Nell’ultimo maxi provvedimento del Governo Draghi trova spazio anche il bonus imprese energivore, che va a ‘coprire’ il meccanismo di autoconsumo di energia autoprodotta da rinnovabili. Ecco chi sono i beneficiari e come funziona il meccanismo dell’agevolazione.
Il decreto Aiuti bis è un provvedimento trasversale, che vuole di fatto supportare cittadini ed imprese, in una difficile congiuntura economica come quella odierna.
Se fanno paura rincari del costo dell’energia e bollette, ecco una risposta delle istituzioni grazie al cosiddetto bonus imprese energivore per autoconsumo.
E’ una misura in tema di incentivi sulle rinnovabili, ovvero una novità introdotta a favore delle imprese cosiddette energivore – quelle aziende che per compiere le proprie attività hanno bisogno di grandi quantità di energia elettrica o di gas. La definizione di questa tipologia di imprese si può trovare in un decreto del MISE del 21 dicembre 2017, che indica che queste imprese si trovano a sostenere costi energetici piuttosto consistenti, rispetto ai costi di produzione – e proprio in ragione dell’attività esercitata.
Siamo innanzi ad una agevolazione che si sostanzia in un credito d’imposta fino ad una certa percentuale di spesa. Vediamone più da vicino le caratteristiche nel corso di questo articolo.
Lo abbiamo appena accennato, il recente Decreto Aiuti Bis (art. 6 comma 1) ha previsto vari strumenti di sostegno a favore del tessuto imprenditoriale italiano che, dopo la dura fase della pandemia, non vuole interrompere la ripresa a causa della questione energia.
In particolare il bonus imprese per energia e autoconsumo:
Il bonus è un credito d’imposta fino al 25% della spesa, che può essere conseguito dalla singola azienda energivora nella finalità di non tagliare fuori queste categoria di imprese – virtuose da lato della produzione e dello sfruttamento dell’energia – da quell’insieme di misure di supporto che l’Esecutivo ha posto in essere per controbattere alla crisi energetica odierna.
Abbiamo detto che si tratta di aziende virtuose, ed il perché è piuttosto evidente. Si tratta infatti di quelle imprese che danno il loro personale contributo alla transizione energetica e allo sviluppo sostenibile, ovvero temi oggi di assoluta rilevanza ed impatto sociale.
Vero è che dapprima il bonus in oggetto era stato previsto dal decreto Sostegni-ter a favore delle imprese energivore, come credito d’imposta assegnato fino al 25% per le spese effettuate per la componente energetica acquistata e di fatto utilizzata nel primo, secondo e terzo trimestre di quest’anno.
Successivamente l’agevolazione è stata allargata anche alle aziende gasivore e, come appena visto, da adesso anche alle imprese che autoproducono e autoconsumano energia tramite rinnovabili.
Dal punto di vista del funzionamento del bonus imprese energivore, ricordiamo quanto segue:
Quest’ultimo punto è molto importante e rappresenta un requisito da rispettare per l’assegnazione del bonus imprese in oggetto.
Ricordiamo infine che il bonus è da ritenersi cumulabile con diverse ed ulteriori agevolazioni, che si riferiscano gli stessi costi, a condizione che detto cumulo non conduca ad oltrepassare il costo sostenuto.
Il credito d’imposta potrà essere sfruttato dall’azienda energivora sia in compensazione, per pagare imposte o tributi dovuti al Fisco, sia con cessione del credito per intero ad altri soggetti (banche incluse).
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