L’«una tantum» contro i rincari generalizzati fa il bis grazie al decreto Aiuti ter. Prevista l’erogazione del bonus 150 euro il prossimo novembre a favore di un’ampia platea di beneficiari, ma comunque ridotta rispetto a quella che ha incassato il bonus 200 euro.
Il decreto Aiuti ter è il nuovo maxi provvedimento da 14 miliardi, varato per contrastare i forti rincari e le bollette fuori controllo.
L’obiettivo è quello contribuire a proteggere il potere d’acquisto delle famiglie, dopo la decisione di anticipare di tre mesi gli aumenti delle pensioni per la perequazione.
Ebbene, a seguito della misura estiva del bonus 200 euro una tantum, ecco una nuova iniziativa dello stesso tenore da parte delle istituzioni. Se ne trova traccia nel testo del decreto in vigore dallo scorso 24 settembre, ma ciò che cambia è soprattutto l’importo del contributo, che scende di 50 euro, e ora è pari a 150 euro.
Vediamo dunque di seguito quelli che sono gli aspetti chiave e i dettagli da ricordare del nuovo bonus 150 euro, la cui effettiva assegnazione è prevista per il mese di novembre.
Bonus 150 euro: caratteristiche principali e beneficiari
Come accennato, il contributo è previsto nel decreto legge n. 144 del 2022 pubblicato il giorno 23 settembre. Se ci si chiede chi saranno i percettori del bonus 150 euro, sgomberiamo il campo da possibili dubbi e indichiamoli di seguito:
- lavoratori subordinati;
- lavoratori parasubordinati;
- autonomi;
- pensionati;
- disoccupati (titolari di Naspi o Dis-Coll nel mese di novembre 2022 e i titolari di disoccupazione agricola erogata quest’anno).
È noto che l’indennità in oggetto sarà versata dal datore di lavoro o dall’istituto di previdenza. La finalità è, come accennato, aiutare cittadini e famiglie alle prese con il caro vita, proprio all’uscita dal tunnel della pandemia. D’altronde le tensioni internazionali hanno fatto lievitare i costi dell’energia, con inevitabili riflessi nelle bollette degli utenti. Ecco spiegato il perché del nuovo intervento del Governo.
Oltre al minor importo, nel bonus 150 euro vi è però una ulteriore differenza ‘in negativo’: il tetto di reddito oltre il quale si perde il diritto al contributo è ora pari a 20mila euro e non 35mila.
Bonus 150 euro ai pensionati: come funziona e chi lo paga
Coloro che percepiscono il trattamento previdenziale riceveranno il bonus 150 euro, a patto che siano titolari al primo ottobre 2022 di una qualsiasi pensione o di un trattamento assistenziale. Compresi nel beneficio anche i percettori di uno dei trattamenti di accompagnamento alla pensione (pensiamo ad es. alla nota Ape sociale). Tuttavia tutti questi soggetti sono obbligati a rispettare la condizione per cui, per l’anno 2021, devono aver conseguito un reddito personale Irpef, al netto dei contributi previdenziali ed assistenziali, non maggiore di 20mila euro.
L’Inps o le casse professionali lo erogheranno in via automatica, ovvero senza bisogno di domanda ad hoc dell’avente diritto, insieme alla mensilità del prossimo novembre.
Per poter calcolare il reddito di riferimento, le regole prevedono che debbano essere considerati i soli redditi su cui incide l’Irpef, tranne il reddito della casa di abitazione, il TFR e competenze arretrate assoggettate a tassazione separata.
Bonus 150 euro lavoratori subordinati e parasubordinati: come funziona e chi lo paga
Per quanto riguarda chi lavora in ambito privato o pubblico, alle dipendenze di un’azienda o della PA, il bonus 150 euro sarò versato invece dal datore di lavoro nell’ambito delle spettanze della busta paga del prossimo novembre.
Abbiamo detto che c’è comunque un limite di reddito a cui dover fare riferimento, ed è rappresentato dal fatto che la retribuzione imponibile lorda non risulti al di sopra di 1.538 euro. Utile notare che il bonus 150 euro in oggetto varrà anche se i lavoratori del settore pubblico o privato si trovino ad essere assenti dall’ufficio per eventi coperti da contribuzione figurativa.
Altra condizione è tuttavia la seguente: il percettore non deve risultare titolare di pensione o reddito di cittadinanza e, proprio per attestare ciò, l’interessato dovrà far avere una dichiarazione ad hoc al proprio datore di lavoro o azienda.
Per quanto riguarda i parasubordinati, titolari di un rapporto di co.co.co., dottorandi e assegnisti di ricerca iscritti alla gestione separata dell’Inps il bonus 150 euro scatterà su domanda all’Inps, a condizione che non si sia ottenuto un reddito superiore a 20mila euro nel corso del 2021.
Bonus 150 euro autonomi e disoccupati: come funziona e chi lo paga
Nessun dubbio anche per gli iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi dell’Inps (commercianti, artigiani e coltivatori diretti), i professionisti con partita Iva iscritti alla gestione separata dell’istituto di previdenza e coloro che sono iscritti ad ordini e collegi: il bonus 150 euro sarà assegnato, ma a patto che lo scorso anno abbiano incassato un reddito complessivo non più alto di 20mila euro.
Infine, come sopra accennato, non dimentichiamo che il bonus 150 euro sarà assegnato anche ai disoccupati titolari di Naspi o Dis-Coll nel mese di novembre 2022 e ai titolari di disoccupazione agricola versata nel 2022. In dette circostanze, il bonus 150 euro sarà pagato in via automatica dall’istituto di previdenza senza dover accertare alcun ‘tetto’ di reddito.