Il bonus facciate è una agevolazione fiscale molto conveniente, ma che scatta però soltanto entro specifiche condizioni. Ecco quali sono, anche alla luce dei chiarimenti offerti dall’Agenzia delle Entrate.
In un quadro così vasto di bonus varati per aiutare cittadini, famiglie ed imprese, non possiamo non dimenticare che è tuttora attivo il bonus facciate, ovvero una specifica agevolazione fiscale che si concretizza in una detrazione d’imposta avente particolari caratteristiche, che di seguito richiameremo.
Ricordiamo subito che l’ultima legge di Bilancio ha allargato la detrazione in oggetto fino al 31 dicembre di quest’anno, ma con aliquota pari al 60% e non più del 90% come negli anni scorsi.
Come funziona il bonus facciate? Per quali opere può scattare? Chi sono i beneficiari e come possono sfruttare l’agevolazione fiscale in gioco? Ecco tutte le risposte in questa sintetica guida pratica.
Riportiamo di seguito le caratteristiche chiave di questa agevolazione, così come riportate nel sito dell’Agenzia delle Entrate. Ebbene, il bonus facciate:
Tecnicamente, l’agevolazione fiscale in oggetto è una detrazione dall’imposta lorda Irpef o Ires ed è assegnata appunto laddove siano svolti interventi mirati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti, anche strumentali.
La detrazione fiscale del bonus facciate 2022 deve essere suddivisa in 10 quote annuali di identico importo nell’anno di sostenimento delle spese e in quelli posteriori. Non vi sono tetti massimi di spesa, a differenza di altre agevolazioni per interventi sugli immobili, e non è previsto neanche un tetto massimo di detrazione.
Le Entrate precisano altresì che sono inclusi nel beneficio fiscale soltanto gli interventi e le opere sulle strutture opache della facciata, su balconi o su ornamenti e fregi. Sono compresi però anche gli interventi di sola pulitura o tinteggiatura esterna.
In particolare, si tratta delle zone A e B individuate dall’articolo 2 del decreto n. 1444 del 1968 del Ministro dei lavori pubblici, che include essenziali indicazioni in tema di limiti e regole in campo urbanistico in Italia. In sintesi:
Affinché possa applicarsi l’agevolazione in oggetto, gli edifici devono dunque essere nelle zone A e B oppure in quelle a queste assimilabili sulla scorta della normativa regionale e dei regolamenti edilizi comunali.
L’Amministrazione finanziaria ha poi indicato altri dettagli sul funzionamento del bonus facciate 2022, spiegando che se i lavori di rifacimento della facciata, nel caso in cui non siano di mera pulitura o tinteggiatura esterna, attengono ad interventi che hanno rilievo dal punto di vista termico o che riguardano più del 10% dell’intonaco della superficie disperdente lorda totale della struttura:
In queste circostanze l’ENEA compirà controlli sull’effettiva esistenza dei necessari presupposti, in base alle procedure e modalità di cui al decreto interministeriale 11 maggio 2018.
Le Entrate ricordano altresì che altre regole di riferimento in materia sono quelle di cui al decreto MEF n. 41 del 1998, vale a dire il regolamento in campo di detrazioni per le spese di ristrutturazione edilizia.
La detrazione in oggetto può essere sfruttata da tutti i contribuenti residenti e non residenti in Italia, anche laddove siano titolari di reddito d’impresa (società di persone e società di capitali), che effettuano spese documentate per l’esecuzione degli interventi oggetto di agevolazione fiscale e che possiedono a qualsiasi titolo l’immobile su cui viene fatta l’opera di rifacimento.
Attenzione inoltre a quanto segue. Come già per il Superbonus, anche per il bonus facciate i beneficiari che effettuano spese documentate per gli interventi di recupero o restauro della facciata degli edifici possono scegliere, al posto della detrazione spettante, una di due alternative diverse. Lo afferma il decreto Rilancio e le alternative sono quelle che seguono:
Infine, per ogni ulteriore dettaglio o informazione in merito al bonus facciate 2022, rinviamo alla utile guida dell’Agenzia delle Entrate.
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