. Le novità dei bonus casa sui visti di conformità e asseverazione con un notevole aggravio dei costi per il contribuente.
Tale novità riguarda anche l’opzione della cessione di credito a terzi e lo sconto diretto in fattura per tutti i bonus edilizi. In alcuni casi, infatti, optare per la cessione del credito potrebbe essere non conveniente, in quanto si rischia di spendere di più, ma vediamo quando questo può succedere.
Oltre al Superbonus al 110% è possibile, anche per i bonus facciate, Ecobonus, bonus ristrutturazione, eccetera, accedere all’opzione per lo sconto diretto in fattura e per la cessione del credito. Oltre alla detrazione fiscale in cinque anni da inserire nella dichiarazione dei redditi.
Precisiamo che lo sconto in fattura prevede che una parte delle spese effettuate per gli interventi siano recuperate direttamente in fattura. A sua volta l’impresa ottiene il rimborso dello sconto attraverso il credito di imposta.
Invece, la cessione del credito a terzi è operata tramite le banche o gli istituti di credito e finanziari, che a loro volta possono cedere il credito.
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La normativa ha subito delle modifiche in materia di controlli ed evasione fiscale, ha introdotto il visto di conformità da parte di un soggetto abilitato. La normativa considera l’applicazione del visto e dell’asseverazione anche al momento della scelta dell’opzione: sconto in fattura e cessione del credito.
Inoltre, occorre presentare l’asseverazione per i lavori di efficientamento energetico o sismabonus, anche se non sono ancora terminati, cei casi di detrazione, cessione del credito e sconto in fattura. Bonus mobili, Superbonus e cambio infissi: un nodo da sciogliere per ottenere la maxi detrazione
Per evitare frodi, le asseverazioni e il visto di conformità, sono scelte anche nell’ipotesi di cessione di credito o sconto in fattura, l’estensione comporta un aggravio di costi per il contribuenti. Questo discorso grava soprattutto sui contribuenti che effettuano ristrutturazioni di minore entità, ad esempio utilizzano il bonus ristrutturazione al 50%. In questo caso i costi di asseverazione e visti di conformità sono una spesa del professionista aggiuntiva al costo per la ristrutturazione.
Per rendere l’idea di quanto potrebbe gravare la maggiore spesa sul contribuente che ristruttura casa, abbiamo realizzato un breve esempio.
Supponiamo che Mario intende realizzare lavori di ristrutturazione della casa dove abita, e il costo per la ristrutturazione è di circa 5.000 euro. I lavori che intende effettuare rientrano nel bonus ristrutturazione al 50%. In questo caso Mario può optare sia per la cessione del credito che per lo sconto in fattura, per recuperare immediatamente il 50% della spesa, quindi 2.500 euro.
Tuttavia, la somma che Mario dovrà considerare è al netto degli oneri del professionista che dovrà presentare visto di conformità e asseverazione.
Supponiamo che il professionista scelto da Mario, chiede un compenso di 300 euro per il visto di conformità e 300 euro per l’asseverazione dei lavori. Mario non recupererà il 50% del bonus ristrutturazione, in quanto dai 2.500 recuperati dovrà pagare 600 euro al professionista abilitato, quindi, il suo recupero è di (2.500 – 600) = 1.900 euro.
Da precisare che se Mario decide di portare la spesa in detrazione nella dichiarazione dei redditi in dieci anni, potrà recuperare anche la spesa del professionista e non subirà nessuna perdita. Ma, dovrà attendere dieci anni prima di recuperare il 50% spettante.
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