Non tutti i beni sono pignorabili: ecco l’elenco ufficiale di quelli esclusi che consente di stare sereni legalmente.
Avere a che fare con un pignoramento non è certo una passeggiata, lo saprà bene chi si è ritrovato a farci i conti. Tale misura può essere messa in atto laddove vi siano morosità e debiti e corrisponde ad un atto formale di espropriazione forzata di un bene, con l’obbiettivo della vendita volta a saldare quanto dovuto. Si tratta, dunque, di un atto giuridico da parte del creditore che si poggia sull’ausilio dell’autorità giudiziaria e può riguardare tanto i beni immobili quanto quelli mobili. Ci sono, tuttavia, alcuni elementi che non possono essere pignorati: quali sono e perché?
Tali limitazioni sono stabilite dalla legge e hanno lo scopo di proteggere il debitore, garantendo che quei beni considerati essenziali alla sua sopravvivenza e a quella della sua famiglia non possano finire nella lista dei pignorati. Tralasciando l’iter alla base del pignoramento stesso, lungo e complesso, scopriamo quali sono tali beni.
Sono molti a chiedersi, laddove scatti un pignoramento, quali sono quei beni che “esenti” da tale procedura e che, dunque, non possono essere “portati via”. Iniziamo subito col dire che, per quanto riguarda il mobilio, letti, armadi guardaroba, vestiti, frigorifero, stufe e fornelli, utensili relativi a casa e cucina, così come combustibili e commestibili per un mese di sopravvivenza non possono essere pignorati.
Ancora, sono esclusi la fede nuziale, elementi sacri volti all’esercizio del proprio culto, così come armi e oggetti necessari al debitore per assolvere al pubblico servizio. Anche decorazioni di valore, lettere, animali domestici e di supporto alla persone non possono rientrare nella lista dei beni pignorabili.
Ricordiamo, inoltre, che anche alcuni crediti non possono rientrare in tale lista. Come quelli alimentari stabiliti in fase di separazione, sussidi di grazia e sostentamento per soggetti all’interno dell’elenco dei poveri, redditi destinati a persone indigenti. E, ancora, sussidi statali destinati a maternità, funerali o malattia, così come i crediti maturati dai rapporti di lavoro fino al raggiungimento della soglia che corrisponde all’entità dell’assegno sociale.
Ne viene di conseguenza che, ad essere pignorabili, ad esempio, sono quei beni quali stipendio e pensione (fino ad un quinto), elettrodomestici e beni di lusso quali gioielli, yatch e simili, ma anche conti correnti e cointestati (nella misura della quota corrispondente al debitore). Ricordiamo che, anche nel caso di tali esempi, ci sono dei limiti che tengono conto delle casistiche.
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