Non pagare le tasse è il sogno della maggior parte degli italiani. Ma, per evitare di cadere nell’illegalità, è possibile fare affidamento al baratto amministrativo.
Il baratto amministrativo, anche conosciuto come contratto di partenariato sociale, è un’opportunità che viene concessa ai contribuenti per evitare di pagare i tributi locali come IMU, Tari e Tasi.
Lo strumento noto come baratto amministrativo è una grande opportunità per i contribuenti, perché permette loro di svincolarsi dall’obbligo di pagamento delle imposte locali. Tuttavia, è possibile attivare il baratto amministrativo solo presso alcuni enti locali.
Di fatto, si tratta di un metodo poco utilizzato ma anche poco conosciuto.
Scopriamo in cosa consiste il contratto di partenariato sociale e come fare ad accedervi.
Baratto amministrativo: un metodo per non pagare le imposte
Tutti i contribuenti sono tenuti al pagamento dei cosiddetti tributi locali come IMU, Tari e Tasi. Si tratta delle imposte più odiate dagli italiani, per le quali è previsto l’obbligo di pagamento annuale. Il mancato versamento delle suddette imposte determina la maturazione di un debito nei confronti del fisco, con tutto ciò che ne consegue.
In pochi sanno che è possibile evitare di pagare i tributi locali, senza commettere alcuna infrazione o violazione della legge.
Tale opportunità è concessa dallo strumento conosciuto come baratto amministrativo. Altro non è che un contratto di partenariato sociale che permette di evitare di pagare i propri debiti nei confronti degli enti locali svolgendo lavori socialmente utili.
In sostanza, grazie questo strumento, il contribuente ha la possibilità di saldare un debito con le amministrazioni. Quindi, chi non può pagare i tributi locali può regolarizzare la propria posizione debitoria, nei confronti dell’ente pubblico, prestando gratuitamente la propria attività lavorativa.
Come funziona il contratto
Il baratto amministrativo è la possibilità che viene data al contribuente di regolarizzare la propria posizione debitoria, nei confronti degli enti pubblici, per il mancato pagamento di un tributo locale. In tal caso, cittadino ha la possibilità di offrire il lavoro gratuito svolgendo mansioni di utilità pubblica, con un valore economico equivalente all’importo del tributo non pagato.
Il baratto amministrativo non può essere imposto dall’ente locale: può essere offerto al debitore, che ha la possibilità di accettare o meno la proposta.
Quindi nessun cittadino può essere costretto dal Comune a prestare lavoro di utilità civile per saldare un debito.
Ad ogni modo, la legge che prevede quest’opportunità consente ai propri cittadini di regolarizzare la posizione debitoria dietro la stipulazione di un accordo scritto.
Dunque, dietro il baratto amministrativo c’è il contratto di partenariato sociale. L’accordo è stipulato tra l’ente territoriale e il cittadino che decide di accedere a tale strumento.
I lavori che possono essere offerti al cittadino, a titolo di baratto amministrativo, riguardano: la pulizia, la manutenzione, l’abbellimento delle aree verdi, piazze o strade.
In sostanza, il cittadino deve svolgere i lavori che servono a valorizzare iniziative culturali e ad effettuare interventi di decoro urbano.
Dopo aver eseguito il lavoro e le mansioni previste dall’accordo, il cittadino può sanare la propria situazione debitoria.
In base a quanto previsto dalla legge che disciplina questo strumento, all’interno dell’accordo deve essere indicato il corrispettivo economico della prestazione di lavoro offerta dal cittadino.
Come accedere al baratto amministrativo
Sebbene l’idea del baratto amministrativo possa sembrare uno strumento estremamente interessante, in caso di debiti nei confronti degli enti locali, esso non è obbligatorio né per l’ente né per il contribuente.
Ciò vuol dire che la possibilità di sfruttare il baratto amministrativo dipende dalle amministrazioni locali. Ad oggi, solo pochi Comuni permettono ai propri cittadini di sanare i debiti tramite un contratto di partenariato sociale.
In ogni caso, in base a quanto stabilito dalla disciplina nazionale, per accedere al partenariato è necessario che il contribuente si trovi in difficoltà economica accertata, tramite indicatore ISEE.
Ad esempio, il Comune di Milano ha stabilito che possono utilizzare lo strumento del baratto solo coloro che hanno un ISEE inferiore a 21.000 euro. In tal caso, il cittadino è tenuto a dimostrare di essere impossibilitato a pagare il debito a causa di una ridotta capacità reddituale (es. licenziamento, cassa integrazione, cessazione dell’attività da libero professionista, etc.).