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Economia e Finanza

Le banche in Europa reagiscono all’inflazione, ecco le soluzioni applicate in ogni Paese

L’inflazione sta venendo combattuta dalle banche centrali dei Paesi in Europa, ma ognuno di essi ha esigenze e condizioni economiche diverse.

La Banca centrale polacca ha alzato il suo tasso principale al 6,5%, un aumento di 50 punti base. Come per i Paesi dell’eurozona le manovre di politica monetaria possono cambiare in base ai nuovi risvolti sulla scena internazionale.

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In Europa alcuni Paesi sono maggiormente colpiti dalle recenti turbolenze causate dall’aumento del costo delle materie prime e dalla loro scarsità nonché dall’inflazione.

I Paesi Bassi devono far fronte a un’inflazione di quasi il 12 per cento, la Spagna e la Slovacchia di circa il 10%, mentre l’Italia supera la media dell’eurozona che è pari al 7,5%. La Francia e la Finlandia sono invece tra le meno colpite con un valore rispettivamente al 5,1 e al 5,6%.

Le misure dei governi in Europa per compensare gli squilibri economici

Anche le misure dei governi atte a compensare gli squilibri economici interni sono differenti; Tutti i Paesi tranne Bulgaria e Ungheria, hanno messo in atto misure per aiutare le categorie più fragili. Tra questi bonus energetici e compensazione sulle pensioni minime, nonché verso i redditi più bassi. La maggior parte degli sgravi fiscali decisi dalle capitali europee si concentrano su elettricità e carburante. Il motivo è che la manovra può essere recepita immediatamente da tutti i cittadini con effetti diretti sulle spese famigliari.

Mentre le prospettive economiche nazionali e globali rimangono soggette a forte incertezza, la BCE non ha altra scelta che alzare i propri tassi ufficiali, facendo così salire il costo del credito. L’aumento dei tassi di interesse rimane a oggi l’unico strumento in grado di arginare la prossima crisi economica. Nonostante la ferma decisione di agire in questo senso il risultato sembra ancora imprevedibile. Il risultato è un crollo della fiducia dei consumatori rendendo inevitabile una contrazione dei consumi.

Notizie poco lusinghiere arrivano dagli Stati Uniti. Da quanto si legge dalle ultime minute della Federal Reserve di metà luglio ma pubblicate in questi giorni, nel Paese vi è il rischio di un’inflazione persistente. Secondo molti istituti vi è un rischio importante che l’inflazione elevata possa consolidarsi a seguito dei dubbi dell’opinione pubblica sulla determinazione ad agire.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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