Nello scenario cui stiamo assistendo ultimamente, l’aumento dei prezzi non riguarda “solo” carburanti e generi alimentari. Anche le banche stanno effettuando “aggiustamenti” sui conti correnti.
Si sta verificando un fenomeno che, insieme all’aumento generalizzato dei prezzi di praticamente qualunque cosa, preoccupa gli italiani. A questo giro, protagoniste sono le Banche. Sebbene sembra non vi siano apparentemente motivazioni per “ritoccare” i costi di commissioni e/o operazioni bancarie, alcuni istituti di credito hanno effettuato dei “cambi di regia”. A pagarne il prezzo sono i correntisti e, sembra, in particolar modo i pensionati. Andiamo a scoprire cosa sta succedendo.
La “corsa al rialzo” sembra sia fuori controllo in ogni comparto. Seppur giustificate dalla guerra in Ucraina, alcune misure attuate da determinate realtà non fanno che alimentare l’insicurezza sentita dai cittadini. In ballo, lo ricordiamo, ci sono aumenti dei carburanti, aumenti dei prezzi di generi alimentari, costi per l’energia quasi insostenibili. Di conseguenza, veder crescere anche le spese “di tenuta conto”, seppur in misure esigue, fa paura.
In un ambito in cui sono presenti molte realtà bancarie, è normale che vi sia “concorrenza”. Ogni singolo istituto, giustamente, può decidere quanto far pagare i propri servizi. Negli ultimi tempi erano state molto apprezzate le nuove banche “virtuali” proprio per il risparmio sui costi di gestione. Per mesi abbiamo visto promozioni su carte di credito, “zero spese” su prelievi anche all’estero, operazioni di cashback e altri incentivi che hanno avvantaggiato i correntisti. Ma le cose stanno cambiando.
L’aumento dei prezzi in banca: gli istituti coinvolti
Sembra che molte Banche, a seguito del prezzo dei tassi di interesse negativi applicati dalla BCE, abbiano deciso di “recuperare le spese” aumentando i costi del conto corrente. Un esempio tra i tanti è CheBanca, che ultimamente ha quasi “raddoppiato” i costi per i suoi correntisti, applicando variabili a seconda del tipo di contratto in essere. Ma la banca del gruppo Mediolanum non è l’unica. Sembra che anche Unicredit recentemente abbia aumentato i costi del prodotto “My Genius” di un +33%. A seguire, Widiba avrebbe apportato simili misure, mentre addirittura Fineco avrebbe “minacciato” clienti con giacenze oltre i 100.000€ di interrompere il rapporto in essere, se non fossero stati attivati investimenti.
Non solo: alcuni conti “virtuali” che fino al 2021 concedevano molte opzioni gratuite sembra stiano attuando politiche di pagamento per i servizi (tenuta conto, emissione carte eccetera) e non mancano aumenti anche per le operazioni di pagamento. Sono state segnalate ad esempio tariffe più alte per pagare bollette, multe e tasse tramite PagoPa.
Parliamo di pochi Euro, ma Altroconsumo denuncia aumenti che hanno colpito famiglie e persino i pensionati. Questo a fronte di rincari medi del 13% sui conti online o del 5% allo sportello. Solo i rapporti con i clienti giovani pare siano al momento risparmiati dagli aumenti, e anzi hanno visto riduzioni medie del costo delle operazioni del 5%.