Un valido aiuto per tutte quelle aziende che hanno voglia di innovazione: se vivi al sud il contributo è doppio, si può approfittare per tutto il 2025
Il sostegno alle imprese italiane è stato spesso oggetto di critiche, soprattutto da parte di chi opera nelle Regioni del Sud: poche infrastrutture e poche aziende che investono sul territorio. Se l’Italia vuole crescere, deve comprendere che lasciare indietro il Sud non è una soluzione, ma solo uno scompenso. La nostra Penisola dovrebbe avere una distribuzione di infrastrutture omogenea ed evitare che le ricche Regioni del Sud diventino luoghi dimenticati.
Troppo spesso gli incentivi fiscali sembravano disegnati su misura per le aziende del Nord, lasciando il Mezzogiorno con poche risorse e difficoltà ancora più marcate nel restare competitivo. Ma questa volta qualcosa è cambiato. Con il Credito d’Imposta per Ricerca & Sviluppo 2025, il governo ha rinnovato un incentivo che può realmente fare la differenza, specialmente per le imprese meridionali, o almeno dare un chiaro segnale di volontà di strutturare reti commerciali più efficienti anche al sud.
Questa agevolazione fiscale permette di recuperare una parte delle spese sostenute per attività di ricerca e sviluppo, innovazione e design. Un’opportunità concreta per le aziende che vogliono investire in tecnologia, digitalizzazione e nuove soluzioni, cercando di mettersi al passo in contesti in cui è difficile innovare. Il Mezzogiorno così godrà di aliquote più alte rispetto al resto d’Italia. Ma cosa significa tutto questo in pratica? Chi può beneficiarne e come si accede a questi fondi?
Il Credito d’Imposta per Ricerca & Sviluppo è uno strumento fiscale che permette alle aziende di recuperare una parte delle spese sostenute per attività innovative. Questo significa che le imprese che investono in nuovi prodotti, processi produttivi o tecnologie avanzate per migliorare la propria proposta aziendale, possono ottenere un rimborso sotto forma di credito fiscale, che poi potrà essere usato per compensare imposte e contributi previdenziali.
Le aliquote del credito d’imposta variano a seconda della tipologia di investimento:
Le imprese che investono in questi ambiti possono quindi beneficiare di una riduzione dei costi: una sorta di incentivo a migliorare le industrie italiane e rendere più facile l’adozione di nuove soluzioni tecnologiche, che oltre a migliorare la singola azienda, diventano una risorsa per il territorio. L’Italia infatti cresce grazie a un’economia made in Italy in mano ai medi e piccoli imprenditori.
Nello specifico, per il periodo d’imposta in corso fino al 31 dicembre 2025, il credito per l’innovazione tecnologica è fissato al 5%, con un limite massimo annuale di 2 milioni di euro. Ma per le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale, il credito d’imposta è del 10%, con un massimo annuale di 5 milioni di euro.
La vera novità di quest’anno riguarda le imprese con sede nel Mezzogiorno. Tradizionalmente penalizzate da una carenza di fondi e infrastrutture, queste aziende possono ora godere di aliquote più elevate. In particolare:
Uno degli aspetti più interessanti di questo incentivo è la possibilità di cumulare il credito d’imposta con altre agevolazioni fiscali. Ciò significa che le aziende possono combinare più strumenti per ottenere un risparmio ancora maggiore. Come il Bonus investimenti per gli impianti e i macchinari, il patent box come agevolazione fiscale su brevetti e innovazioni tecnologiche, e il fondo Nuova Sabatini che supporta le PMI che acquistano beni strumentali. Per far domanda del credito, è necessaria la certificazione tecnica delle attività oggetto, una relazione del revisore legale e poi una richiesta presentata tramite modello F24.
Il consiglio per chi vuole beneficiare di questo incentivo? Informarsi subito, calcolare i potenziali vantaggi e strutturare gli investimenti per massimizzare il risparmio fiscale. L’innovazione è la chiave del futuro, e con le giuste agevolazioni, può diventare un’opportunità accessibile a tutti.
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