La Banca Centrale Europea ha pubblicato un rapporto di 59 pagine per capire come rendere più efficienti i pagamenti transfrontalieri.
Un documento scritto dal Direttore Generale delle Infrastrutture dei mercati e dei pagamenti della BCE, insieme a George Pantelopoulos, docente di economia presso l’Università di Newcastle.
Le aspettative sono quelle di venire a capo del sistema che possa garantire pagamenti più efficienti. Secondo la BCE la soluzione ideale ha quattro caratteristiche: Deve essere immediata, economica, collaudata e di facile utilizzo.
Il rapporto analizza le soluzioni più moderne evidenziandone i limiti. È così che spuntano fuori anche le criptovalute e in particolare le stablecoin che rispettano i requisiti della ricerca e rientrano anche sotto il parziale controllo delle istituzioni. Le stablecoin infatti pur essendo criptovalute fanno riferimento a un sistema di valori legato a valute ufficiali o metalli preziosi come oro e argento.
Le stablecoin non compromettono il ruolo dello Stato e delle istituzioni bancarie nel regolare la politica monetaria e l’economia. La tecnologia delle criptovalute ha spesso minacciato la sovranità monetaria restituendola direttamente ai cittadini e rimettendo in discussione le gerarchie finanziarie. La ricerca della BCE si lega alla necessità di trovare sistemi più veloci ed economici per effettuare i pagamenti transfrontalieri.
Secondo la stima della BCE, la soluzione per questi problemi verrà trovata entro il prossimo decennio. Dalla cambiale ai sistemi come lo Swift che automatizzava e rendeva sicure le comunicazioni sulle transazioni interbancarie sono stati numerosi nella storia economica i tentativi di trovare un metodo ideale.
Oggi lo SWIFT non risolve tutti i problemi legati all’enorme flusso di pagamenti transfrontalieri. Secondo J.P.Morgan i costi globali si attestano a circa 120 miliardi di dollari ogni anno. Questi aumentano a causa della verifica dei clienti e delle procedure antiriciclaggio. Tra le criptovalute il Bitcoin viene escluso a causa della sua alta volatilità, scarsa scalabilità ed eccessivo consumo energetico.
Rimangono quindi le stablecoin che hanno qualità interessanti e mantengono come punto di riferimento il sistema finanziario tradizionale. Quelle ammesse sono infatti solamente quelle garantite da un sottostante in valuta fiat per un rapporto di 1 a 1.
In Europa continuano gli sforzi per regolamentare il settore a cominciare dalla definizione giuridica delle criptovalute e del Metaverso. Uno dei paesi che si è spinto più avanti è Montacarlo. Il Principato ha deciso di introdurre una legge quadro con cui andare a regolamentare il settore delle valute digitali e di chi fornisce i servizi. Con la legge quadro 1528 del 2022 vengono definite le attività digitali, come: rappresentazione digitale di un valore, di un bene o di un diritto di natura patrimoniale.
Viene definito il token, come un bene immateriale digitale, creato, gestito e trasferito con e attraverso la blockchain. Ma Montecarlo si spinge oltre definendo anche Avatar e Metaverso.
Avatar: “una forma digitale scelta da un utilizzatore per rappresentare sé stesso, graficamente, in un metaverso”.
Metaverso: “una piattaforma persistente e sincrona che crea uno o più universi virtuali immersivi. Qui sono proposti prodotti e servizi in forma digitale agli avatar. Questi possono interagire fra di loro socialmente ed economicamente.”
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