Bollo auto, c’è chi non lo paga: tutto su deroghe ed esenzioni

Tassa standard gestita dalle Regioni, il Bollo auto detiene però una casistica piuttosto ampia di esenzioni. Vediamo quali sono e a chi toccano.

 

Una tassa, in quanto tale, non gode delle simpatie dei contribuenti. Sta di fatto che le scadenze che riguardano i versamenti allo Stato fanno parte del calendario di qualunque cittadino abbia deciso di fare famiglia e, semplicemente, di vivere la propria vita.

Bollo auto pagamento
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Ma proprio perché parte dell’abitudinarietà della vita sociale, anche le tasse presentano qualche eccezione. Legata proprio alle condizioni di chi è tenuto al pagamento. Il Bollo auto, in questo senso, è un esempio piuttosto calzante. Rientrante nella schiera delle tasse meno amate, i versamenti annuali sul possesso di un’automobile figurano anche fra quelle più soggette a more, sanzioni e quant’altro sia dovuto dal mancato pagamento. Non perché gli italiani non vogliano pagarla naturalmente, ma per una serie di circostanze che costringono magari il contribuente a dare priorità a un pagamento piuttosto che a un altro. In sostanza, ragioni soprattutto legate alle difficoltà economiche del momento. Forse per questo, rispetto ad altre imposte, il Bollo auto si riserva una certa “tolleranza”.

Ad esempio, alla scadenza, si disporrà di un mese intero per poter versare quanto dovuto. Addirittura, con l’ultimo taglio delle cartelle esattoriali più “antiche”, la maggior parte di quelle inevase soggette ad archiviazione definitiva riguardava bolli non pagati fra il 2000 e il 2010. Un dato piuttosto significativo e, in quei giorni, persino male interpretato, tanto che una buona fetta di contribuenti si era convinta della cancellazione definitiva della tassa. Niente di tutto questo. Il Bollo auto è peraltro una tassa regionale (tranne per Sardegna e Friuli-Venezia Giulia, con gestione affidata all’Agenzia delle Entrate) e ogni amministrazione può disporre incentivi e misure di esenzione specifiche. Ma non la cancellazione naturalmente.

Bollo auto, piani di esenzione: ecco a chi tocca e perché

In tempo di pandemia, l’applicazione delle esenzioni ha conosciuto una certa difformità da territorio a territorio. Anche se, per la maggior parte, gli interventi a sostegno della cittadinanza colpita dalla pandemia si era tradotta in scadenze più ampie e incentivi economici. Nessuna cancellazione, questo no. Al massimo una sospensione dovuta al periodo di crisi. Per il resto, il quadro degli esenti non è troppo diverso da Regione a Regione. Anzi, il quadro complessivo è abbastanza preciso e riguarda casi specifici. Ad esempio, la prima esenzione da tenere presente scatta nel caso in cui dovesse avvenire la perdita del mezzo. In pratica, qualora il veicolo non sia più in nostro possesso, anche per via di un furto, la tassa cesserebbe di essere dovuta. Altra esenzione “standard” riguarda i titolari di Legge 104, in particolare i disabili con grave compromissione visiva o della capacità di deambulazione.

E ancora, sono affrancati dal Bollo auto tutti i possessori di autoveicoli d’epoca, quindi immatricolati a partire dal trentesimo anno di vita del mezzo. Inoltre, una quarta esenzione scatterebbe nel momento in cui il veicolo sia sottoposto a fermo amministrativo. In questo caso, però, è più corretto parlare di esenzione in deroga rispetto alla direttiva nazionale. La tassa tornerebbe a essere dovuta non appena la vettura venga prosciolta dal fermo. Niente Bollo auto, ma solo a discrezione delle Regioni, anche per i veicoli elettrici o poco inquinanti. E’ chiaro che ognuna di queste esenzioni dovrà essere certificata e richiesta entro i tempi giusti. Lo stesso ente che richiede il Bollo ai ritardatari dovrà premurarsi di inviare per tempo la richiesta di pagamento, al fine di evitare di incorrere nell’illegittimità.

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