Un aumento in busta paga per l’anno 2022 ed una proposta che piace a molte delle parti in causa per la sua approvazione.
Ottime notizie per tutti i lavoratori dipendenti che al prossimo anno e solo per esso potranno godere di un ulteriore bonus sulla busta paga. Il bonus in questione suggerito dal Governo in un recente incontro con le maggiori sigle sindacali nazionali ha subito ottenuto l’approvazione delle parti sociali. Il provvedimento potrebbe portare nelle tasche dei singoli lavoratori una maggiorazione in busta paga fino a 235 euro in un anno. Il riferimento non arriva dalla recente riforma dell’Irpef che ha visto l’eliminazione di uno degli scaglioni che andavano a comporre la precedente versione del calcolo Irpef.
Nel corso dell’incontro prima citato tra Governo e parti sociali si è fatta molta attenzione alle varie proposte dell’esecutivo in quella che sarà di fatto una riforma sostanziale del comparto fiscale. I sindacati dal canto proprio non sono d’accordo su tutta la linea del Governo al punto di minacciare, questa la posizione di Maurizio Landini segretario generale della Cgil, uno sciopero generale qualora non fossero accolte le proposte di modifica in merito ad alcune misure suggerite dagli stessi sindacati. Il confronto è acceso ma sembra possano esserci molti punti di dialogo specialmente su alcune proposte.
Bonus busta paga nel 2022, la proposta piace a tutti: i dettagli della misura
Tra i più accesi sostenitori della misura citata in precedenza troviamo Luigi Sbarra, Cisl. Quest’ultimo ha infatti sottolineato quanto possa essere rilevante il vantaggio economico in busta paga per tutti i lavoratori dipendenti. La proposta del Governo parla in pratica di una diminuzione dello 0,5% sulla quota contributi a carico dei lavoratori stessi. In questo modo si avrà un aumento netto della retribuzione con un importo complessivo annuo in alcuni casi molti vicino ai 235 euro. Le condizioni varieranno in base a al reddito chiaramente e non tutti i lavoratori godranno allo stesso modo del medesimo vantaggio.
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In soldoni per i lavoratori con una retribuzione lorda annua di 20mila euro ci sarà un risultato finale che andrà a concretizzarsi in 100 euro netti l’anno risparmiati. Con l’aumento della retribuzione, chiaramente sempre lorda, si potrà salire con il bonus. Ad esempio il lavoratore con una retribuzione lorda di 47mila euro porterà a casa il massimo del bonus e cioè i 235 euro citati in precedenza. Alle cifre in questione vanno aggiunti anche i vantaggi derivanti dalla riforma delle aliquote Irpef. Un’ottima possibilità di guadagno, insomma per i lavoratori italiani che potranno godere di una misura finalmente su misura per loro.
All’interno della maggioranza di Governo, tutti, sono chiaramente convinti della bontà della riforma proposta. L’esecutivo si muove compatto quindi verso questo nuovo traguardo sperando di trovare dall’altra parte anche l’approvazione dell’universo sindacale. Il lavoratori intanto attendono una riforma che possa finalmente trasformarsi in una serie di vantaggi anche per loro. Tra i più ostili alla riforma, il leader Cgil Maurizio Landini che ha chiarito la sua posizione anche in merito ad altri punti del confronto con l’esecutivo guidato da Mario Draghi.
“Mi aspetto che il presidente del Consiglio dia risposte precise su fisco – ha dichiarato lo stesso Landini – pensioni e precarietà, con provvedimenti per superarla e cercare di creare lavoro stabile. Mi auguro che prima di prendere decisioni – continua – si faccia un confronto con noi, che non ci si informi solo. Così non funziona. L’85% dell’Irpef la pagano i lavoratori dipendenti e i pensionati e noi rappresentiamo dipendenti e pensionati. Se si parla di tasse e di Irpef pensiamo di avere voce in capitolo visto che siamo quelli che teniamo in piedi il Paese”. La posizione insomma è più che chiara, lo sciopero generale come forma di protesta estrema resta una delle opzioni praticabili, staremo insomma a vedere.