Arriva il bonus sulle pensioni, la proposta è inserita in Manovra: ma quanto conviene ai lavoratori pensionabili?
In questi giorni non si fa altro che parlare della proposta di un bonus per il 2025 per i papabili lavoratori pensionabili che invece di accettare l’uscita dal mondo del lavoro decidano di continuare a lavorare. Sembra essere questa una prima ‘soluzione’ indetta dal Governo per la gestione delle poche risorse per gli assegni pensionistici e il relativo invecchiamento della popolazione. Più gli anni passano, più la natalità diminuisce, più gli anziani aumentano.
Di conseguenza diminuiscono i lavoratori, e aumentano i richiedenti benefici previdenziali per cui hanno pagato le tasse tutta la vita. Come si fa a pagare tutte le pensioni? Semplicemente si aggiungono sempre più requisiti per l’uscita e si aumenta l’età media pensionabile, con uscite a scaglioni che vedono forti tagli sull’assegno pensionistico. Beh è chiaro che il sistema pensionistico italiano avrebbe bisogno di una vera e propria profonda riforma, a quanto pare, per il Governo, non ci sono abbastanza fondi e anche per quest’anno verrà rimandata.
Ma cosa cambia quindi rispetto al 2024? Innanzitutto abbiamo già salutato Quota 41, Quota 103 e Ape sociale invece verranno riconfermate e potranno essere utilizzate come scorciatoie per i nati negli anni ’60. Ma sulla riforma pensioni sta emergendo anche la proposta di introdurre incentivi economici per chi rinvia l’uscita dal mondo del lavoro. Ritardare il problema non è certo la risoluzione del problema, ma al di là dell’utilità della papabile proposta attuativa per la legge di bilancio 2025, resta da capire se potrebbe diventare un vero beneficio per il lavoratore o il contrario.
Il problema principale è che, se da un lato i lavoratori escono prima dal lavoro (accettando il taglio sull’assegno pensionistico pur di avere la pensione), dall’altro la vita media della popolazione si allunga, costringendo l’INPS e lo Stato a pagare le pensioni per un periodo più lungo. Si parla quindi anche ai vertici di Bruxelles di una possibilità di insostenibilità dell’intero sistema pensionistico italiano.
Per questo motivo, si stanno cercando soluzioni per ridurre la spesa pubblica destinata alle pensioni, almeno nel breve termine. Oltre alle penalizzazioni relative all’uscita anticipata, il Governo propone un Bonus pensioni. Nella proposta del CNEL si prevede un premio per chi rimanda il pensionamento oltre i 67 anni. Quindi, con penalizzazioni per chi anticipa e premi per chi ritarda, si punta a incentivare i lavoratori a rimanere al lavoro più a lungo.
Non c’è una vera e propria risposta perché ancora non sono stati messi a punto i dettagli della proposta, resta quindi da capire quanto vantaggio avrà il lavoratore a rimanere al lavoro. Diciamo che il vantaggio sarà sicuramente anche inerente alla tipologia di lavoro: per esempio, un operaio a una certa età dovrà fare molta più fatica per allungare il periodo lavorativo rispetto a chi ha un lavoro d’ufficio che non implica lo sforzo fisico: non in tutti i casi ci sarà convenienza.
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