Tanti soldi e subito con il bonus partite iva, chi l’ha detto che il libero professionista sia ricco a prescindere?
L’aggiornamento è una bella rivincita per tutti coloro che sono a partita iva, e che da sempre sono estati esclusi da qualsiasi tipologia di bonus a sostegno del reddito. Complice un pregiudizio culturale tipicamente italiano, come anche le difficoltà economiche del momento che stanno sempre più aggravando la professionalità dei lavoratori. Questa notizia è una manna dal cielo.
800 euro al mese dall’INPS sono davvero una vagonata di soldi per chi non ne guadagna tantissimi e di conseguenza, viene mangiato dalle tasse. Ergo, è un dovere pagarle, ma è un onere statale riconoscere le concrete difficoltà dei lavoratori. Anche mai come in questo momento, i liberi professionisti necessitano di far uso di sussidi a sostegno del reddito.
È una concezione ricca di pregiudizi e ferma a 100 anni fa, soprattutto è una visione che per niente rispecchia la realtà dei fatti. Non riuscendo a far fronte alla vita di tutti i giorni e alle tasse, molti chiudono la P.IVA, nonostante sia questa la loro unica modalità di arricchimento.
Come ottenere il bonus partita iva, a partire dai destinatari.
Anche se bisogna definire la notizia come “piacevole” per la categoria, comunque ci son delle differenziazioni. Perché l’aggiornamento non è uguale per tutti, e bisogna capire quali partite iva rientrano nel bonus in questione.
Ci sono ISCRO, Naspi e Di-Coll per chi perde lavoro e si vede mancare il reddito sotto i piedi,. Dal 2025 le cose cambiano per chi ha Partita Iva: gli verrà riconosciuta l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa! Siglata con ISCRO. È uno strumento di sostegno al reddito per gli autonomi legati all’esercizio di arti e professioni, con gestione separata, i quali hanno subito una grossa perdita di guadagni.
La misura introdotta nel 2020, è erogata per 6 mesi una volta al mese, ma l’INPS chiarisce nella circolare n. 25 del 2025, che l’indennità non può essere minore di 252 euro, ma nemmeno maggiore di 806 euro.
Tra i requisiti che determinano i destinatari bisogna avere Partita Iva, essere iscritti a Gestione separata, non avere pensione diretta o altra forme di previdenza, e non avere un AU. Anche il reddito influisce, quello dell’anno precedente alla presentazione della domanda deve essere minore del 70% del reddito medio dei tre anni precedenti. Quindi, nel 2024 non si deve aver dichiarato un reddito maggiore di 12,648 mila euro!
Non bisogna dimenticare la Naspi per dipendenti che hanno perso il lavoro senza volerlo, e Dis-Coll a sostegno dei collaboratori coordinati e continuativi, pure quelli a progetto, e chi si occupa di ricerca con borsa di studio. La misura è estesa anche a chi lavora in PA. Bisogna avere Partita Iva, chiudere l’attività, essere disoccupato in maniera involontaria, e avere un mese di contribuzione dal 1 gennaio precedente all’evento di cessazione, fino al termine stesso.
L’importo massimo è di 1562 mila euro e dura 12 mesi. Si calcola l’indennità di disoccupazione di 1436 euro. Stessa cosa per Naspi.
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