Vedersi bloccato il bonus mamme, è per queste cittadine, l’ennesimo smacco: è tutto bloccato, ecco perché.
Lo Stato non è nelle condizioni di poter aiutare soggetti sociali fragili, in questo caso le mamme. Se i bonus sono lo strumento a sostegno dei cittadini per eccellenza, ed hanno sempre funzionato, perché adesso vengono meno? Anche perché la legge c’è ed è stata fatta, perché tutto è bloccato?

La questione si complica, perché per quanto dura da digerire, è ancora più assurda. Che lo Stato non abbia molte risorse è noto, infatti se in certi contesti non si attuano riforme e politiche attive, è proprio per questo. Comunque i cittadini si ritrovano senza risparmio e minimo guadagno. Come uscirsene?
Non è un bel quadro quello delineato. La misura del bonus sostiene per come può, ed è stata finora da ambe le parti la soluzione migliore. Se il Welfare deve garantire il massimo benessere possibile ai suoi cittadini, ha fatto bene ad usarla se non aveva altri mezzi. Ma adesso perché vengono meno? Non sussistono ammortizzatori sociali sostenuti da politiche attive, un bel guaio. Ma perché?
Se il bonus mamme è bloccato come aiutare le situazione di fragilità?
Nonostante ci sia una legge per il bonus mamme, questo è bloccato. La discriminazione economica si consolida e a questa si unisce la maggior colpa a livello strutturale e governativo: quella di avere una burocrazia lenta, specie nella concretizzazione.

Niente decreto attuativo equivale a non avere nessuna indicazione. Quindi, nonostante ci sia una legge a favore del bonus mamme, queste non potranno ottenerlo finché non entrerà in gioco un decreto operativo in tal senso. Non è un dispetto, ma è la burocrazia italiana che per quanto meticolosa, è decisamente lenta.
Non essendoci decreto attuativo non sono esplicati i dettagli per la modalità, importi, erogazione e pagamento. Insomma, mancano le parti più importanti per finalizzare l’intento per quanto nobile che sia! La questione altera perché finalmente la nuova Manovra di Bilancio 2025 aveva esteso questa possibilità anche alle mamme che svolgono lavoro autonomo.
Entro il 31 gennaio si sarebbe dovuto adottare il decreto ministeriale, specie perché il meccanismo di quest’anno, sarà diverso. Un nuovo schema che lo concede a chi ha 3 figli a carico, il più piccolo deve avere meno di 10 anni e un ISEE annuo entro i 40 mila euro, ed un’esenzione contributiva totale.
Anche l’INPS ha spiegato che bisogna aspettare il decreto dal Ministero del Lavoro in concerto con quello dell’ Economia. Da lì il datore potrà applicare l’esonero in busta paga, le lavoratici dovranno presentare un’autocertificazione che attesti le informazioni richieste, dal numero dei figli all’età. Inoltre, è l’ente previdenziale ch verificherà i requisiti.
In conclusione, ci saranno mamme con i requisiti a non poter ottenere lo sgravio fiscale previsto dal bonus! Questo vale per le lavoratrici con due o più figli. Chi ne ha tre avrà il vecchio esonero del 2024, al 100%. Non possono accedere al bonus parziale le mamme con due figli e che già ne beneficiano. Il bonus ci sarà e con regole diverse, ma quando?