Il Governo ha scelto la strada dell’implementazione degli aiuti con il Bonus 200 euro che arriverà, per i meno abbienti, tra giugno e luglio di quest’anno.
7 milioni di italiani su 60 vivono sulla soglia della povertà, molti di questi oltrepassano anche il pericoloso confine e la loro vita somiglia a un vero e proprio incubo. Prima la Pandemia, poi la crisi economica post conflitto russo-ucraino, con i rincari energetici e l’inflazione alle stelle, hanno letteralmente “crocifisso” famiglie e imprese.
L’improvvisa decisione presa il 2 maggio da Mario Draghi di raddoppiare da 7 a 14 miliardi l’originaria portata del Dl Aiuti, aprendo la strada a un’indennità una tantum per circa 30 milioni di lavoratori e pensionati, non può non aver facilitato la mediazione sulla delega fiscale, che ora sembrava impantanata nelle sabbie mobili dei continui rinvii per l’arrivo alla Camera, e anche sulla legge annuale sulla concorrenza.
Su questo fronte, le votazioni in commissione Industria a Palazzo Madama dovrebbero iniziare a breve, a meno che non ci siano nuove flessioni durante l’ultima riunione di maggioranza prevista per domani.
L’arrivo a luglio del bonus da 200 euro sulle cedole, che nella strategia di Palazzo Chigi punta a mitigare le ripercussioni su salari e pensioni della corsa all’inflazione, ha certamente placato gli ardori del cosiddetto partito della spesa trasversale. Quest’ultimo, attraverso l’intera maggioranza, e in vista delle prossime elezioni, ha intensificato la sua pressione sul Premier, ingabbiato tra due fuochi o forse di più, nonostante il peggioramento della situazione economica e internazionale indichi che l’ex numero uno della Bce, oggi a capo del nostro Governo, non abbia poi chissà quali responsabilità.
Un parto difficile in piena crisi economica
I 14 miliardi messi sul piatto dal premier per il decreto Aiuti sembrano aver allentato la pressione della maggioranza sullo stesso Draghi e sul Mef, ma la partita su una nuova variazione di bilancio non è chiusa.
Anche se il rialzo dello spread a 200 rafforza la linea di Palazzo Chigi, che ha sempre avuto freddo nel rafforzare la leva del deficit, a meno che non ci sia un accordo esplicito in Ue.
Ma vediamo nei dettagli in cosa consiste questo Bonus 200 euro, a chi è destinato e quale percorso occorre intraprendere per usufruirne.
Il bonus di 200 euro previsto dal Dl Aiuti, arriverà con la busta paga a luglio
L’incentivazione interesserà oltre 30 milioni di persone che hanno un reddito fino a 35mila euro.
La misura è stata pensata come ulteriore indispensabile formula di sostegno per contrastare gli incrementi registrati nei vari settori e si aggiunge al taglio previsto per il 2022 dello 0,8% dell’aliquota previdenziale per i dipendenti pubblici che hanno una retribuzione inferiore alla stessa soglia (sempre fino a 35mila euro).
Le modalità per accedere al Bonus di 200 euro
Il bonus “una tantum” per i lavoratori del settore pubblico e privato è riconosciuto automaticamente, pertanto non devono essere presentate domande. I 200 euro arriveranno in un’unica soluzione direttamente con lo stipendio.
A fine 2022, durante il bilancio, tutti i datori di lavoro verificano se i dipendenti avevano effettivamente diritto al bonus o meno.
A chi spetta?
L’una tantum spetta anche ai lavoratori autonomi, per i quali è stato istituito un apposito fondo. Un decreto ministeriale definirà le modalità di erogazione, che dovrebbe avvenire sempre entro il mese di luglio.
Sarà l’Inps che verserà automaticamente l’indennità una tantum di 200 euro a pensionati e disoccupati. L’una tantum sarà corrisposto con il mese di luglio 2022 a chi ha percepito l’indennità di disoccupazione nel mese di giugno.