I dettagli fanno la differenza, anche per il bonus disoccupati: come inviare la domanda nel modo giusto.
Se esiste una misura come questa, allora è vero che l’Italia sta passando un periodo non felice. Il Welfare entra in soccorso con il bonus disoccupati, ma occhio alle operazioni di istruttoria e alla verifica dei requisiti finalizzati all’inoltro, perché sbagliare anche solo un dettaglio, può precludere la possibilità di ottenimento del bonus.
Prende il nome di SAR, sigla che ne indica anche la finalità, Sostegno al Reddito, e spetta ai lavoratori in somministrazione disoccupati. Non è per tutti indistintamente. Oltre che non è automatico l’ottenimento dei benefici, non basta soltanto essere disoccupati per ottenerli.
Occhi aperti sulle operazioni di istruttoria del FormaTemp, cioè il fondo per la formazione e il sostegno al reddito di questi lavoratori, perché sono in corso in merito alle domande presentate tra ottobre-novembre 2024. Con l’ente bilaterale si sta smuovendo tanto a livello assistenziale. In autonomia si controlla se si hanno i requisiti per il sussidio. Che si tratti di impieghi a tempo determinato o indeterminato non importa, l’importante è che siano contratti di somministrazione per specifiche categorie di professionisti.
Superata questa prima analisi, bisogna “rientrare con i conti”. Serve essere disoccupati da almeno 110 giorni e in stato di disoccupazione da almeno 45, nel corso degli ultimi 12 mesi dall’ultimo giorno di lavoro in somministrazione. Ma anche essere disoccupati da non meno di 45 giorni dopo il termine della procedura MOL, Mancanza di Occasioni di Lavoro, da quanto si evince dall’art. 25 CCNL Agenzie per il Lavoro.
Infine, esserlo da almeno 45 giorni, ma con 90 di lavoro maturati negli ultimi 12 mesi, sempre dall’ultimo giorno di lavoro in somministrazione. Bastano anche 360 ore lavorate per contratti part-time misti, verticali o con MOG. Segue poi conoscere il metodo di calcolo dei giorni lavorati e fare la domanda correttamente.
La voce “data di cessazione” in busta paga, serve per tenere conto dei giorni lavorati, sommando i valori più alti tra i giorni lavorati, quelli retributivi e INPS. Poi si procede con l’inoltro della domanda perché si hanno gli elementi che servono.
L’importo può variare in base alla categoria nella quale si rientra. La terza è la più bassa, ammonta a 780 euro, e pian piano che si avanza, si può arrivare fino a 1000 euro. Ma come richiederlo? L’invio della domanda è telematico mediante il sito Forma.Temp dopo essersi registrati sulla piattaforma FTWEB. Ciò però tra il 106° e il 173° giorno successivo, all’ultimo rapporto di lavoro in somministrazione.
Servono poi la tessera sanitaria, il codice fiscale, la copia delle buste paga che confermano le giornate in somministrazione, e quella di cessazione. Ancora l’estratto conto previdenziale INPS dopo 105 giorni dalla cessazione che attestino i 45 di disoccupazione, ed eventuali certificati per malattia, infortuni, maternità. Infine, anche la documentazione per la NASPI se ci sono state dimissioni volontarie per giusta causa. Se si vuole un aiuto, gli sportelli sindacali Cisl, Nidil, Cgil, UilTemp e Felsa sono a disposizione per finalizzare l’inoltro.
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