Sono in arrivo delle importanti novità che porteranno ad un aumento pensioni fino a €100 in più alcuni pensionati. Vediamo a chi spetta.
L’aumento delle pensioni che verrà registrato nel 2023 non spetterà a tutti, ma solo ad alcune categorie di pensionati. Questo incremento del valore delle pensioni è dovuto all’inflazione del 2022, che avrà gravi ripercussioni su tutto il sistema pensionistico italiano.
Nel 2023, oltre 16 milioni pensioni dovranno essere rivalutate sulla base dell’infrazione del 2022. Per questo motivo, sono previsti aumenti che potrebbero arrivare anche a €100 in più nel cedolino.
Con ogni probabilità, il Governo dovrà approvare una manovra di bilancio che interesserà il capitolo pensioni, mettendo sul tavolo risorse economiche non inferiori a 10 miliardi di euro.
Questi fondi saranno accompagnati dai conguagli previsti a gennaio 2023, per le rivalutazioni delle pensioni 2022. Queste ultime saranno caratterizzate da un incremento dello 0,2%.
L’aumento delle pensioni con un incremento di €100 degli assegni pensionistici sarà registrato nel 2023. Questo cambiamento in positivo sarà dovuto all’aumento del costo della vita e al rincaro della spesa. Proprio quest’ultimo fattore andrà ad incidere sulle prestazioni previdenziali che, per tale motivo, dovranno essere rivalutate.
Purtroppo, quella che sembra una buona notizia in realtà non lo è. Dal momento che, utilizzando nuove risorse economiche per sostenere i pensionati si assisterà ad un allontanamento della possibilità di una riforma delle pensioni con il sostegno pubblico.
In sostanza, il rischio è che non ci siano abbastanza fondi per tutti. Per tale motivo i sindacati sono tornati nuovamente a chiedere il contributo di solidarietà per i pensionati d’oro e d’argento. La più importante richiesta avanzata è quella relativa alla limitazione della rivalutazione delle rendite superiori ad un certo importo.
In questo modo, sarà possibile destinare alcune delle risorse economiche ai redditi più bassi.
L’obiettivo della riforma pensioni è quello di riuscire ad inserire nel cedolino almeno €100 a coloro che percepiscono un assegno inferiore a €1.000 al mese. È chiaro, che un assegno con questo importo non è in grado di garantire un’esistenza dignitosa al pensionato che, a causa dell’inflazione, vede ulteriormente ridurre il potere d’acquisto della tua pensione.
A partire dal 2023, quindi, si assisterà ad una rivalutazione degli assegni pensionistici per tutti coloro che hanno redditi bassi.
Un’altra importante novità, che riguarderà la riforma delle pensioni 2023, è la possibilità di uscire dal mondo del lavoro in anticipo, ovvero a 64 anni.
Nel 2022 i pensionati hanno avuto la possibilità di beneficiare di Quota 102. Si tratta di una misura che ha permesso a milioni di italiani di andare in pensione a 64 anni di età e 38 anni di contributi versati.
Con ogni probabilità la riforma del 2023 porterà ad un decadimento del sistema Quota 102, lasciando spazio ad un nuovo meccanismo di flessibilità in uscita.
Secondo alcune indiscrezioni, il Governo sarebbe orientato a garantire l’accesso alla pensione intorno a 63/64 anni. Tuttavia, la vera novità riguarda il calcolo dell’assegno che avverrebbe interamente con il metodo contributivo.
Tutto ciò si traduce in una penalizzazione dal punto di vista monetario, che potrebbe risultare necessaria per garantire una sostenibilità economica il paese.
Quelle vista finora sono solo ipotesi, infatti, le trattative relative alla prossima riforma delle pensioni sono ancora aperte.
Una delle proposte avanzate dai sindacati prevedrebbe un pensionamento anticipato a 62 anni oppure con 41 anni di contributi versati, a prescindere dall’età anagrafica.
Purtroppo, un’ipotesi del genere, per quanto allettante, quasi certamente sarà scartata dal Governo. La suddetta proposta ha un rischio intrinseco che metterebbe a repentaglio la sostenibilità economica dell’intero sistema previdenziale italiano.
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