L’aumento di stipendio e il bonus che vi fa seguito, sono i due elementi che rendono felici i lavoratori che ultimamente hanno vissuto il peggio della crisi.
La crisi economica è un grosso danno per i contribuenti che non riescono a tirare avanti a fine mese. L’inflazione abbonda, l’aumento continuo e costante del livello dei prezzi sta danneggiando interi settori, oltre che il tetto di guadagno dei singoli. Sarebbe più corretto parlare di assenza di risparmio, per cui un aumento di stipendio e bonus in arrivo, sono le due notizie che fan prevedere un periodo di feste più leggero e meno pressato dallo stress di non arrivare a fine mese.
Chi non arriva a fine mese sono la maggior parte dei cittadini. La divisione delle classi sociali non esiste più, o meglio il buon “ceto medio” che accoglie una grossa fetta di popolazione si è trasformato nella classe sociale che più viene tassata e meno guadagna. Anche i ricchissimi non sono poi più così “benestanti”. Se anche questa parte della collettività ne risente, si sta letteralmente sfiorando il peggio.
L’aumento di stipendio è una della richieste maggiori degli ultimi tempi. Questo perché il tasso di inflazione non molla, e di conseguenza bisognerebbe adattare sia questo che i trattamenti previdenziali, ma il problema è che entrambi sono bloccati. Di recente però, si sta timidamente proponendo dei piccoli rialzi, ma per chi? È proprio questo un dettaglio non di poco conto, anche perché la corsa al bonus che ne consegue, è immediata.
Correre dritti al bonus e all’aumento di stipendio, si è davanti due misure che rappresentano la combo vincente del momento. La prima incarna la manovra più utilizzata degli ultimi anni, perché riesce a “rattoppare”, laddove non ci sono risorse per ricostruire. Non è la migliore, ma quella con risultati immediatamente efficaci. La seconda è del tutto inaspettata, ma è forse la più corretta dato che all’aumentare del livello dei prezzi, non si può sopravvivere se i salari sono gli stessi, perché bloccati.
Quindi, in realtà con la seconda misura abbiamo a che fare con quella che dovrebbe essere la logica conseguenza di una politica monetaria nazionale che corregge i problemi del momento. In realtà, non dovrebbe stupire, ma nessuno se la sarebbe mai aspettata date le premesse e gli ultimi aggiornamenti. Per chi sono le migliorie?
La manovra in questione è tra le più consistenti approvate nella storia di una Regione avanguardista e che riesce a guardare e rispondere alle esigenze dei cittadini. Si tratta del Friuli Venezia Giulia che tira in ballo 6,2 miliardi di euro frutto della crescita economica del territorio. Nonostante la crisi, questa parte d’Italia si distingue per lo sviluppo produttivo e per i contratti finanziari proficui sottoscritti con il Governo.
Chi ha amministrato è stato bravo a garantire maggiori risorse investendo a favore dei servizi garantiti alla collettività. A dire ciò è il Governatore della Regione, Massimiliano Fedriga, successivamente all’approvazione da parte del Consiglio regionale della Manovra economica data dalla Legge di Stabilità del 2025. Ma non solo. Anche secondo il bilancio di previsione e la stessa Legge di Bilancio per il periodo dal 2025 fino al 2027.
Infine, Fedriga ribadisce quale sia stato il punto forte della strategia politica economica attuata. Cioè insistere su un sistema che premi i bandi regionali per le aziende che conferiscono uno stipendio più alto ai propri lavoratori.
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