Il bollo auto è una tassa di proprietà che dev’essere versata da chi ha un’auto ma non sempre dev’essere versato. La legge parla chiaro
Il bollo auto è una tassa di possesso che va annualmente versato da chi possiede un veicolo, qualsiasi esso sia: macchina, motocicletta, furgone e così via. Si tratta di un tributo regionale il cui importo, di conseguenza, dipende dal tipo di veicolo che si possiede e anche dalla regione in cui risiede il proprietario: fanno eccezione, però, la Sardegna e il Friuli Venezia Giulia, regioni nelle quali l’importo del bollo auto è stabilito dall’Agenzia delle Entrate ed è essa stessa a gestirne la riscossione.
A seconda della data di prima immatricolazione del veicolo, il bollo auto dev’essere versato entro una specifica data dell’anno: il primo pagamento va effettuato entro il mese in cui il mezzo è stato immatricolato, mentre dal secondo in poi si ha tempo fino all’ultimo giorno del mese successivo alla scadenza annuale. Non tutti, però, devono versarlo: tutta la verità sulle tempistiche, che in pochi conoscono.
La prescrizione sul bollo auto
Nel caso di mancato pagamento del bollo auto, a regolarne la prescrizione interviene l’articolo 5 del Dl 953 del 1982 che prevede che, quando sono decorsi 3 anni dal 31 dicembre dell’anno in cui il pagamento doveva essere sostenuto, le tasse non sono più in alcun modo esigibili. Gli enti locali, quindi, hanno tempo fino al 31 dicembre del terzo anno successivo a quello durante il quale il proprietario di quel veicolo avrebbe dovuto pagare il bollo per esigere questa somma: passato questo tempo, il cittadino può ritenersi salvo.
Questa, però, è una regola generale. Ci sono infatti alcune eccezioni, per esempio quella che è entrata in vigore nel 2020 a causa della pandemia di Sars-CoV-2: in quel periodo, il Dl 41 del 2021 nell’articolo 4, comma 1 ha stabilito che i termini per la prescrizione venissero allungati di 24 mesi, quindi si è passati dai 3 anni ai 5 anni. Ne sono interessati tutti i bolli in scadenza a partire da 2019 che, se prima di questo Decreto legislativo sarebbero andati in prescrizione nel 2022, oggi invece sono riscuotibili da parte degli enti locali fino al 31 dicembre di quest’anno.
Nel caso in cui, invece, un cittadino abbia un bollo scaduto nel 2016 e quindi con prescrizione al 31 dicembre 2020, in questo caso non è previsto alcun allungamento dai 3 ai 5 anni. Il medesimo discorso vale anche per quelli scaduti nel 2017, mentre per quelli scaduti nel 2018 c’è la possibilità che la prescrizione sia slittata dal 2021 al 2023. Sono ancora da prescrivere, invece, tutti quelli dal 2019 in poi, quindi di questi gli enti possono richiederne la riscossione.