La criptovaluta più famosa supera una importante soglia psicologica, ma gli esperti esprimono pareri contrastanti sulle prospettive future.
Nelle giornate del 16 e 17 Febbraio, il Bitcoin ha prima toccato e poi superato con decisione quota 50.000 dollari facendo, così, registrare un nuovo massimo storico. Questo evento rappresenta il culmine di un forte rally che ha caratterizzato le quotazioni della criptovaluta, soprattutto a partire dalla fine di Ottobre 2020. All’inizio dello stesso mese il Bitcoin quotava circa 10.000 dollari, il che significa che da quel momento ad oggi lo strumento ha fatto registrare una salita del 400% (da area 10.000 fino ad area 50.000 dollari) in soli 4 mesi.
Nel boom delle quotazioni del Bitcoin ha sicuramente giocato un ruolo molto importante la decisione di alcune importanti società di puntare sulla criptovaluta sia come strumento di pagamento che come strumento di investimento.
L’ultima accelerazione rialzista, che ha consentito al prezzo di superare la precedente resistenza in area 42.000 dollari, è infatti stata innescata lo scorso 8 Febbraio dalla notizia riguardante la decisione di Tesla (colosso statunitense specializzato nella produzione di auto elettriche) di investire in Bitcoin una somma pari a ben 1,5 miliardi di dollari. Inoltre, pochi giorni fa, la casa automobilistica ha annunciato che presto accetterà bitcoin come mezzo di pagamento per le sue auto.
Anche un altro colosso come Mastercard ha annunciato che già a partire da quest’anno comincerà a supportare sulla sua rete determinate criptovalute, consentendo agli utilizzatori dei propri servizi di pagamento di effettuare transazioni in una forma innovativa.
Rilevante è stata anche la decisione, comunicata pochi giorni fa, di Bank of New York Mellon (importante multinazionale del settore bancario e dei servizi finanziari) di dare la possibilità ai propri clienti di detenere e trasferire criptovalute sui propri portafogli di investimento.
Nel mondo degli analisti finanziari vi sono opinioni molto contrastanti sul futuro sviluppo del mercato delle criptovalute.
Alcuni esperti in materia ritengono che possa verificarsi nuovamente quanto accaduto nel 2017 quando il prezzo del Bitcoin, dopo aver fatto registrare un record a quota 20.000 dollari, subì un violento calo che portò le quotazioni in area 3.000. Secondo Antonio Simeone, amministratore delegato di Euklid e tra i primi conoscitori di criptovalute in Italia, “gli investimenti in Bitcoin hanno più l’aspetto della speculazione che di una scommessa nella tecnologia che c’è dietro”. Simeone continua affermando che “al momento tutti vogliono Bitcoin perchè promette margini di guadagno interessanti ed è anche peggio di quello che successe nel 2017 quando una parte degli investitori scommetteva anche sulla sua tecnologia”.
Al contrario, altri analisti ritengono che questo rally sia fondato su basi solide e che sia destinato a continuare anche nei prossimi mesi. Simon Peters, analista esperto di criptovalute di eToro, afferma che “l’ultimo massimo toccato mostra come adesso la criptovaluta debba essere considerata un asset di investimento mainstream”, ovvero un asset al quale rivolgeranno le proprie attenzioni anche tante altre grandi aziende protagoniste dell’economia mondiale, oltre a quelle citate in precedenza. Secondo le stime di Peters, questo potrebbe portare le quotazioni del Bitcoin stabilmente in area 70.000 dollari.
A supportare l’aspettativa rialzista ci sono anche i dati riportati dal Wall Street Journal, sulla base dei quali dallo scorso agosto allo scorso dicembre sono stati minati solo 150.000 nuovi Bitcoin, a fronte di ben 359.000 Bitcoin acquistati. Ciò evidenzia come vi sia un eccesso di domanda nel mercato del Bitcoin che potrebbe favorire una continuazione del trend rialzista in corso.
E’ innegabile che il superamento di una soglia come quella costituita dal livello dei 50.000 dollari sia un evidente segnale di forza da parte dei compratori. I numeri tondi infatti, nel mondo del trading, vengono definiti “soglie psicologiche”, in quanto potenzialmente in grado di arrestare la salita o la discesa della quotazione di uno strumento finanziario. Questo perchè molto spesso un trader può essere attratto dalla semplicità di un numero tondo nella gestione di un trade: nel caso specifico del Bitcoin, era plausibile pensare che molti operatori avrebbero potuto prendere profitto proprio in area 50.000 dollari. Prendere profitto per un trader esposto al rialzo consiste nell’effettuare l’operazione inversa e quindi vendere, per cui avrebbe potuto esserci una correzione, ovvero una pausa dell’impetuoso trend rialzista. Il fatto che ciò non sia avvenuto e vi sia stato, invece, il breakout della soglia dei 50.000 dollari può essere considerato come un segnale di continuazione del trend.
D’altro canto, bisogna considerare che acquistare sui massimi, dopo un rialzo di queste proporzioni, non è la scelta migliore da fare per un trader. Potrebbero, infatti, comunque avvenire delle prese di profitto da parte dei grandi operatori del mercato (come banche d’affari e fondi d’investimento) che porterebbero le quotazioni verso livelli più bassi, mettendo in difficoltà un’eventuale operazione d’acquisto.
Anche un’entrata short (in vendita, allo scopo di speculare al ribasso) non è consigliabile in situazioni come queste perchè cercare di contrastare un trend rialzista, che in questo momento non mostra segnali nè di ritracciamento nè tanto meno di inversione, sarebbe troppo rischioso.
In definitiva, la prima raccomandazione è quella di operare sul Bitcoin solo se si dispone di una valida strategia di trading già testata su questo strumento. In generale la scelta operativa migliore, sulle base delle informazioni ad oggi disponibili e in un’ottica di medio-lungo periodo, è quella di attendere una correzione del mercato che porti i prezzi su livelli più bassi rispetto a quelli attuali. Una volta accaduto ciò si potrebbe entrare al rialzo, quindi rispettando la tendenza attualmente in corso nel mercato, attendendo un segnale rialzista della propria strategia operativa e sempre dando priorità all’aspetto legato alla gestione del rischio per tutelare il proprio capitale.
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