Come spesso accade nel settore turistico, gli introiti delle compagnie aree subiscono l’effetto dei cicli stagionali, ma ci possono essere delle eccezioni.
Generalmente aziende di questo tipo non sono ritenute degli investimenti particolarmente remunerativi, vista anche l’eventualità che incidenti causino danni alla credibilità della compagnia. A causa della forte competizione e delle variabili di rischio delle compagnie aeree, oggi sul mercato USA quattro società controllano quasi il 70% del mercato.
La Boeing non è naturalmente coinvolta in modo diretto nel comparto turistico, in quanto produttrice non solo di aeroplani a scopo civile ma anche militare, ed è impegnata nella costruzione di veicoli e satelliti per il settore areo spaziale di cui è la seconda più grande manifattura nel mondo.
Nonostante questo, i prezzi delle sue azioni nell’arco di quattro mesi hanno perso più 60% del loro valore rispetto ai primi mesi del 2019, risentendo con la pandemia del rallentamento fino al blocco quasi completo del comparto aeronautico.
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Per la Boeing gli ultimi mesi sono stati parecchio difficili, non solo per l’emergenza sanitaria e la conseguente drastica riduzione del numero dei voli, ma anche per i problemi tecnici di due dei suoi 737 max, precipitati a distanza di sei mesi l’uno dall’altro, con centinaia di persone che hanno perso la vita. Prezzi delle azioni precipitati del 18%, senza considerare i costi dovuti al risarcimento delle vittime e alle ripercussioni sul mercato.
Una notizia positiva ha interrotto il record negativo, quando pochi giorni fa, il 9 marzo, la società è tornata in attivo con gli ordini di nuovi velivoli che hanno superato le passate cancellazioni. Nonostante la ripresa totale del traffico aereo sia ancora lontana, nonostante la campagna vaccinale, attualmente il prezzo per azione ha superato con decisione il valore per azione medio degli ultimi cinque anni, aggirandosi intorno ai 265 dollari.
Dal minimo di ottobre 2020 quando le quotazioni hanno toccato il fondo dei 144,39 dollari, si registra una tendenza rialzista che è stata in grado di arrivare 269,65 dollari, superando con un ottimo sostegno dei volumi il precedente massimo a 244 dollari segnato il 10 marzo di quest’anno.
Con le fasi del ciclo di prezzo che sembrano ridursi all’accelerare della tendenza rialzista e con eventuali notizie positive sulla ripresa economica, è possibile avere nuovi massimi entro un mese, se nel frattempo un prossimo ritracciamento consentirà occasioni di ingresso in acquisto, si potrebbero avere buone opportunità tra i 235 e 240 dollari. Diversamente in un ottica short di breve e medio termine, si avranno delle occasioni in vendita se questo livello di prezzo verrà superato a ribasso con obbiettivi di prezzo almeno fino alla prima resistenza, che ha supportato l’ultima fase rialzista, situata intorno ai 188 dollari.
Le informazioni presenti in questo articolo non sono da intendersi come un invito all’investimento né alla speculazione.
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