Dal primo gennaio 2022, i pensionati riceveranno una bella sorpresa, le pensioni subiranno un aumento per effetto della rivalutazione, ma non sarà per tutti.
Le pensioni saranno più alte dal primo gennaio 2022 per effetto della rivalutazione, che consiste nell’applicazione del nuovo tasso di inflazione. Il meccanismo automatico è chiamato “perequazione” che adegua gli assegni pensionistici in base all’aumento dei prezzi (Istat). Questo meccanismo tutela il podere d’acquisto delle pensioni: anticipata, vecchiaia e superstiti.
Gli aumenti vanno da un minimo netto mensile di 13 euro ad un massimo di 38 euro lordi mensili. Ad esempio un pensionato che mensilmente percepisce un assegno di 2.062 euro lordi, otterrà la rivalutazione massima con un aumento mensile di circa 34 euro in più sul cedolino pensione a partire da gennaio 2022. Anche le pensioni più alte subiranno un incremento dell’importo.
Inoltre, aumenteranno dal primo gennaio 2022 anche le soglie dei trattamenti minimi nel modo seguente:
a) l’assegno sociale dal valore del 2021 di 460,28 passa a 468,10 euro al mese;
b) il trattamento al minimo, chiamata anche “pensione minima”, dal valore del 2021 di 515,58 passa a 524,34 euro.
Da considerare anche che per effetto della riforma fiscale del 2022 il cedolino pensione diventerà più leggero. Probabilmente la Legge di Bilancio 2022, interverrà sulla aliquota IRPEF dei pensionati. Infatti, il beneficio fiscale non riguarderà solo i lavoratori ma anche i pensionati con una riduzione dell’imposizione fiscale e un allargamento della soglia no tax area. Riforma IRPEF, IRAP e cuneo fiscale: chi ci guadagna di più
Purtroppo, non tutti gli importi che eroga l’INPS ai pensionati saranno adeguati al meccanismo della rivalutazione. Un Lettore chiede agli Esperti di Trading.it, se l’assegno che percepisce mensilmente dell’APE Sociale sarà aumentato dal primo gennaio 2022.
L’APE Sociale non è una vera pensione, ma solo un sussidio “ponte” erogato dall’INPS a carico dello Stato, che permette di maturare i requisiti per la pensione di vecchiaia o la pensione anticipata. Possono accedere all’APE Sociale coloro che hanno compiuto 63 anni di età e non sono titolari di pensione diretta sia in Italia sia all’estero. Inoltre, i richiedenti si devono trovare in una delle quattro tutele previste dalla normativa.
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Poiché l’APE Sociale non è una vera e propria pensione ma accompagna il lavoratore alla maturazione dell’assegno pensionistico, non è soggetto al meccanismo delle “perequazioni” annuali che comporta l’incremento delle pensioni. Da considerare anche, che la circolare INPS n. 100 dell’anno 2017, ha chiarito che l’APE Sociale non è soggetto ne ad integrazione al minimo ne alla rivalutazione annuale dell’importo.
Quindi, l’APE Sociale dal primo gennaio 2022 non subirà nessun incremento, l’importo resta invariato, ed è pari a quello calcolato sulla base dei contributi all’atto della domanda. Ricordiamo che l’importo dell’assegno è comunicato dall’INPS al pensionato, all’atto dell’accoglimento della domanda, e resterà tale fino al raggiungimento dei requisiti che permettono l’accesso alla pensione di vecchiaia (63 anni di età e minimo 20 anni di contributi) Oppure, eventualmente alla pensione anticipata ordinaria (requisito contributivo di 42 anni e 10 mesi per uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne).
Infine, ricordiamo che l’APE Sociale probabilmente sarà rinnovata nella Legge di Bilancio 2022, con un rafforzamento dei requisiti per le categorie deboli. Previsto un nuovo elenco di lavori gravosi in aggiunta a quello già esistente. Nei prossimi giorni si terrà un nuovo incontro tra Governo e Sindacati, per definire la nuova riforma pensioni del 2022.
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