Le donne non sempre riescono ad entrare nel mondo del lavoro specie quando sono ‘svantaggiate’: scopriamo cosa vuol dire e gli aiuti previsti.
Pari opportunità nel mercato del lavoro: un diritto che dovrebbe essere ormai consolidato, non sempre ha riscontro nella realtà. Esistono ancora oggi donne definite svantaggiate e lo Stato cerca di venire loro incontro con un Bonus che potrebbe far tornare il sorriso a chi lotta ogni giorno contro la discriminazione a la difficoltà nel trovare un’occupazione.

Il Bonus per agevolare le donne nel trovare un’occupazione va a favorire la base del problema: i datori di lavoro. Datori che spesso non riescono ad assumere nuovo personale perché strozzati dalle tasse e dai contributi troppo alti da sopportare. Succede soprattutto nel Sud Italia. Per questo motivo, nell’ambito della Zona economica Speciale unica per il Mezzogiorno – ZES unica, l’articolo 23 del DL 7 maggio 2024, n. 60, ha introdotto in favore dei datori di lavoro privati che assumono donne svantaggiate dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025 l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali con esclusione dei premi e contributi INAIL.
Un passo importante per incentivare le aziende ad assumere le cosidette donne svantaggiate. Ma chi sono? Sono le donne con almeno 50 anni di età e disoccupate da oltre 12 mesi oppure donne di qualsiasi età residenti in regioni ammissibili ai finanziamenti, donne di qualsiasi età che svolgono professioni o attività lavorative in settori economici caratterizzati da un’accentuata disparità occupazionale di genere e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi e donne di qualsiasi età, ovunque residenti e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno ventiquattro mesi.
Un Bonus dedicato alle donne: cosa cambia da oggi
Ai datori di lavoro privati che fino al 31 dicembre 2025, assumono con contratto a tempo indeterminato donne prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, non importa dove siano residenti, è riconosciuto l’esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali con esclusione dei premi e contributi INAIL, il limite massimo è di 650 euro su base mensile per ciascuna lavoratrice.

Saranno agevolate prima di tutte, le assunzioni con contratto a tempo indeterminato di: donne prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, ovunque residenti; donne prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, residenti nelle regioni della ZES unica per il Mezzogiorno, donne occupate nelle professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna che supera almeno del 25% la disparità media uomo-donna in tutti i settori economici individuate con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
Sono esclusi dal beneficio i rapporti di lavoro domestico e i rapporti di apprendistato ma anche coloro che hanno ricevuto e successivamente non rimborsato o depositato in un conto bloccato gli aiuti che lo Stato è tenuto a recuperare in esecuzione di una decisione di recupero di cui all’articolo 16 del Regolamento (UE) 2015/1589.
L’ammontare dell’agevolazione non può in ogni caso superare il 50% dei costi salariali, così come definiti al punto 31 dell’articolo 2 del Regolamento (UE) n. 2014/651.