Immagina di aver finalmente ottenuto quell’agevolazione tanto desiderata grazie al tuo ISEE. Tutto sembra andare per il meglio, finché un giorno ricevi una comunicazione che ti informa di un errore nella tua dichiarazione.
Panico. Ti chiedi: “Cosa succederà ora? Dovrò restituire tutto? E se l’errore non fosse nemmeno colpa mia?”. Se ti riconosci in questa situazione, sappi che non sei solo.
Molti contribuenti si trovano ad affrontare problemi legati a un ISEE errato, spesso senza sapere come muoversi. I motivi possono essere diversi: dati patrimoniali non aggiornati, informazioni anagrafiche errate, oppure un errore commesso da chi ha compilato la dichiarazione per te, come un CAF. Ma cosa succede in questi casi? Si rischiano sanzioni? È possibile chiedere un risarcimento? Vediamo tutto nel dettaglio.
Un ISEE compilato in modo errato può avere ripercussioni serie. Se, a causa di dati inesatti, hai ottenuto agevolazioni non spettanti, potresti essere obbligato a restituire quanto indebitamente percepito. La restituzione sarà totale se il beneficio non sarebbe mai spettato con un ISEE corretto, oppure parziale se, anche con il valore giusto, avresti comunque avuto diritto a un’agevolazione ridotta.
A questo si aggiungono le sanzioni amministrative, che possono variare da un minimo di 5.164 euro fino a un massimo di 25.822 euro, con un tetto massimo pari al triplo dell’importo indebitamente percepito.
E non finisce qui: se il vantaggio economico ottenuto grazie all’ISEE errato supera i 3.999,96 euro, si rischia una pena detentiva da sei mesi a tre anni per indebita percezione di erogazioni pubbliche. Inoltre, potrebbero essere revocati altri benefici legati all’ISEE, e potresti ricevere una segnalazione dall’Agenzia delle Entrate, con conseguente accertamento fiscale.
Ma cosa succede se l’errore non è tuo, bensì del CAF che ha compilato la dichiarazione? Puoi chiedere un risarcimento? La risposta è sì, ma con alcune condizioni.
Se hai fornito tutta la documentazione necessaria, ma il CAF ha commesso un errore formale (ad esempio, omettendo un membro del nucleo familiare o sbagliando i redditi dichiarati), hai diritto a chiedere la rettifica e il risarcimento di eventuali danni subiti.
La procedura da seguire è questa:
Inviare una diffida formale al CAF tramite PEC o raccomandata A/R, chiedendo la correzione dell’errore e il rimborso di eventuali somme perse.
Specificare nella lettera i danni economici subiti, allegando documenti che provano la perdita di agevolazioni o le sanzioni ricevute.
Dare un termine al CAF per rispondere (ad esempio, 15 giorni).
Se il CAF non risponde o rifiuta di correggere l’errore, puoi valutare un’azione legale.
In alcuni casi, potrebbe essere sufficiente un confronto diretto con il responsabile del CAF, senza arrivare a vie legali. Tuttavia, se l’errore ha causato perdite economiche rilevanti, il risarcimento può essere ottenuto anche attraverso un avvocato.
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