Bitcoin, il rischio per i tuoi investimenti è altissimo: ecco come difendersi

La popolarità del mondo crypto è in continua ascesa. Infatti, è molto frequente sentire parlare di Bitcoin nei vari luoghi della vita sociale, grazie alle grandi performance di cui è capace in breve tempo. Guardando l’altro lato della medaglia, però, numerose sono le insidie nascoste dietro l’investimento in criptovalute, tra cui proprio la grande notorietà raggiunta in pochi anni anche tra i meno esperti della materia.

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Nel corso del 2021 il Bitcoin è stato protagonista di movimenti molto intensi, in entrambe le direzioni. Flussi che ne hanno incrementato ulteriormente la popolarità, anche tra le persone meno esperte di finanza ed investimenti. In diverse occasioni, le fasi di rialzo hanno portato il prezzo a toccare nuovi massimi storici.

L’attuale record è stato raggiunto lo scorso 10 novembre ed è pari a 69.000 dollari. L’impulso rialzista che ha portato le quotazioni su tale livello è partito il 21 luglio da area 30.000 dollari circa. Qui il prezzo aveva interrotto la discesa partita in seguito al raggiungimento del massimo della seduta del 14 aprile, pari a 64.900 dollari. Ciò significa che, nel giro di neanche 4 mesi, il Bitcoin è salito del 130% circa. In altri termini, ha più che raddoppiato il proprio valore tra luglio e novembre 2021.

Perché è rischioso investire i propri risparmi in criptovalute

Nel corso dell’ultimo mese, le incertezze legate alla salita dell’inflazione e all’aumento dei casi di Covid-19, capaci di destabilizzare anche il solido trend rialzista dei mercati azionari, hanno penalizzato la criptovaluta più famosa. Dal 10 novembre ad oggi, ha perso più del 30%, mettendo in difficoltà coloro che, presi dall’euforia del rialzo, avevano comprato in prossimità del massimo storico. Quanto appena detto, rappresenta il rischio più evidente cui si va incontro quando si sceglie di investire su uno strumento finanziario proprio nel momento in cui questo diviene un “prodotto di massa”, cioè appetibile e chiacchierato da chiunque e ovunque. Di solito, infatti, quando un asset diventa molto gettonato tra i mass-media o tra soggetti non appartenenti al mondo finanziario, ingolositi dalle performance registrate dallo strumento, significa che esso ha già effettuato un movimento di grande entità.

Per questa ragione, il momento opportuno per entrare a mercato e partecipare alla “festa” è già passato. Quando le quotazioni sono reduci da un rally del 130%, come quello del Bitcoin tra luglio e novembre di quest’anno, è molto probabile che, a breve, vi siano delle prese di profitto degli operatori esposti al rialzo, a causa delle quali il prezzo viene trascinato al ribasso. Nel mercato prevale la pressione di vendita da parte di coloro che intendono vendere per incassare i guadagni maturati. Maggiore è la presenza di investitori poco esperti e poco capitalizzati, più questo movimento tende ad essere impulsivo e repentino. Questi soggetti vengono guidati molto spesso dalle emozioni. Tendono a liquidare, in preda al panico, quando si rendono conto che il prezzo si sta muovendo nella direzione opposta alla posizione da essi assunta nel mercato.

Bitcoin: cosa è successo il 4 dicembre

Come esempio di questa dinamica, si osservi la giornata del 4 dicembre, quando il Bitcoin ha registrato un picco di perdita, in corrispondenza del minimo di seduta, superiore al 20%. Viene da sé che investire del capitale in uno strumento del genere, capace di forti movimenti di liquidazione, denominati anche “panic selling”, è estremamente rischioso e va fatto con grande cautela, mettendo in pericolo soltanto una piccola quota del proprio patrimonio complessivo. Per intenderci, un investitore molto aggressivo che avesse voluto investire il 4 dicembre dei risparmi pari a 50.000 euro in Bitcoin ne avrebbe persi 10.000 nel giro di poche ore.

Critptovalute: un mercato giovane con pochi dati

Quando si parla di criptovalute come strumento di investimento, un altro aspetto da valutare è la scarsa disponibilità di dati storici da analizzare per comprenderne meglio il funzionamento. Essendo, infatti, il Bitcoin (prima criptovaluta messa in circolazione) uno strumento nato nel 2009 e diventato popolare come asset di investimento soltanto 4 anni fa, la serie storica dei dati di mercato, utilizzabili per effettuare studi statistici che consentano di individuare delle dinamiche di comportamento ricorrenti, non è sufficiente per ottenere un campione in grado di restituire delle informazioni affidabili ed utilizzabili con efficacia per impostare una strategia di trading profittevole sullo strumento.

Quanto appena detto vale ancora di più per le criptovalute diverse dal Bitcoin, nate tutte successivamente e con un mercato meno liquido e, di conseguenza, più soggetto a movimenti repentini ed impulsivi rispetto a quello del Bitcoin. La conclusione di questa analisi è che bisogna approcciare all’investimento in criptovalute, preferibilmente Bitcoin, essendo consapevoli dell’elevato rischio insito nell’operazione, perciò è necessario allocare in questi asset una quota molta bassa dei propri risparmi, impiegando la gran parte del proprio capitale in asset più sicuri e con una volatilità media più contenuta.

Bitcoin, analisi tecnica: quand’è il momento giusto per acquistare?

E’ fondamentale, quando si intende acquistare uno strumento finanziario, individuare il momento opportuno per entrare a mercato, a maggior ragione se si tratta di un asset con le caratteristiche del Bitcoin. L’ingresso dovrebbe avvenire in un punto nel quale vi sono delle conferme alla propria idea di trading e, allo stesso tempo, si ha la possibilità di impostare degli stop loss che permettano un adeguato “run down” e che siano sostenibili per il proprio conto.

Nella seduta del 4 dicembre, dopo un crollo di oltre il 20% in poche ore, le quotazioni hanno trovato supporto in area 42.000 dollari, che è il livello da monitorare per posizionare lo stop loss di un eventuale ingresso long. Nelle giornate successive, il Bitcoin ha continuato a muoversi lateralmente, in un’area compresa tra 52.000 e 46.650 dollari. Questi due livelli saranno fondamentali nel determinare i futuri movimenti della criptovaluta più diffusa, rispettivamente al rialzo o al ribasso.

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Bitcoin: cosa ci riserva il futuro?

Perciò, un segnale di ripresa del Bitcoin sarebbe il recupero dei 52.000 dollari, parte alta dell’area di trading range. Raggiunto tale livello, inoltre, avverrebbe il recupero del forte ribasso del 4 dicembre. In caso di acquisto, un primo livello di take profit sarebbe costituito dalla resistenza dei 59.000 dollari, superata la quale si potrebbe puntare al massimo storico in area 69.000 dollari.

Al contrario, un segnale di debolezza sarebbe rappresentato dal breakdown del livello di supporto posizionato in area 42.000 dollari. Qualora ciò accadesse, sarebbe opportuno chiudere le posizioni in acquisto per tagliare le perdite.

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