Bonus edilizi e reddito basso: cosa puoi fare davvero secondo il tuo commercialista

Hai mai pensato di ristrutturare casa e ti sei sentito dire che “non hai abbastanza capienza fiscale”? È una frase che spiazza, soprattutto se hai già un progetto in mente e conti sui bonus edilizi per realizzarlo.

Eppure, migliaia di persone si trovano ogni anno bloccate proprio da questo ostacolo. La buona notizia? Esistono soluzioni concrete e del tutto legittime, anche in casi complicati come questo.

Progetto
Bonus edilizi e reddito basso: cosa puoi fare davvero secondo il tuo commercialista

Antonino è uno di quei tanti italiani che si è trovato di fronte a questo problema. Voleva ristrutturare la casa di famiglia, ma in quanto lavoratore in regime forfettario non poteva beneficiare delle detrazioni. Finché, parlando col suo commercialista, ha scoperto che c’erano quattro possibilità reali per non rinunciare ai vantaggi fiscali.

Non è stato semplice, certo. Ma da quella conversazione è nata un’idea concreta, che ha permesso ad Antonino di portare a termine i lavori rispettando la legge e senza perdere il diritto ai bonus. E no, non si tratta di furbizie o scorciatoie, ma di strumenti previsti dalla normativa e chiariti anche dalle circolari dell’Agenzia delle Entrate. Basta solo conoscerli e agire con attenzione, facendo ogni passo nel modo giusto.

Bonus edilizi e reddito familiare basso: il familiare convivente può fare la differenza

La soluzione più semplice è stata far sostenere le spese alla sorella, con cui Antonino viveva. Lei ha un reddito fisso e sufficiente per accedere ai bonus edilizi, quindi ha potuto intestarsi fatture e bonifici. La casa è sempre stata la stessa, usata da tutta la famiglia, e l’Agenzia delle Entrate consente questa possibilità se c’è convivenza e i pagamenti sono effettuati dalla persona con capienza fiscale.

Ristrutturazione
Il familiare convivente può fare la differenza-trading.it

In questo modo, Antonino ha potuto ristrutturare la cucina e migliorare l’isolamento, beneficiando indirettamente della detrazione. La sorella ha recuperato la somma in dichiarazione e il progetto non è andato perso. Una soluzione pulita, efficace e alla portata di molti, anche se spesso poco conosciuta.

Per ottenere il risultato, hanno dovuto fare attenzione a ogni dettaglio: nessun acconto versato in anticipo da Antonino, nessuna spesa in nero, tutto regolarmente tracciato. È questo che ha permesso loro di evitare problemi e accedere con successo al vantaggio fiscale.

Altre strade percorribili: cessione, comodato e affitto

Un’altra opzione è stata valutare la cessione dell’immobile o di una parte di esso. È un passo più importante, ma possibile: basta che chi riceve l’immobile abbia la disponibilità economica per sostenere i lavori. Anche un piccolo trasferimento di proprietà può dare diritto alla detrazione, purché le spese non siano già state sostenute.

Infine, ci sono comodato d’uso e locazione. Se l’inquilino o il comodatario ha un contratto registrato prima dell’inizio dei lavori e l’autorizzazione del proprietario, può accedere ai bonus. È essenziale che tutto sia documentato correttamente: dal contratto al consenso, fino ai pagamenti.

Antonino, grazie al consiglio del commercialista, ha scelto la via più semplice per lui: la sorella convivente. Ma sapere che ci sono alternative, legali e già riconosciute dalla normativa, ha fatto la differenza.

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