non solo, anche firmando patti con l’Ucraina di Zelensky. Se però Pechino dovesse adottare una linea ancora più dura, l’industria automobilistica elettrica occidentale ne risentirebbe pesantemente.

Il settore dei semiconduttori è forse quello più critico nella sfida tra le due superpotenze, in quanto servirà a dominare l’universo delle intelligenze artificiali: ovvero il futuro. Gli Stati Uniti hanno imposto il divieto di esportazione di chip avanzati verso la Cina e hanno bloccato l’uso di tecnologie americane per la produzione di semiconduttori cinesi, colpendo direttamente aziende come ad esempio Huawei. La risposta cinese non si è fatta attendere: il governo sta infatti investendo miliardi per potenziare la produzione interna e ridurre la dipendenza dall’Occidente.

Le strategie degli Stati Uniti per mantenere il vantaggio

Sul fronte finanziario, gli Stati Uniti hanno anche vietato agli investitori americani di finanziare aziende cinesi che operano nei settori più strategici, come appunto l’intelligenza artificiale, la robotica e il quantum computing.

statua della libertà e bandiera americana
Le strategie degli Stati Uniti per mantenere il vantaggio -trading.it

Anche l’Unione Europea si sta allineando a questa strategia, limitando le collaborazioni tecnologiche con Pechino, spaventata dall’indipendenza tech di questa superpotenza. Ma se da un lato le restrizioni mirano a frenare la crescita delle imprese cinesi, dall’altro rischiano di penalizzare anche il mercato occidentale, non pronto a queste limitazioni.

Gli Stati Uniti stanno così giocando su più fronti per mantenere il loro vantaggio tecnologico. Con il CHIPS and Science Act hanno stanziato 52 miliardi di dollari per incentivare la produzione in casa di semiconduttori e con l’alleanza Fab 4 hanno stretto accordi con Taiwan, Giappone e Corea del Sud per ridurre il ruolo della Cina nella catena produttiva globale.

La risposta della Cina: autosufficienza e contrattacchi strategici

La Cina, però, ha una strategia ben definita per raggiungere l’autosufficienza dal punto di vista del settore tecnologico, e in parte si può dire che ci è già riuscita in questi anni. Con il piano “Made in China 2025”, Pechino punta a diventare il leader in settori come intelligenza artificiale, biotecnologie e industria spaziale. Il governo cinese sta sostenendo le proprie aziende con ingenti sovvenzioni, cercando di spezzare la dipendenza dall’Occidente.

Gli effetti di questa guerra tecnologica si stanno già facendo sentire sui mercati. L’industria automobilistica potrebbe trovarsi di fronte a seri problemi se la Cina dovesse limitare l’export di batterie, con conseguenze dirette su giganti come Tesla e Volkswagen. Il mercato è in tensione e c’è confusione tra gli investitori: il sentiment non è dei migliori.

La guerra tra Stati Uniti e Cina non si limita più ai dazi, ma si sta trasformando in un conflitto strutturale in cui entrambe le potenze cercano di consolidare il proprio vantaggio, anche a costo di sconvolgere l’economia globale. Il 2025 potrebbe essere l’anno in cui questa rivalità raggiungerà un punto di non ritorno.

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