Mercati finanziari europei positivi ma poco mossi, Trump annuncia la riserva federale Crypto: cosa potrebbe accadere all’economia globale
Le borse europee si sono trascinate a sé la positività delle borse asiatiche, che in questa apertura di settimana hanno inaugurato un periodo di robusti guadagni, sostenute dalla chiusura di Wall Street di venerdì scorso e da dati incoraggianti provenienti dal settore manifatturiero cinese. Milano apre poco mossa, ecco gli indici di apertura dei mercati finanziari europei di oggi 3 marzo 2025:
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- FTSE MIB (Milano): -0,03%
- DAX (Francoforte):+0,6%
- CAC 40 (Parigi):-+0,02%
- FTSE 100 (Londra):+0,16%
Nonostante febbraio sia stato un mese complessivamente negativo per i mercati statunitensi, l’Europa sembrerebbe aver registrato performance record, anche se influenzate dal continuo sali e scendi tecnico e confusionario che ha reso i mercati tensivi e poco affidabili per gli investitori. Secondo gli analisti si percepisce però un clima di ottimismo nelle contrattazioni di inizio marzo, che fa ben sperare assetti differenti e nuovi equilibri per i prossimi mesi.
A rafforzare ulteriormente il sentiment degli investitori è stato anche l’annuncio di un imminente accordo di libero scambio tra India e Unione Europea. Il primo ministro indiano Narendra Modi e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen hanno dichiarato a fine settimana scorsa l’intenzione di finalizzare l’intesa entro la fine del 2025.
L’obiettivo sarebbe quello di potenziare la cooperazione in settori chiave come tecnologia, investimenti e difesa. Insomma, l’Europa sentitasi messa con spalle al muro ha scelto di rispondere strategicamente con nuove e solidificate alleanze, per contrastare le tensioni commerciali globali partite dagli Stati Uniti. Anche una sorta di risposta alle considerazioni di Trump, che ha definito l’Europa come un intralcio allo sviluppo degli USA, più che un’alleata. Nel frattempo, dal punto di vista politico, tutta l’UE, compresa anche l’Italia, ha fatto sentire espressamente la sua vicinanza a Zelensky dopo il discorso pubblico alla Casa Bianca.
Trump annuncia una riserva strategica di criptovalute
A generare ulteriore movimento nei mercati è stato anche l’annuncio di Donald Trump, che ieri ha dichiarato l’intenzione di creare una riserva strategica di Bitcoin. Il Presidente ha sottolineato come gli Stati Uniti debbano proteggersi dagli “eccessi delle politiche della Federal Reserve” e considerare le criptovalute come un asset strategico da includere nelle riserve del Paese. Le sue parole hanno immediatamente avuto un impatto sul mercato: il Bitcoin, come immaginato, ha registrato un’incredibile impennata storica, superando i 90.000 dollari.
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Quel che doveva rimanere una nostra ipotesi eccentrica, un po’ fuori dal comune, si è rivelata realtà appena 2 mesi dopo. Ebbene sì, la riserva strategica di Bitcoin è stata un’ipotesi che noi di Trading.it avevamo già anticipato in un’analisi pubblicata il 5 gennaio 2025 sul nostro sito.
Quando avevamo evidenziato la possibilità che Trump potesse aggirare le resistenze della Federal Reserve proponendo il Bitcoin come riserva federale: una follia? Sì, non pensavamo accadesse certamente, ma avevamo ipotizzato quali potevano essere i risvolti assurdi sia sul piano politico che economico, nel caso Trump facesse un’esternazione così radicale ed eclettica. Nel nostro articolo avevamo spiegato come questa mossa avrebbe potuto avere conseguenze dirompenti per i mercati finanziari e per la regolamentazione delle criptovalute negli Stati Uniti.
L’annuncio di Trump conferma ora la fondatezza di quelle previsioni, che se per molti sono sembrate esagerate, per noi invece hanno significato saper interpretare gli scenari. Adesso si è aperta una nuova strada per le criptovalute, e la mossa statunitense potrebbe dare il via a una scelta epocale che potrebbe vedere le crypto come una nuova moneta di scambio legale per il mondo.
Quali criptovalute saranno incluse nella riserva strategica
Trump non si è limitato a parlare di Bitcoin. Il Presidente ha infatti annunciato che la riserva strategica includerà anche altre criptovalute, tra cui XRP, Solana (SOL) e Cardano (ADA). Questa scelta potrebbe avere un impatto significativo sul mercato, poiché allargherebbe il concetto di riserva strategica a un paniere di asset digitali più diversificato, e non solo, farà da apripista nella considerazione delle crypto come asset ormai affidabili che man mano stanno entrando nelle nostre realtà e non solo più moneta di scambio per il metaverso.
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Alcune fonti suggeriscono che potrebbero essere incluse anche Ethereum (ETH) e altre altcoin, ma al momento non vi è ancora una conferma ufficiale. La decisione ha ovviamente generato entusiasmo tra gli investitori, portando a una crescita immediata del valore delle criptovalute menzionate.
Bitcoin ha superato i 90.000 dollari, mentre XRP, SOL e ADA hanno registrato rialzi a doppia cifra. Tuttavia, la notizia ha anche sollevato alcune critiche, soprattutto da parte dei massimalisti di Bitcoin, che temono che l’inclusione di altre criptovalute possa diluire l’importanza e il valore della principale criptovaluta. Ma quali saranno gli effetti economici di questa mossa? Cioè, da questo momento, cosa cambierà nel mondo e le criptovalute che ruolo avranno?
Quali saranno gli effetti economici e politici delle crypto come riserva strategica
L’annuncio di Trump riflette una posizione chiara a favore del settore cripto, in netto contrasto con l’approccio più cauto (e in alcuni casi restrittivo) dell’amministrazione Biden. Il Presidente attuale aveva già più volte criticato le politiche economiche attuali, accusando il governo di ostacolare l’innovazione e il settore delle criptovalute, e aveva puntato la sua campagna politica anche al fianco della crescita esponenziale del Bitcoin, dandogli maggiore rilievo rispetto a qualsiasi altro paese. Adesso, con questa mossa, non solo cerca di rafforzare la presenza degli Stati Uniti nel mondo cripto, ma invia anche un segnale forte agli investitori e agli operatori del settore.
Tra le possibili conseguenze sul mercato, ci sono:
- Maggiore credibilità per le criptovalute: se il governo decidesse definitivamente di accumulare criptovalute nelle sue riserve, ciò potrebbe portare a una maggiore accettazione istituzionale e a nuove regolamentazioni più favorevoli.
- Deregulation e meno vincoli: l’amministrazione Trump potrebbe adottare politiche più permissive, incentivando l’innovazione e attirando nuove aziende del settore negli Stati Uniti, evitando l’ancoraggio alla Federal Reserve che in tempi non sospetti non avrebbe mai accettato le crypto come moneta legale.
- Rischi di instabilità: d’altra parte però non è detto, perché la decisione potrebbe incontrare forti resistenze da parte delle istituzioni finanziarie tradizionali e della stessa Federal Reserve, che teme un indebolimento del dollaro.
Sappiamo che Trump ha scelto tutti i funzionari per le sue amministrazioni non tanto per i titoli ma per la devozione che avevano nei suoi confronti: una mossa strategica, che si comprende andando a guardare i curricula di ognuno di loro. La strategia mira ad avere il controllo assoluto sulle sue scelte, in modo da non venire ‘infastidito’ da limitazioni contrastanti.
Adesso il 7 marzo si terrà un summit sulla regolamentazione delle criptovalute, durante il quale verranno forniti ulteriori dettagli sulla sua strategia. Questo evento sarà importante per tutti gli investitori per capire quali direzioni prenderà il mercato e quale sarà la risposta delle istituzioni finanziarie. L’annuncio di Trump rappresenta una svolta epocale, senza accezioni positive o negative, ma sarà un monito sulle nuove direzioni che sta prendendo la storia dell’economia globale.