Le accise rappresentano una ulteriore voce di spesa nella bolletta della luce, ma le norme vigenti ammettono esenzioni. I dettagli.
Le accise sui consumi di energia elettrica non sono sempre dovute, in quanto talvolta entrano in gioco esenzioni. Chi sono i soggetti non tenuti al versamento di queste imposte? E come contestare i pagamenti non dovuti?
I costi delle bollette sono lievitati sensibilmente negli ultimi mesi, e di ciò hanno risentito famiglie e imprese – alle prese con oggettive difficoltà a far quadrare in conti mensili. Proprio di bolletta della luce vogliamo parlare nel corso di questo articolo, in considerazione dell’impatto che stanno avendo i rincari in questo periodo.
Vero è che nell’ammontare totale della spesa da versare sono incluse diverse voci, e non solo quella relativa ai consumi. Non dimentichiamo infatti che il Fisco richiede il versamento di accise e imposte quando si tratta di utilizzo della corrente elettrica.
Ci si potrebbe dunque domandare come fare a non pagare le accise previste nella bolletta luce, ovvero: quali sono i soggetti esonerati dal versamento delle accise? E come fare a contestare la bolletta che le riporta ed ottenere così il rimborso? Scopriamolo di seguito.
Le accise sono imposte applicate sulla fabbricazione o sulla vendita di specifici prodotti: pensiamo ai carburanti, come la benzina, il gasolio ed il gpl, ma anche il gas metano e, appunto, l’energia elettrica.
Dal punto di vista tecnico, le accise rientrano nella categoria delle imposte indirette, le quali si applicano sui consumi e non sui redditi o sui patrimoni. L’accisa è di fatto immessa nel prezzo finale di vendita, e perciò grava sull’acquirente finale – e la bolletta dell’energia elettrica ne è un chiaro esempio. Tuttavia il soggetto tenuto a versarla allo Stato è il fornitore di energia.
L’accisa di fatto è quantificata sulla scorta della quantità di energia elettrica consumata e, soprattutto, la quota da pagare deve essere facilmente individuabile all’interno della fattura emessa dal gestore. Ciò permetterà al privato consumatore di leggerne l’importo e di capire se è corretto.
Ebbene non poche persone hanno contestato la legittimità dell’applicazione delle accise nella bolletta della luce, che il gestore energetico fattura ai consumatori per poi riversare il gettito al Fisco. Ecco perché appare opportuno dare una risposta alle domande in apertura.
Non tutti gli utenti sono tenuti al pagamento delle accise di cui alle bollette della luce e, in particolare, alle utenze domestiche residenziali si applica il beneficio dell’esenzione integrale dalle accise sull’energia elettrica, nel caso si verifichino le condizioni che seguono:
Perciò i consumatori debbono aver ben chiare queste condizioni, in modo da poter contestare la bolletta luce e chiedere il rimborso in ipotesi di accise non dovute.
Non solo. Anche alcune grandi aziende possono avvalersi dell’esonero dal versamento di queste imposte correlate all’energia elettrica consumata. Di riferimento è il d. lgs. 26 del 2007 sulla tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità.
Per l’esonero queste imprese devono presentare al proprio gestore – al momento dell’attivazione della fornitura elettrica – una:
Detta dichiarazione dovrà poi essere trasmessa all’Agenzia delle Dogane. Le grandi imprese che potranno beneficiare dell’esonero sono, ad esempio, quelle dell’ambito del trasporto su rotaia e gli stabilimenti industriali ad alto consumo energetico.
Rispondendo all’altra domanda in apertura, ricordiamo che se il consumatore nota nella bolletta della luce che una quota di accise è stata applicata pur non essendo dovuta, potrà effettuare la contestazione al proprio fornitore di energia.
Per questa via, l’interessato potrà chiedere ed ottenere il conguaglio della cifra, in modo che essa vada a credito nelle fatture dei mesi successivi.
Due le modalità per fare contestazione della bolletta della luce:
Laddove l’azienda che ha emesso la fattura contestata non si allinei alle richieste di chi fa la contestazione, non resterà che la via del tentativo di conciliazione. Se anche questo si rivelerà infruttuoso, la sola alternativa rimanente è l’inizio di una causa civile per il recupero dell’importo di accise pagato, ma non dovuto.
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