Bitcoin dinuvo in bilico, crolla anche Ethereum, l’entusiasmo si è sgonfiato?

 Dopo un’ulteriore giornata di perdite per le azioni degli Stati Uniti, il Bitcoin sembra risentire nuovamente del clima di sfiducia tornando sotto i 20 mila dollari.

Venerdi’ scorso l’S&P 500 e il Nasdaq hanno registrato il peggior calo percentuale settimanale da giugno.

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Con i mercati che hanno pienamente prezzato un aumento dei tassi di almeno 75 punti base, alcuni investitori si preparano a una recessione aumentando la loro avversione al rischio soprattutto sugli asset più volatili.

Secondo alcuni analisti l’ulteriore aumento dei tassi dall’attuale livello pari al 4,5% circa produrrà un impatto negativo del 20% circa sui prezzi delle azioni. È così che anche le criptovalute correlate nell’ultimo anno ai listini Usa subiscono ne subiscono i cali e scontano anche la fine delle aspettative di rialzo dovute al Merge di Ethereum. Con la fine di questo, concluso giovedì 15 settembre, Ethereum ha registrando la scorsa settimana un ribasso del 24,5%, il peggiore dal maggio 2021.

Il passaggio di Ethereum al protocollo Proof of Stake rappresentava una grande speranza per l’intero mercato; ora che l’evento è avvenuto, l’entusiasmo si è sgonfiato e la gente ha iniziato a vendere. È anche per questo motivo che il prezzo di Bitcoin è sceso sotto i 19.000 dollari e quello di Ethereum sotto i 1.500 dollari.

Bitcoin torna ai livelli più bassi dai minimi di giugno

Pericoloso passo indietro soprattutto Bitcoin che torna ai livelli più bassi dai minimi di giugno. La rottura tecnica dei 18.550 dollari, il minimo del 7 settembre deve ritestare il supporto; osserveremo se il livello di prezzo tornerà a fungere da prezzo di sconto per ulteriori volumi in accumulazione o se invece gli investitori riterranno insoddisfacente il momentum. Secondo i dati di Cointelegraph e TradingView il supporto dei volumi in acquisto fa ben sperare sulla tenuta del prezzo intorno almeno ai 19.000 dollari.

Non sono previsti nuovi aumenti di prezzo oltre i 21.000 dollari prima che la Federal Reserve torni a esprimersi nei prossimi giorni sulle intenzioni di politica monetaria e sui tassi di interesse. Oltre ai dubbi degli investitori, quelli della stessa Fed e del Tesoro USA; sembrano ricredersi sull’esclusione di un effetto recessivo il cui impatto reale, date anche le congiunture internazionali, diventa difficile da stimare.

Così il Bitcoin riflette il momento critico con un ribasso settimanale poco oltre l’11%, la seconda peggiore chiusura settimanale nell’ultimo trimestre. Seguendo il debole trend del fine settimana, inizia la terza settimana di settembre decisiva per una ripresa o meno del trend ribassista.

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