Berlusconi medita la scissione dal centro destra, possibile governo di larghe intese con Pd e Terzo Polo?

I sondaggi danno il centro destra come favorito per la prossima tornata elettorale, ma le acque nella coalizione sono torbide. Berlusconi medita un ben servito.

Il leader di Forza Italia sarebbe in procinto di distanziarsi dai suoi alleati Meloni e Salvini. L’assist è servito dalla posizione ambigua di FdI e Lega in merito a Orbán.

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Fratelli d’Italia e Lega hanno votato contro il rapporto europeo sull’Ungheria di Orbán. Berlusconi non ha dubbi a riguardo, il suo partito è garanzia di europeismo e nel caso Meloni e Salvini prendessero altre strade sarebbe pronto a mollarli. Insomma, c’è aria di larghe intese tra il suo partito con Letta e Calenda.

Berlusconi alla ricerca di un casus belli

Per la formazione di un esecutivo di larghe intese tra Forza Italia, Pd e Terzo Polo, ci sarebbe bisogno di un vento scatenante. Il potenziale voltafaccia di Berlusconi sarebbe giustificato solamente da una ragione che possa dirsi quanto meno plausibile. Un “tradimento” potrebbe significare il mancato ingresso a Palazzo Chigi della favorita Meloni.

Il probabile casus belli si è manifestato in Europarlamento. In questa sede Lega e Fratelli d’Italia, seguendo il pensiero dei gruppi Id ed Ecr alla cui presidenza vi è proprio la Meloni, hanno espresso voto contrario alla mozione avanzata nei riguardi dell’Ungheria.

La mozione, poi accolta e che domenica dovrebbe essere convalidata in via definitiva, delinea l’Ungheria come “non più una democrazia compiuta” per via di diverse disposizioni del governo Orban specie in ambito giuridico e in quanto a libertà di pensiero e parola.

Da Bruxelles si è quindi pronti a porre il veto agli 8,8 miliardi di investimenti stanziati e riservati allo Stato magiaro da qui ai prossimi 5 anni, il 20% del complessivo. Del resto, l’Ungheria potrebbe essere privata anche del diritto di suffragio in sede di Consiglio.

Possibile scissione nel centrodestra? Trema la Meloni

Dopo quanto avvenuto con le votazioni in Europarlamento, Silvio Berlusconi, a oggi europarlamentare, ha espresso pensieri non casuali perlopiù perché pronunciati in prossimità dell’imminente tornata elettorale.

Berlusconi del resto, nel corso di una intervista rilasciata al Tg3, ha ribadito che la presenza di Forza Italia in un governo sarebbe garanzia indiscutibile di esecutivo “liberale, cristiano e soprattutto europeista e atlantista”.

Aggiungendo poi: “Io garante della coalizione? Assolutamente sì, se questi signori, i nostri alleati di cui ho certamente fiducia e rispetto, dovessero partire in direzioni diverse noi non staremmo nel governo”.

Parole non incoraggianti (e forse piuttosto seccanti) per Giorgia Meloni, che se anche dovesse vincere le elezioni (e non solo i sondaggi) privata dei voti di Forza Italia non potrebbe vantare una maggioranza a Montecitorio.

Berlusconi e l’alibi perfetto

Sebbene la leader di Fratelli d’Italia abbia provato a tranquillizzare la chiunque, tra stampa locale ed estera, circa i buoni propositi di europeismo e atlantismo, alleati e no, non riescono a fidarsi sino in fondo. Del resto, l’altro alleato in questione, Salvini, manco a provarci.

L’Ungheria, dunque, si pone a Silvio Berlusconi come l’alibi ideale per prendere definitivamente le distanze dalla coalizione di centrodestra.

Davanti a tale prospettiva le strade che si aprirebbero di fronte alla Meloni sarebbero due: governare solamente con la Lega, finendo in pasto a Salvini, oppure accettare un nuovo esecutivo di larghe intese, che avrebbe il non facile obiettivo di condurre l’Italia in acque più tranquille, scrollandosi di dosso rincaro prezzi e inflazione. Uno scenario che potrebbe far pensare nuovamente a Mario Draghi ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio.

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