Stasi sugli indici delle borse europee, con lievi cali per il settore tech e industriale: i dazi di Trump rendono le acque più agitate, ma è importante capire dove dirigere gli investimenti
Le Borse europee iniziano la giornata con una certa cautela, influenzate dalle recenti dichiarazioni di Donald Trump sull’inasprimento dei dazi contro la Cina, l’Europa e non solo. Questa guerra di dazi vorrebbe mettere sull’attenti l’intero panorama mondiale, compresa la Russia, minacciata da Trump di porre fine alla guerra con l’Ucraina. Gli indici di apertura delle principali borse europee di oggi 23 gennaio 2025 sono:
A Piazza Affari la performance segna una stasi, e va leggermente in negativo soprattutto nei settori industriali e tecnologici. La paura instillata dai dazi tira fuori un sentiment di incertezza e da volatilità che vien fuori dalle misure troppo protezionistiche di una forza mondiale come gli Stati Uniti.
La guerra dei dazi, un tema che ha già scosso i mercati in passato, continua a rappresentare una minaccia per i flussi commerciali mondiali. Tuttavia, dietro a queste tensioni si nascondono opportunità significative per alcune aziende e settori. Politiche come il reshoring, cioè il ritorno delle produzioni nei paesi d’origine, stanno guadagnando terreno, creando scenari di investimento interessanti per chi sa dove guardare e investire.
Nonostante il clima di incertezza, alcune aziende e settori specifici potrebbero trarre un vantaggio dalle nuove politiche trumpiane e dalle problematiche legate alle catene di approvvigionamento. Wall Street sta puntando su trivelle, gas e petrolio dal momento che Trump si è tirato fuori dal green deal.
Gli investitori seguono il mercato e così le rinnovabili vanno in calo. Oltre poi ai dazi per la Cina, il Messico e il Canada, la situazione non sarà differente per l’Europa e la Russia. “Se non ci sarà un accordo a breve con l’Ucraina, non avrò altra scelta che imporre dazi e sanzioni contro la Russia. Putin patteggi e metta fine a questa guerra ridicola” ha dichiarato il presidente americano. Come sfruttare questi nuovi equilibri geopolitici?
L’introduzione di nuovi dazi spinge le aziende a importare merci più rapidamente prima che le tariffe entrino in vigore. Questo aumento della domanda favorisce i fornitori di servizi di trasporto e logistica sul mercato. Inoltre, negli Stati Uniti aziende come l’American Trucking Associations potrebbero incassare guadagni significativi grazie a un incremento delle spedizioni interne al paese.
Le tariffe più elevate sulle importazioni cinesi e europee incentivano la domanda di beni prodotti internamente, questo è scontato. Ma settori come l’acciaio e l’alluminio, spesso colpiti dalle politiche protezionistiche, potrebbero beneficiare di una maggiore attenzione da parte del mercato interno. Anche alcune aziende italiane, coinvolte nella filiera dei metalli e dei materiali da costruzione, potrebbero trovare in questo senso nuove opportunità.
Le aziende tecnologiche americane, che dipendono da minerali rari spesso importati dalla Cina, potrebbero essere favorite da una spinta verso la produzione in casa. Questo settore potrebbe così creare nuove opportunità di investimento per le aziende che riescono a diversificare le fonti di approvvigionamento.
Le interruzioni nelle supply chain globali spingono ovviamente molte aziende a cercare fornitori alternativi o a riportare la produzione nei propri paesi (reshoring). Paesi come il Messico o altre nazioni asiatiche, esclusa la Cina, potrebbero vedere un aumento della domanda per i loro prodotti, ma non solo, anche tutte le imprese che investono in soluzioni locali trarranno beneficio con l’allentamento delle importazioni estere.
Se la situazione in Ucraina evolvesse verso una risoluzione, si aprirebbero opportunità significative per le aziende del settore edile e dei materiali da costruzione, con una forte domanda di cemento, acciaio e altre risorse necessarie per la ricostruzione ad esempio, questo genererebbe lavoro e flussi di materie prime verso il paese da restaurare.
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