Una nuova strategia per ribassare le bollette: disaccoppiamento e focus su rinnovabili, l’Italia deve darsi una mossa per aiutare famiglie e industrie
Il caro bollette è una delle problematiche più urgenti per le famiglie italiane, l’impennata dei costi energetici preme sui portafogli già dimezzati dal caro prezzi e dagli strascichi dell’aumento inflazionistico che è stato protagonista degli anni appena passati.
Anche il prezzo dell’energia è aumentato vertiginosamente, penalizzando in particolare i consumatori domestici e le piccole imprese, alla stregua di salari statici e pensioni non dignitose. In risposta a questa situazione, il Governo italiano sta considerando l’introduzione di un provvedimento contro il caro bollette, con un focus particolare sul disaccoppiamento tra i prezzi dell’energia e quelli delle materie prime.
Alla base della problematica sorgono dinamiche poco chiare, come la speculazione sui costi di gas e luce, che sembrano non dipendere dal Governo. L’obiettivo generale è quello di ridurre la dipendenza dalle oscillazioni dei costi internazionali, così da garantire una maggiore stabilità per gli utenti finali. L’intervento legislativo prevede una revisione dei meccanismi attraverso cui vengono determinati i costi dell’energia, in particolare separando il mercato dell’energia da quello delle materie prime come il gas naturale, ma non solo.
Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha sollecitato il disaccoppiamento immediato gas-energia. Quest’ultimo potrebbe ridurre l’influenza che le fluttuazioni dei costi delle risorse naturali hanno sul prezzo finale. Sebbene rappresenti una misura positiva per il mercato interno, però, come riporta anche l’Ansa, questa politica potrebbe incontrare delle difficoltà sul fronte internazionale.
I partner europei, infatti, potrebbero considerare questa mossa come una forma di distorsione del mercato. Se ad esempio l’Unione Europea decidesse di introdurre tariffe aggiuntive per proteggere i propri produttori di energia, ciò potrebbe creare un ulteriore squilibrio nel mercato, sollevando preoccupazioni riguardo alla compatibilità delle nostre, con le normative comunitarie. In ogni caso, la soluzione scelta dovrà trovare un giusto compromesso per non penalizzare l’Italia a livello internazionale.
L’idea di separare i costi delle fonti energetiche rinnovabili da quelli derivanti dal gas andrebbe a incidere sull’energia ‘verde’, che al momento vede fluttuazioni anche per via della dipendenza dal prezzo elevato del gas. La nuova politica potrebbe rendere l’energia solare, ma anche quella eolica e tutte le altre forme rinnovabili, più accessibili, favorendo una maggiore diffusione degli impianti sul territorio nazionale.
Così come aiuto concreto per i costi mensili delle famiglie, Emanuele Orsini ha anche sottolineato la necessità di altre misure per sostenere il settore industriale, che sta affrontando una crisi senza precedenti. Un’Europa che retrocede con una Germania in crisi, porta risvolti anche in un’economia italiana già danneggiata dall’enorme debito.
Per questo è stato richiesto di potenziare incentivi come l’IRES premiale, e di rilanciare il piano Industria 4.0, introducendo nuove risorse per le imprese. Secondo Orsini, sul piano europeo, le questioni fondamentali da affrontare in Commissione sono:
Per Confindustria, è fondamentale agire rapidamente. Un altro problema si mescola poi alla situazione economica europea: la minaccia dei dazi. Confindustria, fino a ieri speranzosa sul “dialogo fra gli Stati Uniti e l’Italia”, ora invece come ha riportato l’Ansa, lancia un vero allarme: i dazi sono uno strumento “estremamente distorsivo”, soprattutto per noi Italia che abbiamo connessioni profonde di inport – export che animano l’economia.
Nel frattempo il Senato ha approvato il decreto Milleproroghe, adesso il provvedimento è passato alla Camera. Giorgetti ha assicurato che: “L’andamento dei prezzi dell’energia e le bollette non dipendono dal governo ma da dinamiche estranee, speculative su cui l’attenzione è massima”. Si riflette anche sul passaggio al libero mercato e a risvolti che si sono ottenuti in questi mesi.
Assoutenti, associazione consumatori, calcola che le tariffe del gas sono più alte del 21% rispetto allo scorso anno: una spesa annua “più cara di 309 euro a famiglia”. Anche il Codacons preme: “Il governo deve fare in fretta perché i rincari delle tariffe di luce e gas sono oramai alle porte e coinvolgeranno milioni di famiglie e imprese”. Ci aspettiamo quindi che il Governo agisca e lo faccia in fretta, l’idea è quella di cercare prezzi leali, che non prendano più in giro le famiglie con speculazioni.
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