Apertura in rialzo per le principali borse europee: le politiche Fed sembrano non aver inciso troppo sui mercati, capiamo gli scenari chiave che potrebbero delinearsi
Le principali piazze finanziarie europee si apprestano ad aprire in territorio positivo nella giornata odierna, ma c’è confusione, Londra piatta. Ecco gli indici di apertura delle borse di oggi 29 gennaio 2025:
- FTSE MIB (Milano): +0,41%
- DAX (Francoforte): +0,30%
- CAC 40 (Parigi): -0,5%
- IBEX 35 (Madrid): +0,4%
- FTSE 100 (Londra): piatta
Nonostante la Federal Reserve abbia recentemente adottato una posizione più restrittiva, mantenendo i tassi di interesse invariati nel range 4,25%-4,50% per contrastare l’inflazione persistente, invertendo la tabella di marcia e scegliendo di non continuare a tagliare, i mercati europei sembrano aver già scontato questa decisione. Tuttavia, l’ufficializzazione di tale politica potrebbe ancora generare volatilità.
Il crollo del settore tecnologico, dovuto alle preoccupazioni su DeepSeek, il nuovo modello di intelligenza artificiale cinese che si è inserito sul mercato con molte meno risorse dei big, si è attenuato, ma rimane comunque un fenomeno da monitorare. La Fed continua a muoversi con un tono da falco da una parte perché l’inflazione sembra essere persistente: ad esempio l”indice PCE core si attesta al 2,8%, superando l’obiettivo del 2%.
Le pressioni salariali, con un incremento annuo del 4%, e le incertezze legate alle politiche tariffarie dell’amministrazione Trump contribuiscono a mantenere elevata l’inflazione. A ciò risponde comunque una robustezza economica non ignorabile: il mercato del lavoro solido, infatti, non desta troppe preoccupazioni e permette di ritardare l’urgenza degli eventuali tagli ai tassi d’interesse. L’approccio prudente della FED è anche in risposta a quelle che sono le minacce di dazi al 25% da parte di Trump a paesi come il Canada: ciò potrebbe far schizzare in alto l’inflazione ed è per questo che sarà meglio andare cauti.
Perché le borse europee aprono in rialzo nonostante la posizione restrittiva della Fed
Diversi fattori hanno contribuito oggi all’ottimismo dei mercati europei. Innanzitutto si fa riferimento alla divergenza tra BCE e Fed, della quale parlavamo anche nell’apertura borse di ieri mattina. La BCE ha deciso di ridurre i tassi d’interesse non seguendo la linea Fed: un dato storico, visto che non accadeva da decenni. In Europa si è passati dal 3,00% al 2,75% con ulteriori riduzioni previste nel corso dell’anno fino a un 1,75% come obiettivo cardine.
Quindi più liquidità e positività per i mercati europei al momento. A ciò si aggiunge un Euro debole, con un dollaro più forte: una situazione che avvantaggia le esportazioni e incrementa gli utili delle multinazionali europee. Inoltre, nonostante i cali drastici nel settore tecnologico, abbiamo prospettive di crescita moderata in Europa e il brusco calo sembra essersi ripreso.
Cosa potrebbe accadere dopo l’annuncio della Fed? Quattro scenari chiave
Ci siamo chiesti anche noi cosa potrebbe succedere dopo l’annuncio delle politiche Fed, cercando di analizzare la situazione da più punti di vista, possiamo dire che nel breve termine potremmo andare incontro a 4 scenari differenti. Vediamo di spiegarli nel modo più semplice possibile per dare al trader una visione globale di ciò che potrebbe accadere.
- Rafforzamento del dollaro: Un messaggio restrittivo da parte del presidente della Fed, Jerome Powell, potrebbe spingere l’indice del dollaro (DXY) oltre quota 108, esercitando pressioni su materie prime e mercati emergenti. Come dicevamo prima, l’impatto sull’Europa sarebbe diverso perché le aziende esportatrici beneficerebbero di un euro debole, però i settori come acciaio e chimica potrebbero invece risentire dell’aumento dei costi dei dollari.
- Volatilità nei titoli di Stato USA: I rendimenti dei Treasury a 10 anni, attualmente al 4,5%, potrebbero aumentare se la Fed riducesse le aspettative di tagli per il 2025, penalizzando obbligazioni e titoli tecnologici ad alta crescita. Da qui potrebbe partire un effetto a catena con i rendimenti dei Bund tedeschi che sono aumentati a gennaio e potrebbero seguire la stessa tendenza andando così a limitare i benefici dei tagli della BCE.
- Rivalsa delle azioni value USA: Settori come quello bancario e industriale potrebbero sovraperformare grazie ai tassi più elevati, mentre i titoli growth, in particolare nel settore tecnologico, potrebbero subire correzioni di contropartita.
- Rischio di correzione ritardata in Europa: Se la BCE adottasse un tono eccessivamente accomodante, i mercati potrebbero prezzare un allentamento eccessivo, in questo senso ci sarebbero consequenziali vendite e dissesto.
I consigli per il trader a lungo termine e a breve termine
Guardando a queste quattro scenari gli investitori devono dividere le loro strategie tra breve e lungo termine. Per quanto riguarda il breve termine, sul Forex sarebbero da considerare opzioni put sulla coppia EUR/USD, prevedendo un movimento verso 1,03-1,04, per coprirsi da eventuali ribassi dell’euro ottenendo il diritto a vendere a un prezzo più alto, limitando le perdite.
Per quanto riguarda invece le obbligazioni andrebbero evitati i titoli a lunga scadenza nell’area Euro, preferendo ad esempio obbligazioni corporate di alta qualità USA che sono quelli che subiscono meno oscillazioni con rendimenti più elevati.
Spostandoci su lungo termine, sulle azioni europee puntare invece su settori esportatori come l’automotive, il lusso, e poi puntare come sempre anche alle materie prime come l’oro: diventano una copertura contro la volatilità geopolitica. Meno il rame per via della Cina che se dovesse rallentare il prezzo scenderebbe.