La Banca Centrale Giapponese, Bank of Japan, non segue la Federal Reserve ne la BCE, proseguendo nella politica monetaria ultra espansiva.
La BOJ in controtendenza rispetto alle politiche di Usa e UE ha mantenuto un tasso di interesse negativo -0,1%.
La BoJ è decisamente andata controcorrente oggi, mantenendo tassi negativi mentre la Fed ha alzato i tassi dello 0,75%, con ulteriori interventi nello stesso senso affiancati da quelli della BCE di luglio.
Nella giornata di oggi lo yen ha avuto un calo fino 1,8% ai minimi degli ultimi 24 anni. Nonostante la pressione inflazionistica il governatore della BOJ non intende modificare le politiche monetarie del Paese. Il Giappone dimostra così di procedere in un percorso alternativo rispetto alle maggiori economie mondiali e delle rispettive banche centrali.
Il Giappone, oltre a questo tenta di avvicinarsi a una politica espansiva anche con l’acquisto di obbligazioni, preparandosi a sostenere l’economia contro le speculazioni ribassiste del mercato.
La Bank of Japan mantenendo i tassi negativi ha oggi rendimenti obbligazionari dei titoli decennali intorno allo 0%. Il consiglio della banca centrale ha affermato che intende acquistare quantità illimitate di obbligazioni per difendere un limite dello 0,25% giornaliero sulla curva dei rendimenti.
La Banca Centrale giapponese non segue la politica restrittiva di Ue e Stati Uniti
Il board della BoJ ha ritenuto che l’economia giapponese sia tornata sufficientemente forte nonostante la crisi politica e la debolezza relativa delle economie da cui è maggiormente dipendente come quella degli Stati Uniti. Sul fronte macroeconomico, l’apertura di nuovi cantieri negli Stati Uniti è scesa ai minimi da oltre un anno. Sono evidenti i problemi sulle catene di approvvigionamento e il calo delle vendite, con l’aumento dei tassi ipotecari.
In Giappone le esportazioni e la produzione industriale hanno continuato a crescere mentre l’inflazione del Paese si mantiene intorno al 2%. Sulle prospettive future persistono comunque forti incertezze che continuano a scontarsi sull’andamento dei principali indici globali. Continua infatti il trend short dei listini Usa: l’S&P-500 in calo del 2,95%, mentre il Nasdaq 100 è in calo del 3,67%.
Aumenti dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari hanno comunque influito sul Paese. Il Giappone considera però meno gravi le conseguenze destinate a diminuire rapidamente per la sua economia. In conclusione, la Bank of Japan proseguirà con il Quantitative and Qualitative Monetary Easing e con lo Yield Curve Control, con l’obiettivo di raggiungere l’obiettivo di stabilità dei prezzi del 2%.