Non si parla d’altro, si tiene conto solo il Bonus elettrodomestici e la Naspi, ma gli aggiornamenti sono più duri del previsto per i cittadini che contestano.
Contestare laddove c’è qualcosa che non rispetta i diritti e le esigenze del singolo, non è sempre sbagliato. In questa fase di recessione economica, i cittadini stanno sempre più evidenziando le falle del sistema, anche davanti la questione delle manovre di Welfare. Si sta trattando con estrema cura il Bonus elettrodomestici e l’ultima notizia della Naspi, e il malcontento è salito alle stelle.
Il detto “Dalle stelle alle stalle, e dalle stalle alle stelle” potrebbe avere un lieto o un brutto fine in base a come la si mette, ma sul piano economico si vedono solo nefandezze. La crisi impervia, l’inflazione non accenna a diminuire, e seppur ci siano stati dei piccoli incrementi di salario e delle migliorie nel sistema previdenziale, ancora è troppo poco davanti alla cronicizzazione di un sistema che reca malessere ai contribuenti.
Altro che Stato di Welfare dedito al loro benessere, si è davanti un clima in cui la contestazione abbonda, e quando accade ciò, significa che il malcontento è maggiore del previsto. Specie se si guardano le ultime mosse. Il bonus elettrodomestici e la questione della Naspi fanno parte della nuova manovra che deve passare a vaglio del Parlamento. Le modifiche sono tante, e partono le contestazioni: sarà che non rispettano le esigenze della collettività?
Tutto sul bonus elettrodomestici e la Naspi: contestazioni o compromessi?
Laddove non si riescono a consolidare le mosse della contestazione, entrano in gioco dei compromessi, ma quanto sono vantaggiosi? Occhio ai tranelli economici, perché la questione della Naspi è quella più criticata. La ratio è quella di “bloccare i furbetti”, cioè quelli che fanno sfruttamento della misura per ottenere appagamento senza meritarlo. Così, si irrigidiscono i requisiti, ma la modalità potrebbe gravare su chi effettivamente necessita di questo aiuto. Anche per il bonus elettrodomestici ci sono novità.
Cosa è saltato fuori dalla Naspi? L’emendamento, cioè la modifica, entra in gioco per i lavoratori che hanno dato dimissioni volontarie da un’occupazione a tempo indeterminato e che rispettano un requisito importante. Appunto, se si sono ritirati nei 12 mesi precedenti, ne avranno diritto. Ma c’è anche il caso in cui no. Se sono stati licenziati da un impiego nuovo, possono averla solo se hanno minimo 13 settimane di contributi dalla nuova mansione.
L’obiettivo come accennato, è tagliare sul nascere i furbetti che fanno il giochetto delle dimissioni e delle rioccupazioni in breve tempo. Così, da avere la Naspi e far venire meno alle aziende il cosiddetto pagamento del ticket di licenziamento.
Mentre per il bonus elettrodomestici è bene sapere che con la riformulazione, l’incentivo diretto all’acquisto di questi strumenti con grande efficienza energetica e di natura europea, permette la sostituzione di questi più performanti con quelli vecchi. Quindi, si incentiva l’acquisto di strumenti che consumano e inquinano meno nel lungo periodo.
Predisposti 50 milioni di euro presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy che ne diviene punto di riferimento. Questo lavora in concerto con quello dell’Economia e delle Finanze. A breve definiranno i criteri di erogazione con le conseguenti modalità.
Lo stesso Adolfo Urso, il ministro che si fa portavoce dell’emendamento, sostiene che la direzione è quella di tutelare la produzione nazionale, aiutando le famiglie nei consumi, e l’ambiente con soluzioni ecosostenibili. La misura è valida per il 2025, concessa fino al 30% e al massimo di 100 euro per elettrodomestico. Questo requisito sale a 200 euro per le famiglie con ISEE inferiore a 25 mila euro. Ogni nucleo può richiederne solo uno.