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Criptovalute

Criptovalute, occhio a queste cinque aziende: sono le più coinvolte

Il mondo delle criptovalute e dalla blockchain, agli occhi delle grandi multinazionali sono diventate negli ultimi tempi un ottimo modo per diversificare e accrescere la propria capitalizzazione.

Nonostante il rischio particolarmente elevato, una parte delle società quotate in borsa si è interessata alle criptovalute o alla loro tecnologia, partecipando in modi diversi con investimenti nel settore. Quali sono le società ad alta capitalizzazione che sembrano essersi esposte maggiormente?

Microsoft, blockchain per gli investimenti

La più grande compagnia di software ed elettronica impegnata nel settore tecnologico, ha realizzato attraverso un suo cloud proprietario, la prima blockchain applicata agli investimenti. Questa piattaforma completamente open source è in grado di essere utilizzata da diverse aziende che vogliono sfruttare questa tecnologia, al fine di accelerare e snellire e automatizzare i processi che coinvolgono il settore di loro competenza.

La blockchain sviluppata da Microsoft è in grado di gestire più di 1600 transazioni a secondo. Sviluppata con protocolli che la rendono particolarmente sicura, è adatta a essere utilizzata da molteplici aziende, da quelle operanti nel settore finanziario e nella logistica, a quelle impegnate nella sanità o semplicemente nelle vendite al dettaglio.

Oltre a questo, Microsoft ha deciso di utilizzare la blockchain del Bitcoin per lanciare il suo servizio di verifica dell’identità digitale, includendo la possibilità di impiego per l’accesso ai social media network, le pubbliche amministrazioni o semplicemente l’acquisto di biglietti per eventi, che necessitano di referenze legate all’identità dell’acquirente. Il vantaggio di utilizzare il servizio basandolo sulla blockchain, è quello di non dover far dipendere l’esistenza e il funzionamento dell’identità digitale da organizzazioni esterne, automatizzando il processo di verifica delle credenziali.

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VISA e la collaborazione con Anchorage

Visa ha deciso di utilizzare la stablecoin USDC basata sul dollaro, utilizzando blockchain di Ethereum. Ha inoltre annunciato alla fine di marzo la sua collaborazione con la banca Anchorage, specializzata nella gestione degli asset digitali, investendovi direttamente circa 40 milioni di dollari.

Per mezzo delle sue collaborazioni sarà in grado quindi di servire gli utilizzatori delle criptovalute, facendo allo stesso tempo da intermediario, per più di venticinque compagnie che basano i loro servizi sull’acquisto e sullo scambio di criptovalute, come ad esempio gli exchange.

Nvidia e i processori per il mining

La società specializzata in hardware e componentistica per l’elettronica e i computer, non poteva immaginare che nonostante il suo disinteresse per il mercato delle criptovalute, sarebbe stata comunque coinvolta dalla sua crescita esponenziale dell’hype e degli scambi delle monete digitali.

I prodotti Nvidia sono infatti sempre più richiesti da coloro che effettuano il mining delle criptovalute, mettendo quindi a disposizione la potenza di calcolo dei loro computer per poter servire da punti decentralizzati del sistema che gestisce il flusso dei dati sulle quali funzionano le criptovalute.

I processori delle schede grafiche Nvidia più sofisticate erano stati originariamente creati per soddisfare le esigenze dei videogiocatori, che utilizzano sistemi di gioco nel quale è necessario avere fluidità e definizione, tali da esigere una potenza di calcolo che questo genere di hardware è in grado di soddisfare. Le GPU Nvidia sono anche utilizzate per merito delle loro alte prestazioni nella meteorologia, nell’intelligenza artificiale e nella robotica.

Negli anni in cui il Bitcoin ha cominciato a valorizzare l’investimento nel mining, si è sviluppato un crescente fenomeno di acquisti, rispetto a una particolare serie di processori in grado di performare nel calcolo, necessario alla verifica crittografica sulla blockchain, risparmiando al contempo energia e diventando quindi il sistema più remunerativo, al netto dei costi, per ottenere un guadagno in termini di criptovalute. Al fine di soddisfare questo tipo di domanda da parte di coloro che sono impegnati nella moderna corsa all’oro, la società ha infine deciso di sviluppare una linea di prodotti dedicati, chiamati Nvidia CMP, acronimo che significa Cryptocurrency Mining Processor.

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Paypal, dai pagamenti alla conversione automatica

In questo scenario così variegato, PayPal spicca per la sua capacità di far crescere per mezzo dell’investimento sulle criptovalute, la sua già vasta base di utenti: con 325 milioni di account attivi, rappresenta lo strumento che milioni di persone utilizzano per effettuare e ricevere pagamenti online.

L’azienda dopo avere abilitato l’acquisto di Bitcoin e altre criptovalute, per tutti i cittadini residenti negli Stati Uniti, ha successivamente abilitato servizi che permettono di ricevere e effettuare pagamenti, per beni e servizi, usando direttamente le criptovalute. La novità del servizio offerto è inoltre quello di avvantaggiare i commercianti che non avranno alcun bisogno di dover successivamente convertire le criptovalute ricevute, essendo queste direttamente versate attraverso una conversione automatica in valuta locale.

Square, investimento forte sul Bitcoin

Square come PayPal è una società che si occupa principalmente della gestione di pagamenti elettronici. Square aveva inizialmente investito nel 2018 nell’innovazione rappresentata dal mercato delle criptovalute, espandendosi nel settore finanziario con un servizio di trading sul Bitcoin, mentre nel 2019 aveva creato Square Crypto, una branca indipendente della società, specializzata nello studio e nello sviluppo dei sistemi open source basati sulla Blockchain. Questa iniziativa è stata seguita dalla creazione di un organizzazione senza scopo di lucro, chiamata COPA Cryptocurrency Open Patent Alliance.

Quando il Bitcoin ha cominciato ad attirare le simpatie di investitori capitalizzati, come JPMorgan e popolari come Elon Musk, Square ha deciso di acquistare direttamente circa 4.700 Bitcoin, con un investimento complessivo di cinquanta milioni di dollari. A questo si è aggiunto successivamente un altro investimento, del valore di 170 milioni di dollari. Con un esposizione totale sulla criptovaluta che ha raggiunto circa il 3% del valore degli asset complessivi detenuti dalla società.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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