Il Bonus da 4000 euro per i lavoratori con figli è una misura salvifica, ma effettivamente… quanti in Italia sono sia lavoratori che genitori? Non è una condizione comune come un tempo, ma chi la ricopre si arricchisce!
Essere genitori e lavoratori non è scontato in un Paese in difficoltà come l’Italia, ma è inutile negarlo, si tratta del sogno di molti. Il Bonus da 4000 euro per questa categoria è però un’occasione da non perdere, e per l’ammontare totale, forse la si dovrebbe definire irripetibile. Insomma, c’è chi si può arricchire e potenziare la propria situazione economica: ma vale per tutti?
Come hanno fatto i genitori e i nonni delle generazioni passate che han creato i loro nuclei familiari, vorrebbero fare anche i giovani adulti di oggi: ma quanto è fattibile? Bisogna rendersi conto che i tempi sono cambiati. Per quanto lo Stato e tutto il sistema vogliano sostenere i lavoratori con figli, bisogna prima di presentare la misura in questione, guardare in faccia la realtà: c’è troppo disagio economico. È necessario attuare una riforma sulle retribuzioni, aumentandole una volta per tutte in relazione all’inflazione, non bastano semplici bonus.
Forse è per questo che hanno aumentato considerevolmente l’importo totale? Quali sono le caratteristiche di questo aiuto? Si tratta di una mossa di Welfare Aziendale che serve per aiutare le famiglie dei dipendenti in modo da permettere che abbiano figli con la serenità che serve. Senza aver paura di perdere il lavoro o di doverlo conciliare con la vita privata e gli affetti.
Ma quanto ammonta? Non solo 4 mila euro, sale fino a un massimo di 8 mila euro, ma ciò dipende da molteplici aspetti. Ergo, non è per tutti uguale.
Ancora una volta si conferma la natura di un aiuto che segue determinati parametri, ma che in ogni caso, ha il fine di aiutare nel concreto le famiglie, o meglio quelle che “dovrebbero crearsi”. Infatti, non tutti decidono di mettere al mondo i figli proprio per i problemi sopra analizzati. Ma come può questo sussidio far fronte ad un problema così grande? La soluzione è a portata di Welfare!
Secondo le varie stime, l’anno scorso ne hanno usufruito ben 35 famiglie con nuovi nascituri o che hanno compiuto un anno. Il contributo aggiuntivo di 4 mila euro per l’azienda con i dipendenti è divenuto un investimento di oltre 170 mila euro! Non sono mica spiccioli, ma i numeri raccontano il successo del progetto concretizzato da Beta nel 2024. Dei 19 bambini nati dai dipendenti nel 2024, e 16 di quelli che hanno compiuto un anno, tutte le famiglie in questione hanno potuto avere l’extra.
Dati i miglioramenti e l’efficacia della misura, l’azienda ha già predisposto 70 mila euro per aiutare queste famiglie e per riproporre questo formidabile progetto anche nel 2025. Per le 35 famiglie c’è stata l’aggiunta dei 4 mila euro. Quindi non si può che sperare nello stesso, se non in meglio per l’anno corrente.
Misure di pieno sostegno per la genitorialità da parte del gruppo Beta, ma ci sono anche altri benefici che fanno aumentare l’importo del bonus.
Ebbene sì, è proprio questa la grande sorpresa. Non si tratta soltanto dei soldi sopracitati, perché gli investimenti in atto sono diretti a garantire anche altre migliorie. Sono una costellazione di aiuti finalizzati al sostegno delle famiglie, specialmente ad oggi che in vista della crisi economica, dato che sono sempre meno le persone che vogliono fare figli. La mossa del gruppo Beta verrà imitata da altri?
Si parla di un importo che può salire fino a 8 mila euro lordi su un range di due anni per ogni figlio messo al mondo o adottato. Ciò avviene in due tranche, la prima alla nascita o all’adozione, la seconda quando appunto compie un anno. L’impresa che conferma il “contributo nascita o adozione”, è questa la sua denominazione.
L’impresa sovicese con 100 anni d’attività è un punto di riferimento in Europa per la produzione di utensili e oggetti da lavoro per ambiti come la meccanica, l’autoriparazione e la manutenzione industriale. Come accennato, oltre al contributo di 4 mila euro, si può salire al valore di 8 mila euro se si aggiungono altri contributi come il “Baby Week”, cioè 5 giorni di permessi retribuiti quando si inseriscono i figli al nido, materna o elementari, e smart working al 100% per donne incinte dal settimo mese in poi.
In questo modo, verrà contrastato il problema della denatalità? È da vedere sul lungo periodo cosa può accadere. Nel frattempo, si cerca in ogni modo di sostenere questo progetto di vita con tutti i mezzi possibili. Rinunciare ad avere figli per problemi economici e mancanza di denaro, è davvero frustrante di questi tempi in cui il capitalismo abbonda. Si arricchiscono sempre gli stessi, cioè pochi, allora bisogna garantire più equità a tutti.
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