Un bonus del genere può fare la differenza per i pensionati che soffrono la patologia. Aiuto sociale e non solo, le diseguaglianze sono combattute dal Welfare con decisione.
Esser pensionati a fine 2024, andando poi a ridosso del 2025, non è affatto facile. Potrebbe in apparenza sembrare un periodo “sereno” della vita di ognuno, ma è evidente che non sia proprio così, perché le tensioni del mondo del lavoro non diventano un ricordo. Forse si tramutano in problematiche dalle caratteristiche differenti. È il caso dei pensionati che ricevono il bonus per via della patologia. Non solo questo, si delinea un quadro critico e difficile.
Pensionarsi è un miraggio al giorno d’oggi, e anche chi raggiunge la meta, sa benissimo che navigare in queste acque, significa abbracciare il mare dell’incertezza. Il punto è che molte persone non sanno che attraverso questo bonus possono accedere alla pensione per malattia. Ma appunto è una notizia che non ha trovato larga diffusione, nonostante se ne confermino i vantaggi.
Al centro delle variazioni ci sono gli importi, specie per l’anno in arrivo. Gli aumenti sono garantiti, e per questo ci si interfaccia agli aggiornamenti del momento, con l’obiettivo di avere tra le mani gli strumenti che ne potenziano le aspettative al fine di diventare realtà concrete.
Chi può abbracciare le seguenti novità? Se l’importo iniziale di 333 euro circa sembra basso, non bisogna temere, perché subisce un incremento grazie alle nuove disposizioni. La legislazione entra in soccorso dei singoli, poiché l’assegno può essere integrato fino a un massimo di 709 euro mensili. Ma quali sono i casi?
L’aumento previsto è di 338/339 euro in base al caso, con l’integrazione sopra menzionata se il disabile e il coniuge in causa non hanno altri redditi. Si sta parlando della pensione di invalidità, per questo bisogna evidenziare il grado e livello e la stessa situazione reddituale di chi ne beneficia, poiché ne definiscono la somma da ottenere a partire dalla percentuale.
Non è una somma uguale per tutti, ma dipende dal punteggio di invalidità conteggiato dall’INPS. Questo va dal 34% al 100%, e il livello di invalidità viene determinato in relazione alla valutazione medica. Chi ha un valore di 74% accede alla pensione di invalidità. Esaminato il meccanismo, la domanda sorge spontanea: di quale patologia si sta parlando?
Innanzitutto bisogna analizzare il principio di base che anima la pensione di invalidità. Concerne un aiuto economico finalizzato a chi non è in grado di lavorare e ha invalidità permanente. Quindi, si fa domanda all’INPS, e ci si sottopone a visita medica che ne valuta il grado. Sono diverse le malattie che hanno diritto a ciò. Vi fanno parte quelle neurologiche come la sclerosi multipla e le tutte le malattie che causano una degenerazione del sistema nervoso.
Anche quelle psichiatriche, muscolari, respiratorie come la fibrosi polmonare, ma anche quelle oncologiche come i tumori in fase avanzata. Infine, vi figurano anche le malattie rare come la sindrome di down, poiché limitano significativamente la possibilità di lavorare. Infine, a decidere del grado di invalidità conferendo poi una determinata somma, è la stessa INPS.
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