Borse caute: tutti i problemi dei dazi

Apertura cauta, lievi rialzi per le borse europee, ma alcuni indici in calo: analizziamo i possibili risvolti delle politiche sui dazi per comprenderne i rischi 

Le Borse europee aprono in leggero rialzo oggi 20 febbraio 2025, presentando incertezza per alcuni indici. Trainate dai nuovi record di Wall Street, ma al tempo stesso ancora incerte, con l’incognita dei dazi statunitensi e delle prossime mosse della Federal Reserve. Ecco gli indici di apertura dei mercati europei di oggi:

donald trump
Borse caute: tutti i problemi dei dazi (fonte:Ansa)-trading.it
  • FTSE MIB (Milano): +0,15%
  • DAX (Francoforte): +0,3%
  • CAC 40 (Parigi): INVARIATA
  • FTSE 100 (Londra): -0,32%

Il leader statunitense ha annunciato l’entrata in vigore di un nuovo round di dazi del 25% su automobili, prodotti farmaceutici e semiconduttori, con la possibilità di estendere la misura anche al legname.

Tuttavia, ha lasciato aperta la porta a un nuovo accordo commerciale con la Cina, e ciò sembra aver attenuato, almeno momentaneamente, le tensioni. Nel frattempo, l’euro cede lo 0,13% in attesa di dati macroeconomici chiave, mentre l’oro segna un nuovo massimo storico, segnale di un clima di incertezza sui mercati.

Analisi degli effetti della guerra dei dazi

Le nuove misure tariffarie annunciate da Trump stanno generando un ampio dibattito tra economisti e analisti. Quali sono i rischi che spingono a riflettere sulla situazione economica globale? A cosa è importante dare attenzione? Questi che vi presentiamo sono i cinque punti chiave che meritano attenzione:

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Analisi degli effetti della guerra dei dazi (fonte: Ansa) -trading.it
  1. Rischio di una spirale inflazionistica e stagnazione economica: secondo Brian Bethune della Boston College, l’imposizione di dazi del 25% su Canada e Messico e del 10% sulla Cina potrebbe riaccendere pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti. Con un’inflazione già superiore agli obiettivi della Fed, il rischio è quello di un prolungato mantenimento dei tassi d’interesse elevati, rallentando la crescita economica e aumentando i costi dei finanziamenti per famiglie e imprese, interne agli USA.
  2. Impatto sull’economia della conoscenza canadese: i dazi non colpiscono solo il commercio tradizionale, ma minacciano anche il settore della conoscenza in Canada. L’analisi del CIGI evidenzia che il commercio digitale subirà un contraccolpo, spingendo il Canada a cercare alternative nei mercati emergenti, come l’Africa ad esempio, attraverso l’area di libero scambio continentale africana (AfCFTA).
  3. Contraddizioni strategiche nei dazi: il Lowy Institute sottolinea una strategia apparentemente contraddittoria: Trump impone dazi più severi a Canada e Messico rispetto alla Cina, considerata il principale rivale strategico degli Stati Uniti. Questo potrebbe indebolire gli sforzi occidentali di ridurre la dipendenza dalla Cina e diversificare le catene di approvvigionamento verso altre economie emergenti.

    america cina segnali stradali
    Analisi degli effetti della guerra dei dazi -trading.it
  4. Effetti negativi sul PIL globale: secondo Oxford Economics, le nuove misure tariffarie ridurranno il PIL statunitense dello 0,7% nel 2025, con impatti ancora più gravi su Canada e Messico. Gli Stati Uniti probabilmente eviteranno una recessione, ma i loro principali partner commerciali subiranno un aumento della disoccupazione e dell’incertezza economica.
  5. Il paradosso dei dazi, uno stimolo temporaneo al commercio: John Lorié di Atradius evidenzia un effetto paradossale: la prospettiva di nuovi dazi potrebbe spingere le imprese a intensificare le importazioni nel breve termine per evitare tariffe future. Tuttavia, questo stimolo temporaneo rischia di essere seguito da un brusco rallentamento nel 2026, quando i dazi entreranno pienamente in vigore.

In sintesi, la politica commerciale di Trump sta alimentando incertezza sui mercati, ma non solo: i risvolti negativi potranno arrivare in primis per gli USA. Una politica contraddittoria che rischierà di diminuire il pil, non incidere sull’onnipresenza della Cina a livello di export verso altri paesi, e di danneggiare anche aziende interne, che hanno goduto della possibilità di intessere commerci globali fino ad ora, e che nel 2026 dovranno ricalibrare tutta la filiera per non morire. I possibili effetti negativi secondo gli esperti si potrebbero avere su inflazione, crescita economica e stabilità geopolitica. Le Borse rispecchiano quindi confusione e timore, in attesa di tempi più decisi e trasparenti.

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