Secondo Bloomberg la Banca centrale europea sta lavorando a uno strumento di arresto d’emergenza a disposizione del Consiglio direttivo da utilizzare in caso di uno shock finanziario.
Pare quindi che i vertici politici e finanziari dell’Unione vogliano prevenire gli effetti di una potenziale crisi dei rendimenti obbligazionari per tutelare le economie più deboli della zona euro.
Il Consiglio direttivo è pronto quindi a proteggere i debiti sovrani a protezione dell’euro e della tenuta dei governi. Il contesto sembra ideale per portare avanti l’unificazione politica e fiscale di cui l’Unione europea avverte da tempo la necessità.
Diversi passi avanti sono stati intrapresi anche dal punto di vista della sicurezza energetica. L’Ue ha presentato un piano per ridurre di due terzi le importazioni di gas russo e porre fine alla sua dipendenza dai combustibili fossili russi entro il 2030. Un processo che richiederà una transizione verde molto più decisa e accompagnata dal sostegno comunitario alle economie dei paesi membri.
Non è chiaro come dovrebbe funzionare uno strumento che implica direttamente o indirettamente l’acquisto di obbligazioni in modo contenerne i rendimenti. L’ipotesi più probabile è quella di un ingresso diretto a mercato per cifre in grado di calmierarne nell’immediato i rendimenti. La prossima settimana la BCE dovrebbe riunirsi per decidere la sua politica in merito alle variazioni dei tassi di interesse.
BCE, piano di emergenza per proteggere i paesi come l’Italia dall’aumento dei tassi
Al centro delle preoccupazioni ci sono i titoli di stato italiani. Questi hanno visto negli ultimi mesi un forte aumento nei rendimenti. La tendenza si è innescata dopo che la BCE ha annunciato la fine del PEPP per marzo e ha limitato contestualmente l’incidenza del programma di emergenza di acquisto asset APP.
Il primo è comunque stato prolungato in parte almeno sino alla fine del 2024. Il secondo invece fa parte di un pacchetto di misure di politica monetaria non convenzionali che comprende operazioni mirate di rifinanziamento a lungo termine. Avviato a metà del 2014 è finalizzato a sostenere il meccanismo di trasmissione della politica monetaria e fornire l’importo necessario a garantire la stabilità dei prezzi.
A marzo 2022, sulla base della sua valutazione aggiornata sulle prospettive di inflazione e di crescita e tenendo conto del contesto di incertezza scaturito dall’invasione russa dell’Ucraina, il Consiglio ha rivisto l’ammontare degli acquisti netti nell’ambito dell’APP per i mesi successivi. Questi sono stati portati a 40 miliardi di euro ad aprile, 30 miliardi a maggio e 20 miliardi a giugno. L’APP ha effetti diretti sui rendimenti dei titoli pubblici e privati, spingendo anche gli investitori a riequilibrare il proprio portafoglio verso attività finanziarie più redditizie.
BCE, a cosa è dovuta la misura d’emergenza per sostenere i titoli di Stato?
Se la BCE si prepara a una serie di misure d’emergenza per sostenere i titoli di stato dell’area Euro, prolungando già al contempo le altre misure straordinarie di politica monetaria le motivazioni aggiuntive dell’instabilità possono essere solo di origini esogene. Dato il contesto attuale queste possono essere principalmente di natura energetica, legate in particolare a gas e petrolio.
L’ 8 marzo il rendimento dei titoli di Stato italiano a 10 anni è stato scambiato intorno al 2,35% rispetto al 2,40% circa precedente. Un ulteriore possibilità è che i preparativi dietro le quinte della BCE suggeriscono come i funzionari si stiano preparando per un momento in cui i mercati obbligazionari saranno esposti alla volatilità in assenza di interventi su larga scala per la prima volta dopo oltre sette anni di acquisti di attività quasi ininterrotti.
I funzionari della BCE avrebbero così uno strumento per fermare la speculazione in casi di emergenza che possono colpire i membri oggi più fragili dell’euro come l’Italia. Le sfide economiche future sono in questo momento rappresentate dall’incertezza data dal nuovo contesto geopolitico.
Aumento dei tassi di interesse: attenzione al calendario macroeconomico di questa settimana
La guerra in Ucraina sta trasformando in modo molto evidente il panorama macroeconomico globale. L’Unione europea porta avanti contemporaneamente diversi difficili obbiettivi. Una transizione energetica verso le energie rinnovabili e l’aumento delle spese per la difesa e i contributi alla spesa pubblica dei governi. In questo contesto sostiene famiglie e imprese che devono far fronte all’aumento dei costi energetici. A questo si aggiunge la necessità di nuove infrastrutture che compensino il fabbisogno di Gas Naturale.
Sul breve termine questo mese i mercati potranno scontare il contraccolpo politico in Francia per un’eventuale sconfitta di Macron. Se l’ascesa dell’estrema destra francese può ancora una volta contribuire a ridisegnare la politica estera ed europea, sono diversi i dati macro da tenere in considerazione questa settimana.
- Martedì 12 aprile alle 11:00 la Germania segnalerà il risultato dell’indice ZEW rappresentativo della fiducia sull’andamento dell’economia tedesca nonché quello per l’Eurozona. Alla stessa ora saranno anche pubblicati i dati sulla produzione industriale annuale e mensile italiana e dell’UE.
- Alle 11:10 ci saranno le emissioni di BTP a 3, 7, 10 e 30 anni. Alle 11.30 ci sarà l’asta di Bund tedeschi a 10 anni.
- Invece alle 14.30 viene invece pubblicato l’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti e rilevata di conseguenza l’inflazione.