Aumento pensioni, con tanto di arretrati: ecco a chi spettano

Per i pensionati è in arrivo aumento pensioni, con tanto di arretrati. Un’ottima notizia, che arriva ora che il costo della vita è in costante crescita.

La crisi economica in atto ha colpito milioni di nuclei familiari italiani. All’aumento dei prezzi dei generi di prima necessità e al caro energia non è corrisposto un momento delle pensioni e degli stipendi.

Aumento pensioni, con tanto di arretrati: ecco a chi spettano

Se, a tutto questo, aggiungiamo anche l’impennata del tasso di inflazione, emerge un quadro disperato che vede milioni di italiani avvicinarsi pericolosamente alla soglia di povertà.

Tuttavia, c’è una buona notizia che prevede un aumento delle pensioni con l’erogazione i 12 mesi di arretrati.

Ogni anno, a gennaio, avviene un ricalcolo delle pensioni in base al costo della vita e all’indice Istat. Si tratta di un adeguamento che permette, ai percettori di assegno pensionistico, di avere un potere d’acquisto congruo al costo della vita.

Aumento pensioni: cosa è previsto?

Grazie al meccanismo della perequazione, le pensioni vengono adeguate in base ai dati forniti dall’Istat.

In questo periodo di forte crisi, infatti, anche le pensioni sono state colpite. Pertanto, l’idea che a breve arriverà un aumento e gli arretrati rappresenta un sollievo per milioni di Italiani.

Stando al valore del tasso di inflazione per il 2023 sono previsti aumenti delle pensioni piuttosto sostanziosi. Ad oggi, è difficile quantificare la percentuale digli aumenti, perché si ha a disposizione solo il tasso provvisorio.

Quando l’Istat fornirà i dati definitivi dell’inflazione 2022 sarà possibile effettuare i calcoli delle pensioni.

In ogni caso, data la crescita vertiginosa del tasso di inflazione che si è registrata nei primi sei mesi del 2022, c’è da attendersi che, a partire da gennaio 2023, i pensionati riceveranno un aumento che può arrivare fino a 50 euro al mese.

Gli importi non sono uguali per tutti i pensionati poiché riguarda diversi tipi di pensioni, anche quelle di reversibilità.

Tornando al discorso relativo all’inflazione, i dati che abbiamo attualmente a disposizione parlano di un incremento del costo della vita che dal 1,7% attuale passerà, nel 2023, all’1,9%.

Questi due dati determineranno l’inevitabile aumento dei ratei di pensione di tutti gli italiani.

Come già accennato, il valore non sarà uguale per tutti e l’importo massimo mensile arriverà €50. Di fatto, l’aumento comprende anche le pensioni di reversibilità, per le quali le cifre sono inferiori poiché si aggirano intorno ai €10.

Le pensioni che invece subiranno un’indicizzazione al 100% sono quelle che hanno un importo compreso tra €500 e 2400 euro.

Oltre all’aumento, a partire da gennaio 2023, ai pensionati dovrebbero essere corrisposti anche gli arretrati.

Di fatto, ad inizio di ogni anno l’INPS rivaluta le pensioni in base al tasso di inflazione provvisorio, come è accaduto a gennaio 2022. Nei mesi successivi, però, il tasso è decisamente lievitato, pertanto quando sarà effettuato nuovamente il ricalcolo, all’inizio del 2023, sarà presa in considerazione anche la differenza tra il tasso provvisorio e quello definitivo del 2022.

Il calcolo produrrà gli arretrati che saranno erogati nell’arco di 12 mesi.

Come funziona il meccanismo della perequazione per gli arretrati

L’INPS, a inizio anno, effettua un confronto tra il tasso di inflazione provvisorio e quello definitivo. Nel caso in cui la differenza sia favorevole all’inflazione, l’istituto provvede al ricalcolo degli arretrati.

In questo caso, è prevista una rivalutazione che verrà divisa in fasce di importo in base alle prestazioni pensionistiche.

Riceveranno il 100% della rivalutazione coloro che percepiscono trattamenti pensionistici che non superano i €2.062 al mese lordi.

Gli scaglioni, successivi al 100%, sono così ripartiti:

  • Perequazione al 90% del tasso di inflazione fino a 5 volte il trattamento minimo;
  • 75% per quelle con importo lordo più alto.
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