Azioni italiane sottovalutate del 57%? Gli analisti puntano su Interpump e sul suo dividendo

È solo una questione di numeri o c’è qualcosa di più? Marco, investitore attento e metodico, ha messo sotto la lente Interpump, incuriosito da una potenziale sottovalutazione del 57% e da un dividendo che, seppur contenuto, racconta una certa solidità.

In questo articolo seguiamo il suo sguardo, tra analisi tecniche, dati aggiornati e segnali che potrebbero fare la differenza.

Grafici e monitor
Azioni italiane sottovalutate del 57%? Gli analisti puntano su Interpump e sul suo dividendo -trading.it

Ogni giorno, prima di iniziare a lavorare, Marco si concede un momento tutto suo: occhi puntati sui grafici e orecchie tese sulle opinioni degli analisti. Per lui, l’investimento non è una scommessa, ma uno studio quotidiano. Quando ha letto su Market Screener che Interpump, oggi a 27,86 euro, ha un target medio di 43,76 euro, con una raccomandazione “Accumulate” da parte di otto analisti, qualcosa ha attirato la sua attenzione.

Interpump non è nuova al suo radar: nel 2021 toccava i 68,22 euro, poi è iniziato un calo deciso. Quella discesa, però, non sembra aver scalfito del tutto la fiducia del mercato. Marco ha voluto capire perché. Perché il titolo, pur avendo perso tanto, continua ad avere il supporto di analisti importanti? E perché, nonostante tutto, l’azienda ha annunciato un dividendo di 0,33 euro per azione, che tradotto sul prezzo attuale significa un rendimento dell’1,2%?

Analisi tecnica e fiducia degli analisti: Interpump al bivio

I motivi del ribasso degli ultimi anni sono molteplici. La crisi dei costi energetici, il rallentamento della domanda in alcuni comparti industriali e l’incertezza macroeconomica hanno influito sui conti e sull’umore degli investitori. Ma ci sono segnali che non passano inosservati.

Grafico e freccia verso l'alto
Analisi tecnica e fiducia degli analisti: Interpump al bivio-trading.it

I prezzi si stanno appoggiando sulle labbra annuali dell’Alligator Index, e la media mobile a 200 mesi fa da linea di confine tra crollo e rilancio. Anche la trend line che parte dai minimi di agosto 2024 suggerisce un possibile cambio di passo.

I livelli tecnici parlano chiaro: supporto forte a 25,48 euro, resistenza in area 37,26. Se il titolo dovesse rompere quella barriera, secondo alcuni analisti, si aprirebbe un nuovo ciclo rialzista. Intanto, banche d’affari come Mediobanca e Equita hanno confermato nel 2025 valutazioni ottimistiche. Per Marco, tutto questo rappresenta più che semplici segnali: è un mosaico da completare, in attesa del tassello decisivo.

Il dividendo, con data di stacco fissata per il 19 maggio 2025, è un altro elemento di continuità. Non è un importo clamoroso, ma dice molto sulla solidità aziendale e sulla volontà di restare fedeli alla propria politica di remunerazione.

Marco non ha ancora preso posizione. Ma è lì, ogni giorno, a osservare. Sa che il mercato non regala nulla, ma sa anche che certe opportunità si costruiscono con pazienza. E se questa lunga attesa stesse solo preparando il terreno per qualcosa di più grande? Le prossime giornate di contrattazione potrebbero dare una risposta.

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