I rialzi concertati dei tassi di interesse da parte delle banche centrali porteranno l’economia globale in recessione nel 2023. È l’avvertimento della Banca Mondiale.
L’avvertimento arriva dalla principale istituzione bancaria a livello globale. La Banca Mondiale considera Stati Uniti, Cina ed eurozona in forte rallentamento.
L’avvertimento della Banca Mondiale arriva a meno di una settimana dalla riunione della Federal Reserve, attraverso un report pubblicato ieri dove mette in guardia le tre principali economie che si avviano verso una possibile recessione.
Per quanto riguarda l’Eurozona la prospettiva è una recessione alla fine di quest’anno e una crescita negativa per tutto il 2023, con un Pil che chiude a -0,1%. I dati negativi riguardano naturalmente anche l’Italia vista in calo nel 2023 dello 0,7%. Rispetto alle precedenti previsioni, la prospettiva peggiorata notevolmente sconta lo shock energetico. Un peggioramento congiunturale a cui si affianca l’inflazione vista toccare il picco proprio a settembre e che sarà complessivamente almeno del 6,5% a fine anno.
La Banca Mondiale è preoccupata dai tassi in aumento con politiche restrittive avviate di concerto dai maggiori Paesi industrializzati. Una sincronizzazione in senso restrittivo della politica monetaria che non si vedeva da 5 decenni.
Un incremento di queste dimensioni che insieme alle tensioni sui mercati finanziari, rallenterebbe la crescita del prodotto interno lordo globale allo 0,5% nel 2023. Tecnicamente una recessione globale che rimette tutto in discussione e annulla gli sforzi per contrastare gli effetti economici della pandemia.
Nei prossimi mesi, gli investitori devono attendersi una certa volatilità sui mercati. Questo soprattutto in coincidenza dei dati trimestrali delle economie Usa ed europea. Mentre la Cina affronta problemi sul fronte del mercato immobiliare, e per i lockdown continui, l’Ue è alle prese con un prossimo lockdown di tipo energetico che aggraverà probabilmente le attuali stime a ribasso.
La crescita mondiale sta rallentando bruscamente e non ci sarà una inversione di marcia nel breve o medio periodo. Significa che stiamo per entrare in recessione economica, con una guerra in corso che dovrà continuare a essere sostenuta dall’impegno occidentale. Mentre la lotta all’inflazione potrà concludersi nel 2024 il disagio economico è preoccupante; esso potrà persistere con conseguenze devastanti a lungo termine. Questo in particolare nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo.
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