Credito Valtellinese è una banca divenuta nota nel nostro Paese per le vicende che l’hanno portata a guadagnarsi un posto tra le banche più solide.
Credito Valtellinese così come altri pochi istituti nel panorama italiano, vanta una storia iniziata più di 110 anni fa.
Creval nasce ufficialmente a Sondrio nel luglio del 1908 con il nome di Banca Piccolo Credito Valtellinese. L’iniziativa dei 60 soci fondatori, che ha portato oggi la Banca a diventare parte della finanza moderna, si basa su un passato in cui l’istituto è stato ispirato dai principi della tradizione cattolica. La società nasce infatti con il proposito di sostenere e promuovere lo sviluppo di tutte le attività produttive, secondo il principio di solidarietà, con particolare riguardo a quelle più piccole, alle cooperative e al credito verso classi meno abbienti.
La Banca Piccolo Credito Valtellinese che ha oggi cambiato denominazione in Credito Valtellinese abbreviato in Credem fu all’epoca il volano di un’economia piuttosto rurale di tipo silvo agro pastorale. Nella società di inizio novecento l’istituto si impegna a sviluppare un indotto sia attraverso la raccolta del credito sia avviando iniziative atte a eliminare il diffuso fenomeno dell’usura. In questo modo l’istituto bancario avvia un circolo virtuoso, che oltre a stimolare il risparmio diffonde la cultura imprenditoriale. Questo consente ai lavoratori e le piccole imprese di sviluppare comportamenti più razionali in stretto legame tra etica, religione ed economia.
In questo modo cominciano a diffondersi nella regione: frutteti, aziende zootecniche, centrali idroelettriche. Con la modernizzazione dell’area sorsero i primi centri turistici di interesse sanatoriale, data anche la presenza di siti termali. Questi diedero ulteriore impulso alla costruzione di alberghi, strade e collegamenti ferroviari e crebbero nello stesso contesto le fabbriche e le grandi opere edili.
Lo sviluppo economico degli anni ’60 e la diffusione in Italia di Credito Valtellinese
Credito Valtellinese si sviluppa economicamente e negli anni sessanta complice l’ascesa economica del paese comincia a operare in contesto regionale. In vent’anni la sua presenza si conta in Lombardia, Toscana e Lazio, con una progressiva espansione fino alla Sicilia. Credito Valtellinese porta avanti una strategia di acquisizioni volta a realizzare una rete coesa di istituti con forti radici locali.
Tra le operazioni più importanti all’interno del suo piano di sviluppo ci sono quelle del 1995 in cui Credito Valtellinese, acquisisce Credito Artigiano. Una banca popolare di Milano che condivideva con l’istituto ideali comuni e una comune base cattolica. Successivamente è la volta di Credito Banca Popolare di Rho, che viene trasformata nel 2003 nel polo del private banking di gruppo, con il nome di Creval Private Banking.
La crescita prosegue negli anni successivi in Sicilia con la Banca Popolare Santa Venera di Acireale, la Cassa San Giacomo di Caltagirone e la Banca Regionale Sant’Angelo, che nel 2002 danno origine al Credito Siciliano. Lo stesso genere di aggregazioni seguono nel Piemonte e nel Lazio.
La fine del processo espansivo di Credito Valtellinese
Il Piano strategico avviato nel 2011 e concluso nel 2014 segna un importante punto di svolta nel processo di consolidamento e semplificazione del Gruppo. Credito Valtellinese ha così tutte le credenziali per una nuova fase di crescita orientato sul lungo periodo. Vengono fuse insieme Bancaperta, Credito Piemontese, Banca dell’Artigianato e dell’Industria nella capogruppo Credito Valtellinese. Vengono inoltre incorporate Banca Cattolica e Credito del Lazio nel Credito Artigiano.
I tentativi di accrescimento della propria quota di mercato si concludono recentemente con la proposta di fusione di Credito Valtellinese con la conterranea Banca Popolare di Sondrio. L’istituto con caratteristiche di estrema solidità finanziaria e patrimoniale declina l’offerta. La strategia di Credem si conclude quello stesso anno essendosi rivelata a partire dal 2010 non più redditizia, con un rosso di 1,1 miliardi. Nello stesso anno l’assemblea straordinaria dei soci approva un aumento di capitale da 700 milioni di euro, una cifra sei volte superiore al suo valore di Borsa, che sancisce la fine del suo ciclo espansivo. A fine 2017 l’istituto registra una perdita di 331 milioni di euro.
Il contesto operativo di Creval
Il Gruppo Creval o Credito Valtellinese è oggi un gruppo bancario affermato che è riuscito a tornare al centro degli obbiettivi che avevano dato vita allo statuto negli anni della sua fondazione. Il Gruppo conta oggi oltre 120.000 soci e azionisti ed è stato quotato alla Borsa Italiana dal 1994 fino al giugno 2021 quando è confluito in Banca Crédit Agricole.
Credito Valtellinese è presente sul territorio italiano in dieci regioni, con oltre 500 filiali, distribuite in quattro banche territoriali – Credito Valtellinese, Credito Artigiano, Carifano e Credito Siciliano. In coerenza con i principi ispiratori, l’operatività bancaria è riuscita ad attivare un processo di riduzione del rischio fino ritornare in linea con la propria missione.
La Banca ha lavorato per implementare i correttivi che l’hanno riportata a mettere al centro le famiglie, le piccole e medie imprese e i professionisti. A partire dalla fine del 2020 dati gli ottimi risultati patrimoniale Crédit Agricole Italia ha avviato un OPA sulla totalità delle azioni di Credito Valtellinese. L’offerta pubblica d’acquisto proposta dal gruppo francese con sede in Italia, è confluita in un accordo strategico che ha visto gli azionisti di entrambe le parti aderire con favore. L’intero capitale di Credito Valtellinese è stato acquistato a 12,5 euro per azione per un totale di 885 milioni di euro.
Credito Valtellinese opera attraverso tre segmenti specializzati nei settori di competenza.
- Il segmento Mercato offre prodotti di credito, nonché servizi di investimento e di trasferimento.
- Il segmento Specialized Finance offre prodotti e servizi assicurativi, nonché la gestione dei crediti di leasing e dei finanziamenti a medio e lungo termine.
- Il settore Produzione gestisce lo sviluppo della tecnologia dell’informazione e della comunicazione, nonché il patrimonio immobiliare. Si occupa inoltre della fornitura di servizi bancari commerciali, servizi fiduciari, fiscali, nonché della tesoreria e servizi di cassa.
Chi controlla Credito Valtellinese?
Presidente Filippo Zabban
Laureato in giurisprudenza presso l’Università Statale di Miliano. Lavora dal 1988 come notaio nella stessa città. Svolge l’attività prevalente nell’ambito de diritto societario italiano, come notaio e consulente legale di gruppi industriali, assicurativi e finanziari, fra i quali Crédit Agricole, il Sole 24 Ore, Gruppo Reale mutua. Tra le sua altre cariche vi sono quelle di consigliere di Buffetti S.p.A, Montezemolo & Partners, Fila S.p.A. è inoltre relatore e autore di articoli e convegni a carattere economico tributario.
Vice Presidente Giampiero Maioli
Giampiero Maioli è da giugno 2021 Vice Presidente di Credito Valtellinese. Precedentemente Direttore Generale di Crédit Agricole Italia è dal 2010 il suo amministratore delegato. Oltre le cariche in questi istituti di credito carica ricopre quella di Senior Country Officer per l’Italia, ricoprendo altresì, la carica di Presidente di Crédit Agricole Group Solutions, di Vice Presidente di Amundi SGR e di Crédit Agricole Vita.
È inoltre vicepresidente di ABI acronimo di Associazione Bancaria Italiana. Tra le sue altre cariche vi sono quelle di Membro del Consiglio Direttivo della Federazione delle Banche, delle Assicurazioni e della Finanza.
Direttore Generale Roberto Ghisellini
Laureato in Scienze Politiche all’Università di Bologna, nel 1986 fa il suo ingresso nel mondo bancario. Nel 2006 è Responsabile della Direzione Retail di Cariparma, mentre nell’anno successivo confluisce con Cariparma nel Gruppo Crédit Agricole.
Viene nominato Direttore Centrale nel 2010 e successivamente nel 2015 Direttore Generale di Crédit Agricole FriulAdria. Nel 2016 è nominato Vice Direttore Generale Retail di Crédit Agricole Italia, ruolo che mantiene tuttora, unitamente all’incarico di Vice Presidente di Crédit Agricole Assicurazioni.
Quanto è sicura Creval – Credito Valtellinese?
Credito Valtellinese ha avuto un risultato patrimoniale straordinario, chiudendo nei primi sei mesi del 2021 con utile pari a 40,4 milioni di euro, in linea con il risultato del primo semestre 2020. La banca valtellinese unisce la buona qualità del credito alla solidità data dall’ingresso del nuovo gruppo, attualmente sesta banca commerciale italiana.
Gli impatti positivi e significativi sulla sua condizione finanziaria hanno accompagnato I ricavi in aumento del +9,3% annuo, con un semestre che ha messo in risalto i risultati caratterizzati da un rinnovato dinamismo commerciale. Questo si è scontato sulla crescita delle nuove erogazioni di mutui a privati +64,8%, sui collocamenti dei prodotti di risparmio gestito +31,1% nonché nell’aumento della raccolta gestita salita del 9,5%. Per quanto riguarda i suoi valori prudenziali la banca valtellinese ha portato il suo Cet1 Ratio a regime al 20,4% e un Total Capital Ratio a 22,6%, ampiamente superiori ai requisiti regolamentari.
Il CET1 è il parametro più osservato per valutare e classificare la solidità di un istituto di credito. Esso rappresenta il coefficiente di solvibilità minimo che le banche devono costantemente mantenere per garantire la solvibilità e la solidità patrimoniale adeguata. La BCE ha stabilito che tale valore deve essere pari o superiore al 8%.
Il Total Capital Ratio è parametro indica il rapporto percentuale tra il patrimonio di vigilanza e i crediti che tale banca ha concesso ai clienti. La BCE ha stabilito che tale valore deve essere pari o superiore al 10,5%.
Prodotti finanziari
Gestione patrimoniale
La gestione patrimoniale rappresenta l’abbinamento ottimale tra una gestione attiva del capitale e il ricorso alla competenza di un trader professionista in grado di concordare soluzioni d’investimento personalizzate. Le gestioni patrimoniali sono infatti realizzate a partire dalla fiducia e da un corretto equilibrio tra rischio e rendimento. Il mandato individuale del proprio patrimonio comporta la stesura degli obbiettivi di rendimento concordati insieme al gestore.
Le Gestioni Patrimoniali di Creval Credito Valtellinese si contraddistinguono per una gestione professionale, con un ampia flessibilità nella scelta delle diverse linee di investimento. È possibile scegliere all’interno di un offerta di oltre 30 linee differenti in relazione al rapporto rischio rendimento ottimizzate in base ai differenti profili investitore.
Creval offre linee obbligazionarie, azionarie e bilanciate, che si caratterizzano per uno stile di gestione del risparmio attivo, che cerca di conseguire il rendimento in base a un benchmark di riferimento. Questo orienta le scelte operative del gestore che tenta di trarre profitto in relazione a un portafoglio diversificato in base alla propensione al rischio.
Le Linee Profilo: prevedono sia investimenti azionari che obbligazionari e sono caratterizzate da un profilo di rischio rendimento crescente. In questo tipo di fondo il gestore può investire con flessibilità tra diversi strumenti, senza superare i limiti di rischio. In questo modo può attuare strategie in qualsiasi condizione di mercato, senza adottare alcun benchmark di riferimento.
Le Linee Private: offrono le migliori competenze con soluzioni di investimento incentrate su asset di natura monetaria, obbligazionaria e azionaria, allocate in portafoglio in proporzioni differenti in base all’obbiettivo finanziario. Questa linea si caratterizza per una soglia di accesso pari a 500.000 euro.
PIR
Con i Piani Individuali di Risparmio è possibile accantonare piccole cifre costanti su collocare strumenti finanziari come azioni, obbligazioni, quote di OICR, contratti derivati. In questo modo è possibile sfruttare la crescita tendenziale dei mercati, mediando il prezzo di ingresso e il rischio dell’investimento. Credito Valtellinese consente l’accesso a questo investimento per un massimo di 30 mila euro all’anno, per un totale di 150 mila euro complessivi. La durata dell’investimento per usufruire dell’esenzione dell’imposta sui redditi da capitale e redditi diversi del 26%, è pari almeno a cinque anni. Questi investimenti, esentati da imposte di successione, rappresentano un sostegno all’economia reale grazie all’investimento di almeno il 70% in titoli azionari e obbligazionari, emessi da imprese italiane o europee con stabile organizzazione in Italia.
Obbligazioni ordinarie e obbligazioni subordinate
Le Obbligazioni permettono al risparmiatore di investire in uno strumento finanziario le cui caratteristiche sono il rimborso alla scadenza del capitale e la corrispondenza di un interesse periodico detto cedola. Le obbligazioni subordinate dette anche junior, invece, sono caratterizzate da un rischio più elevato, in quanto il rimborso in caso di insolvibilità dell’emittente avviene successivamente a quello dei creditori ordinari. Queste obbligazioni danno un rendimento periodico e prevedono un’opzione di rimborso anticipato a favore dell’emittente, da esercitare a partire da una certa data. In genere queste obbligazioni danno un rendimento maggiore a fronte del rischio legato al fatto che, in caso di fallimento dell’emittente, il portatore viene soddisfatto dopo gli altri creditori senior.
Investimenti assicurativi
L’investimento assicurativo è una polizza multiramo che permette di personalizzare il rendimento del capitale depositato. È possibile ripartire l’investimento tra più sottostanti e successivamente variarne la composizione in base alle proprie esigenze. In questo modo si può riadattare la propria esposizione in base alle opportunità di mercato e al ciclo economico. Banca Creval offre diversi tipi di soluzioni, tra cui ViviPiù Opportunity.
Questa è una soluzione di investimento è un prodotto che include al suo interno diversi stili di gestione, aree tematiche e livelli di rischio. La protezione del capitale, attraverso uno dei fondi interni, e l’investimento in Fondi ESG. Tra le sue caratteristiche vi sono la possibilità di eseguire versamenti aggiuntivi a partire da un minimo 1.000 euro. L’investimento iniziale minimo è di 10.000 euro, di cui è possibile chiedere il riscatto totale o parziale ed effettuare cambi tra i fondi di gestione. L’investimento assicurativo offre i vantaggi di una polizza a vita intera con l’esenzione dalle imposte di successione.