Aumento delle pensioni in arrivo: ci sono due vie ma solo una è realmente conveniente

Novità pensionistiche per il 2025, le due opzioni per ottenere un aumento e quella più conveniente in assoluto 

Quando l’inflazione aumenta o diminuisce, anche le pensioni vengono rivalutate con un meccanismo automatico per evitare la perdita del potere d’acquisto. Per fare un esempio pratico: se qualche anno fa con 800 euro tanti anziani vivevano bene, ad oggi non è possibile arrivare a fine mese con il caro prezzi, la pensione quindi dovrà essere riequilibrata.

Aumento delle pensioni in arrivo: ci sono due vie
Aumenti pensioni – trading.it

Ogni anno l’ISTAT certifica l’aumento del costo della vita, e questi dati vengono utilizzati per ricalibrare le pensioni. Ogni anno si promette di migliorare l’efficienza dell’intero iter, poi però non cambia realmente niente sul piano pratico. Per quanto riguarda il 2025 qualcosa dovrebbe cambiare.

Ci sono ben due ipotesi al vaglio: entrambe spiegano come indicizzare i trattamenti pensionistici, ma solo una delle due sembra essere considerata realmente favorevole per quanto riguarda i pensionati. Il grande ultimo cambiamento per la perequazione è arrivato con la manovra di Bilancio del 2014, in quest’anno, infatti, si decise di passare ad aumenti scaglionati in 4 fasce.

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Con il primo governo Conte, poi, sono state rimodulate le fasce con un nuovo schema che prevedeva più divisioni per quanto riguarda le rivalutazioni. Si arriva poi ad oggi, quando nel 2023, con la Legge di Bilancio del Governo Meloni, si torna a un sistema di fasce non progressive, in un certo senso un’impostazione molto più penalizzante. Cosa ci si aspetta invece nel 2025? La legge di bilancio che stanno stendendo cambierà tutto, almeno così sembra dalle prime bozze. Ci sono due ipotesi, ma è importante capire quale sia la più favorevole per i pensionati stessi.

Pensioni cosa cambia in busta nel 2025
Novità pensioni per il 2025, le ipotesi – trading.it

Tra le due ipotesi, da una parte il Governo sta valutando di proseguire con lo schema attuale, quindi in un certo senso penalizzando in modo progressivo le pensioni più alte, facendo focus solo sulle più basse e quelle minime. In questo senso, infatti, sembra riconfermata l’intenzione di aumentare la pensione minima.

L’altra ipotesi è di tornare al meccanismo del 2022, e in questo caso garantirebbe una rivalutazione piena fino a 4 volte il minimo, con anche tagli minori per le fasce superiori. Si può dire che quest’ultima ipotesi sia la più favorevole per i pensionati, ma non è ancora chiara l’idea definitiva del Governo. In Generale, sappiamo che per quanto si voglia scegliere anche la seconda strada, non cambierà poi così tanto la situazione preoccupante delle pensioni italiane, che come i salari, risultano essere troppo basse.

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