Il bonus decontribuzione Sud è stato prorogato fino al 30 giugno 2022 in seguito all’autorizzazione della Commissione Europea. Ecco come ottenerlo.
Le agevolazioni contributive introdotte nell’ultimo anno, tramite decreti e Leggi di Bilancio, hanno lo scopo di incentivare l’assunzione delle categorie di lavoratori svantaggiati.
Nel caso del bonus decontribuzione Sud lo scopo dell’incentivo è quello di favorire la crescita dei settori produttivi nelle regioni del sud Italia. Il suddetto incentivo è stato introdotto dall’articolo 27 del Decreto Legge 104/ 2020, conosciuto anche come “Decreto agosto”.
Esso era valido per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2020. La proroga introdotta tramite l’articolo 1 commi 161 ss. della legge 178/2020 ha esteso la validità dell’esonero contributivo fino al 2029.
L’aggiornamento dell’agevolazione prevede una progressiva riduzione dell’aliquota.
Oggi vedremo quali sono i requisiti per accedere all’esenzione contributiva e come farne richiesta.
Il bonus decontribuzione Sud non va confuso con l’incentivo “Occupazione Sud” che è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2019 e che è gestito da ANPAL.
Di fatto il bonus decontribuzione Sud è un’importante agevolazione contributiva indirizzata alle regioni del sud Italia sulla base di quanto chiarito dall’INPS nella circolare 33/2021.
Stiamo parlando delle seguenti regioni
L’accesso al bonus è mirato a rilanciare l’occupazione nelle aree più svantaggiate del paese, che ha subito un’ulteriore battuta d’arresto in seguito agli effetti negativi della pandemia.
Il bonus rappresenta un esonero contributivo parziale che grava sul datore di lavoro e sui dipendenti.
Quando il suddetto bonus è stato introdotto dal decreto agosto esso prevedeva uno sgravio contributivo del 30% fino al 2020. Con la manovra del 2021 si è assistito ad un’estensione dell’esonero contributivo fino al 31 dicembre 2029.
Il prolungamento dell’agevolazione, introdotto con la manovra del 2021, ha comportato una diminuzione del beneficio nel corso del tempo.
Si tratta infatti di una riduzione progressiva che produrrà i suoi effetti a partire dal 2025 quando l’aliquota diminuirà al 20% e tra i 2026 del 2029 quando la percentuale sarà del 10%.
Anche in questo caso è necessaria l’approvazione della Commissione Europea che attualmente ha dato il via libera per una proroga fino al 30 giugno 2022.
L’esonero non è caratterizzato da un limite individuale di importo, pertanto esso si applica alla contribuzione datoriale prevista dal contratto di lavoro.
La legge italiana prevede delle fattispecie per le quali non è possibile accedere allo sgravio contributivo:
Il bonus decontribuzione Sud non prevede tetti massimi, ma è calcolato sulla base delle aliquote previste dalla legge.
Tuttavia esso può essere erogato nei limiti delle risorse stanziate: 4 miliardi di euro per il 2021/22.
Lo sgravio contributivo previsto dal bonus decontribuzione Sud è cumulabile con altri esoneri o riduzioni. Ad esempio, l’incentivo è cumulabile con:
L’istituto che gestisce il bonus ha specificato, nella circolare 33/2021, che per cumulare due regimi agevolati che riguardano gli stessi lavoratori, la decontribuzione troverà applicazione sulla contribuzione residua datoriale.
In pratica, il datore di lavoro che intende utilizzare contemporaneamente l’agevolazione per l’assunzione di donne lavoratrici o lavoratori in congedo, potrà beneficiare della decontribuzione Sud in modo residuale all’abbattimento della contribuzione prevista dalla prima normativa applicata.
La Commissione Europea, che ha approvato il bonus decontribuzione Sud, ha disposto che il massimale per l’erogazione degli aiuti sia ripartito nel seguente modo:
Nella medesima circolare (33/2021) l’INPS ha precisato che la natura del bonus non è quello di favorire le assunzioni. Per tale ragione non è soggetto ai principi generali previsti per gli incentivi all’occupazione articolo 31 del Decreto Legislativo 14 settembre 2015, n. 150).
Il bonus decontribuzione Sud è concesso alle attività aziendali che hanno sedi operative e di lavoro nelle regioni indicate dal decreto.
L’INPS ha anche precisato che per sede di lavoro intende il luogo dove si svolge stabilmente l’attività operativa del dipendente. Rientra nella definizione di sede di lavoro anche l’unità produttiva aziendale che possiede le caratteristiche di omogeneità presso cui sono denunciati nel flusso UniEmens i lavoratori.
L’esenzione contributiva parziale può essere fruita anche dei datori di lavoro la cui attività di impresa ha sede legale in una regione diversa da quelle elencate nella circolare.
Per questa fattispecie il datore devi richiedere all’istituto il codice di autorizzazione “OL”.
Per quanto riguarda i contratti in somministrazione, il messaggio INPS ha specificato che lo sgravio contributivo viene concesso anche a questa categoria di lavoratori.
Purché essi siano impiegati in un’azienda che abbia sede in una delle regioni agevolate del Sud anche se l’agenzia di somministrazione ha sede in una regione diversa.
In questo caso il codice di autorizzazione viene concesso all’agenzia per il lavoro che gode dell’agevolazione, per poi essere girato all’azienda utilizzatrice del beneficio.
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