Per facilitare il licenziamento volontario nuovi incentivi, l’accordo è stato siglato. Le sigle sindacali al lavoro per migliorare le condizioni.
Un’intesa che sembrava quasi un miraggio e invece alla fine è arrivata, con un aumento fino al trenta per cento agli incentivi per l’uscita volontaria che erano stato concordati nei mesi addietro. Che cosa significa? Che i lavoratori potranno licenziarsi e ottenere un tesoretto di massimo settantamila euro, da calcolare in base all’anzianità – la soglia era stata fissata a 50mila euro in passato. E non solo perché sono stati studiati pure dei percorsi di outplacement da 4mila euro, che in ogni caso dovranno essere erogati dall’azienda stessa.
Inoltre, ai dipendenti in uscita (per un massimo di venti) potrà essere proposto l’impiego presso un’agenzia di lavoro interinale per dodici mesi. Questo in sostanza il riassunto dei concordati tra datori di lavoro e single sindacali, l’incontro decisivo è andato in scena martedì 3 dicembre ma da allora si è continuato comunque a discutere. In particolare i sindacati sono preoccupati dalla situazione di tutti quei lavoratori che invece sceglieranno di tenere il proprio lavoro, nonostante i tagli ai costi e le numerose chiusure verificatesi di recente.
Benetton, accordo sul licenziamento volontario: i sindacati trovano l’intesa
Non sta vivendo un momento particolarmente favorevole il marchio Benetton, considerando che in tutto il mondo sono stati chiusi ben cinquecento negozi, di cui duecento due solo in Italia – questi comprendono gli outlet e gli store Sisley e Undercolors. Se consideriamo che nel nostro Paese sono disseminati complessivamente quasi settecento punti vendita, le ultime chiusure riguardano il trenta per cento del totale. E non solo, perché si sta lavorando incessantemente sugli esodi volontari, con una nuova intesa raggiunta di recente attraverso i sindacati.
Per non uscire con le ossa rotte dalla crisi che sta attraversando, l’azienda dovrà raggiungere l’obiettivo di cinquanta milioni di perdite nel 2025, visto che il bilancio del 2023 è stato chiuso con una perdita di duecentotrenta milioni di euro. “L’accelerazione del cambiamento e le difficoltà finanziare hanno complicato gli accordi precedenti ma siamo riusciti a mantenere fermo il limite di solidarietà individuale massimo al quaranta per cento”, hanno spiegato i rappresentati delle sigle coinvolte.
Fino al 28 febbraio 2025, infatti, nessuno dei lavoratori – riguarda quasi novecento dipendenti, su un totale di milletrecento – potrà essere interessato in più di due giorni di solidarietà, dopodiché si andrà a discutere nuovamente l’intesa.